ROMA – La decisione del ministro del lavoro Elsa Fornero, di non riconfermare il mandato al commissario straordinario Gian Paolo Sassi (in quota Lega Nord) e di sostituirlo con il professore Massimo De Felice (docente di matematica finanziaria), ha prima scontentato tutti e poi ha provocato una vera e propria rivoluzione. In pratica si teme che decisione sia l’atto formale di consegna del prestigioso Ente, l’INAIL, nelle mani dei privati. Tutti, chi più chi meno, hanno gridato allo scandalo perché tutti, ovviamente, non conoscono la vera storia dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Chi conosce la storia dell’Ente sa benissimo che l’Inail nel corso di tutti i 114 anni della sua vita è stato sempre con la spada di Damocle sulla testa, a metà strada tra il pubblico e il privato. Nel senso che il suo perfetto funzionamento ha sempre fatto gola a tutti. Le prime notizie dell’Inail risalgono addirittura all’anno 1898 quando, in piena seconda rivoluzione industriale ed a seguito del cambiamento epocale tra società d’elite e società di massa, i legislatori dell’epoca incominciarono a porsi il problema di disciplinare una materia importantissima a tutela dell’integrità fisica e ambientale dei lavoratori. La protezione e la prevenzione sul lavoro fu affidata a società private appositamente reperite sul mercato o costituite ex novo alla bisogna. Questo “marchio privatistico” rimarrà indelebile nella storia dell’Ente, fino ai giorni nostri. Sotto i governi Giolitti iniziò la trasformazione da privato a pubblico e soprattutto sotto il fascismo si arrivò alla definitiva denominazione dell’ente in Istituto Nazionale Fascista per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INFAIL). All’Italia repubblicana fu sufficiente elidere la “F” dalla denominazione per ottenere l’attuale INAIL. Ma la storia dell’Ente non si ferma a queste semplici considerazioni. E’ stato il primo Ente pubblico a far passare il concetto, per certi versi storico e rivoluzionario, dell’automaticità delle prestazioni. In pratica ogni lavoratore è comunque e sempre tutelato assicurativamente contro il rischio infortuni, al di là e al di sopra delle eventuali responsabilità nel determinismo dell’evento lesivo da addebitare al presunto colpevole, sia esso il datore di lavoro o un terzo; ed anche al di là della evasione o meno dei “premi assicurativi”. Ecco un’altra parola, “premio” e non contributi come per gli altri Enti Previdenziali, che sembra letteralmente incarnata nella storia dell’Ente, quasi a perenne ricordo delle sue origini privatistiche che hanno assicurato il buono, se non perfetto, funzionamento del meccanismo assicurativo. L’Inail, pur nella sua dimensione pubblica, è stato il primo Istituto Assicurativo a licenziare un “testo unico” delle disposizioni di legge in merito alla tutela assicurativa antinfortunistica; lo ha fatto addirittura 51 anni fa, nel 1961, con apposito DPR n. 1124 che è stato per decenni assolutamente innovativo e rivoluzionario. Il DPR del 1961 ha anticipato addirittura le direttive della UE che hanno poi portato lo Stato all’emanazione del D.L.vo del 1994 come testo unico in materia di disciplina della prevenzione contro gli infortuni sul lavoro, primo tassello di un lungo cammino ancora da completare. Nel corso della sua lunga storia l’Inail ha sempre avuto bilanci in attivo o, nei peggiori dei casi, in pareggio e spesso le casse dell’Istituto si sono aperte in favore delle necessità di altri Enti e dello stesso Stato centrale. Anche la politica degli investimenti condotta da sempre dall’Inail ha prodotto un arricchimento immobiliare senza precedenti che soltanto le scellerate scelte governative hanno in parte dissipato. Fino alla prima devastante riforma sanitaria, quella del ’75, l’Inail gestiva anche i famosissimi CTO (Centri traumatologici Ortopedici) disseminati in tutta Italia; conserva, fortunatamente, tuttora la titolarità del Centro Protesi di Vigorso di Budrio, onore e vanto anche a livello mondiale, dove è stato curato e rimesso in piedi il campione dell’automobilismo di F/1 “Alex Zanardi” che ha poi (credo da solo e senza la partecipazione dell’Inail!!) pubblicizzato le qualità del centro a livello planetario. Ma ovviamente i casi di riabilitazione totale o parziale non si contano. Nell’anno del centenario della sua storia l’Inail riuscì anche ad organizzare in Italia, a Napoli, il convegno mondiale della sicurezza sul lavoro con esperti provenienti da moltissimi Paesi del Mondo, mai più ripetuto nel nostro Paese. Oggi ritorna di nuovo di grande attualità la possibilità per i privati di mettere le mani sull’Inail che qualche errore comunque l’ha commesso, soprattutto sul piano delle relazioni con gli altri Enti Previdenziali e su quello della comunicazione ufficiale affidata sempre a soggetti che non hanno mai saputo pienamente “far passare” il messaggio culturale di cui l’Inail stesso è portatore sano. Gli eventi dei prossimi mesi ci diranno la verità.
direttore: Aldo Bianchini