SALERNO – La storia del CSTP è ormai chiarissima. Il Comune di Salerno è debitore e il CSTP è creditore e la Provincia paga per tutti. Solo il “popolino”, imitando le tre scimmiette della Garzanti, non vede, non sente e non parla. Una storia che si ripete, da sempre e in tutte le sfaccettature possibili, quasi un ritornello tra chi deve pagare e chi deve incassare. Il problema, naturalmente, nasce ed esplode in maniera grave quando il debitore non vuole riconoscere i propri debiti e pagarli. Molti anni fa un notissimo avvocato di Sala Consilina di fronte ad un cliente di un paese vicino (Sassano, ndr!!) che gli chiedeva come fare per recuperare una grossa somma di danaro da un compaesano che non voleva riconoscere il debito per il quale non esistevano “pezze d’appoggio” certe, dopo aver riflettuto a lungo, laconicamente gli disse pressappoco così: “Stammi a sentire, domenica mattina nella piazza centrale del tuo paese quando la gente esce dalla messa se intravedi il tuo debitore affrontalo e ad alta voce reclama il tuo credito e se lui rifiuta incomincia a menarlo, fino a quando lo riconoscerà davanti a tutti”. Detto fatto, la successiva domenica mattina il creditore affrontò il debitore, questi rifiutò ogni dialogo e lui incominciò a menarlo di santa ragione. Intervennero moltissimi spettatori e il debitore riconobbe a voce alta il suo debito nei confronti dell’aggressore. Nel Tribunale di Sala Consilina si tennero due processi clamorosi. In quello per le percosse il creditore fu assolto grazie alle attenuanti generiche prevalente sulle aggravanti ed a molte testimonianze a favore del creditore, nell’altro gli venne riconosciuto il credito vantato nei confronti del debitore che, così, rimase con le pive nel sacco, cornuto e mazziato. Ovviamente l’avvocato salese divenne ancora più noto di quanto già non lo fosse di per se. Erano altri tempi!! In chiave moderna e nella fattispecie del CSTP non è più applicabile e neppure auspicabile una conclusione del genere. Ve li immaginate Cirielli e Santocchio (creditori) che incominciano a suonarle di santa ragione a De Luca (debitore) il giorno dell’inaugurazione di Piazza della Libertà davanti a migliaia di spettatori, che intervengono a difesa, che Cascone arriva a difesa di De Luca insieme a Mucio, che in aggiunta a Cirielli e Santocchio piombano nella piazza Ciccone e Feola, mentre un po’ appartati si scazzottano da soli i due segretari provinciali del PD e del PdL Landolfi e Russo con l’aggiunta di Savastano e Iannone. Una improbabile e non auspicabile scena futura anche perché chi alza le mani ha sempre torto, meglio dunque sedersi ad un tavolo e concertare. Ma con il De Luca dei nostri giorni è davvero difficile. Ho raccontato questa storia e immaginato questa scena perché mi sono posto la seguente domanda: “Ma vuoi vedere che alla fine ha ragione De Luca vista l’insipienza dei suoi avversari?”. Ho pensato questo perché di fronte alla frase “CSTP, qualcuno andrà a Fuorni tra i peracottari, scellerati e rapinatori” (pronunciata da De Luca in una delle sue tante subornazioni nei confronti di tutti) nessuno ha replicato in maniera ferma e decisa. Solo Antonio Iannone ha abbozzato un timidissimo e striminzito “ci riserviamo la possibilità di querelare De Luca”. Non voglio forzatamente applicare il cosiddetto “metodo Bianchini” (coniato anni dal prof. Carmine Pinto) ma mi viene spontaneo da dire a voce alta “svegliatevi” chè se il centro-destra resta ancora per un po’ ad esaminare la possibilità di querelare il sindaco, qui davvero finisce che qualcuno va a Fuorni e non tanto per le improbabili responsabilità ma per la sicura insipienza dimostrata nell’amministrazione della cosa pubblica. Capisco che la Magistratura, quando si parla di De Luca, è resistente ma la storia ci insegna (vedasi i casi di Di Pietro/Feltri e D’Alema/Forattini) che per smuovere le montagne a volte è necessaria anche una querela al giorno per ogni frase o atteggiamento presuntivamente offensivo. Una soluzione bisogna comunque trovarla e se non c’è bisogna inventarla, altrimenti è meglio andare tutti a casa prima di sentire il “tintinnio di manette” come titolato a tutta prima pagina dal quotidiano Roma/Cronaca del 21 aprile scorso. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini