SALERNO – I militari della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno, in ottemperanza a quanto disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, Dott. Vincenzo DI FLORIO,hanno sottoposto a sequestro preventivoun fabbricato adibito a parcheggio su tre livelli per complessivi mq. 3.365, in località “Cannillo” nel Comune di Cetara. Il Decreto di sequestro è stato emesso su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, Dott. Carmine OLIVIERI, che ha coordinato le complesse indagini svolte anche con la consulenza tecnica di un perito nominato dall’A.G. L’imponente opera edilizia, peraltro, era già stata sottoposta a sequestro nello scorso mese di novembre in quanto realizzata in un’area dichiarata dalle competenti Autorità a grave rischio di dissesto idrogeologico e, pertanto, interessata da divieto assoluto di edificabilità. Le successive indagini, dalle quali è scaturito l’ulteriore provvedimento cautelare eseguito, hanno consentito di evidenziare che il rilascio dell’autorizzazione all’edificazione del manufatto, sarebbe avvenuto in violazione delle norme in vigore, che, in ragione della particolarità delle aree in questione, sanciscono la competenza del Consiglio Comunale a deliberare in materia di programmazione del territorio; nel caso di specie, in particolare, la destinazione ad uso pubblico esclusivo dell’area sarebbe stata deliberata dalla Giunta Comunale, senza la preventiva approvazione dell’istanza progettuale da parte dell’organo consiliare. Proprio per tali fatti, le indagini hanno condotto alla formulazione delle ipotesi di reato a carico di dieci responsabili, fra cui il Sindaco del Comune di Cetara, tre componenti dell’attuale Giunta Comunale di Cetara, un componente della precedente Giunta Comunale, il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Cetara, i tre comproprietari del fabbricato, ed il progettista e direttore dei lavori, i quali dovranno rispondere, in concorso fra loro, dei reati di danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità. Gli abusi edilizi sono stati perpetrati, inoltre, all’interno del perimetro del Parco Regionale dei Monti Lattari, in una zona riconosciuta “patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO.