Aldo Bianchini
SALA CONSILINA – Alla cerimonia di inaugurazione della sede, nuova e moderna, di OndaNews attrezzata in alcuni locali del prestigioso palazzo municipale di San Pietro al Tanagro ho vissuto diversi stati d’animo: gioia, incredulità e dispiacere. Il primo di gioia per il successo ormai straripante di OndaNews che riesce a legare sempre di più con il territorio e con il potere locale. Quasi tutti presenti i vertici istituzionali nel segno di un grande rapporto, per certi aspetti anche amichevole, con l’ispiratore di quella che è diventata in breve tempo la migliore e più seguita agenzia d’informazione del territorio. Parlo ovviamente di Rocco Colombo, di suo figlio Antonio e di tutti gli altri collaboratori. Con l’augurio di non farsi prendere più di tanto dalle spire avvolgenti e coinvolgenti del potere. Auguri sinceri, sentiti e di cuore. Il secondo di incredulità è dovuto al fatto inusuale del sindaco di San Pietro, Domenico Quaranta, che ha indossato la fascia tricolore per l’inaugurazione di una struttura che è e resta di carattere privato. Esiste un protocollo preciso con disposizioni tassative che va sempre rispettato. Aspetto le motivazioni al riguardo. Il terzo stato d’animo, quello del dispiacere, è certamente quello più serio e inquietante. Quattro giovani giornalisti e tecnici del mondo dell’informazione hanno perso il loro posto di lavoro. Alcuni per licenziamento, altri per dimissioni volontarie per solidarietà con i compagni contro i licenziamenti poco chiari. Un atto, quello delle dimissioni volontarie, che fa certamente onore a chi l’ha compiuto ma che on risolve, semmai aggrava, la pesante situazione venutasi a creare. Parlo dei licenziamenti adottati dalla società che gestisce Uno/Tv, una televisione locale che sembrava essere partita alla grande ma che si sta perdendo per strada. Probabilmente a causa di un errato progetto di investimento. Dico subito, per evitare fraintendimenti, che dodici dipendenti per una tv locale come quella in questione mi sembravano molti; ma allora qui c’è un errore di valutazione di fondo che non dovrebbe appartenere a giovani e intraprendenti imprenditori. La versione ufficiale della società tende a giustificare i licenziamenti con l’attuale crisi economica, e fin qui, purtroppo, non ci sarebbe niente da dire. Se non fosse per una voce insistente che si fa strada, ora dopo ora, e che accrediterebbe i licenziamenti ad una sorta di punizione almeno di un dipendente reo di essersi schierato contro il punto di vista del legale rappresentante della società editrice sulla questione del “petrolio si, petrolio no” che in queste ultime settimane ha tenuto banco in tutto il Vallo di Diano. Se così fosse saremmo di fronte ad un attentato gravissimo contro la libertà d’informazione e contro la libertà di un giornalista. Ma al di là di questa storia che va tutta provata, la cosa che mi ha angosciato di più è stato il silenzio ovattato che l’intero mondo dell’informazione locale ha disteso sulla vicenda. So benissimo, per la lunga esperienza che porto sulle spalle, che la solidarietà nel nostro mestiere è una chimera sconosciuta, ritengo però che per questi quattro ragazzi rimasti a spasso bisognerebbe fare qualcosa di più concreto per la risoluzione non solo del loro problema ma di un problema che riguarda, ne sono convinto, tutta l’informazione locale che troppo spesso si appiattisce sulle comode sponde del potere. Il mio è un appello, spero venga raccolto da qualcuno.
sono entrato nella redazione di Unotv quando non era ancora partita. Neanche il sito era online. Ma ci stavano tanti strumenti e tante persone in gamba in quella redazione che ne sono uscito contento. Una squadra di ragazzi con idee, qualità e talento. Tutti. E la consapevolezza che per il Vallo di Diano, Unotv servisse per il bene di tutti, cittadini e giornalisti. Il lavoro fatto da Antonio Sica e tutti gli altri è stato prezioso e generoso, per mettere su una informazione che coprisse tutto ma che fosse anche una voce fuori dal coro, diversa sia per contenuti che per qualità. Poi qualcosa si è rotto, prima Gianfranco, poi il petrolio. Gli imprenditori sono entrati troppo dentro, smettendo di fare gli imprenditori e volendo fare i politici giornalisti. Alcuni segnali sono stati chiari. E oggi si arriva ai licenziamenti, probabilmente neanche dettati da velleità politiche ma da incapacità economiche imprenditoriali. NOn certo giornalistiche, non certo redazionali.
Ecco perchè la prima cosa da fare è distinguere tra la Valcomunicazione che è l’azienda che edita Unotv e l’organo di stampa Unotv con tanto di redazione (almeno fino a poco fa). La sua redazione ha fatto benissimo. Chi non ha fatto il proprio dovere sono gli imprenditori sia perchè non hanno pensato al prodotto, sia perchè hanno voluto gestire il contenuto del prodotto, facendolo tra l’altro in maniera grossolana.
per cui solidarietà a chi è stato licenziato, Romina, Willy, Domenico, Cono e forse qualche altro, e solidarietà a chi sta ancora in redazione per tentare di continuare un piccolo sogno che forse si è rotto. E sono sicuro che alla fine tutti gli altri faranno la scelta giusta.
Io ho collaborato con la redazione di Unotv con una piccola rubrica di Un Minuto (forse la valcomunicazione non lo sa neanche). Una possibilità e una idea di Antonio Sica, un modo per riavvicinarmi al Vallo e per stare in quella squadra, nel rispetto di tutte le altre squadre di giornalisti e tecnici con capacità, con cui ho collaborato.
Adesso qualcosa si è rotto e anche il Minuto è andato…si è spezzato…
Di certo il fatto che questo qualcosa si è spezzato e che quella Unotv, andata avanti finora, non ci sarà piû (perchè pur se continua, sarà difficile per gli imprenditori continuare con il velo dell’innocenza d’informazione) per il vallo è una sconfitta e non certo una vittoria… Come è una sconfitta quando i giornalisti si fanno la guerra, l’informazione è tutta uguale o unica, e i ricatti sono facili da fare.
e allora che fare?? ma soprattutto l’Ordine e i sindacati dove stanno???
Gentile Salvatore, dal tuo scritto capisco che sei ancora un puro. Mi fa piacere che ci siiano giovani puri. Vale però soltanto la pena di ricordare che gli imprenditori fanno gli imprenditori e che i giornalisti devono fare i giornalisti. Non si nasce nè liberi nè indipendenti, si diventa, senza abbattimenti e senza vanagloria. Non conosco gli imprenditori di UnoTv come non conosco il corpo redazionale. Mi hanno riferito che per molti mesi gli imprenditori hanno messo fuori i soldi e hanno pagato il gruppo (giornalisti e tecnici) senza produrre nulla. Forse in quel periodo ci si era appiattiti un pò troppo sui pressunti allori. Rimane, comunque, un fatto grave che va combattuto. In merito all’ordine dei giornalisti, mi meraviglio di te, ma non è mai esistito, almeno per queste cose. Ti saluto.
Troppo lungo, quasi da sproloquio, il commento di Salvatore. Molto più sintetico quello di Paolo. Fortunatamente c’è Bianchini che è capace di denunciare questti accadimenti. Mi risulta che Salvatore sia giornalista, un valente giornalista, con molte possibilità di intervento e ocn molte conoscenze in zona e fuori. Vorrei capire se senza l’intervento di Bianchini avrebbe avuto il coraggio di schierarsi con i ragazzi licenziati. Un pò troppo sopra le righe, invece, il commento di Paolo quando parla degli imprenditori. Voglio solo sperare che altri navigatori e altri giornalisti intervengano in questo dibattito.
Quando accadono questi fatti rimane sempre l’amaro in bocca e non si sa mai da che parte sta la ragione. Ma non si può nemmeno sempre spezzare la lancia in due. Sappiamo di che pasta sono fatti gli imprenditori del Vallo e quali sono i loro obiettivi.
Si sta insinuando che per uno scontro sul petrolio (si o no!!) la rabbia dell’imprenditore di riferimento della società che gestuisce Uno/tv si sarebbe abbattuta sui quattro ragazzi. Lam cosa mi lascia perplesso. Perchè gli altri tecnici e giornalisti di quella redazione non parlano, anzi zittiscono e nonn dicono nulla. Eppure da giornalisti dovrebbero sapere che davanti ad una notizia non c’è da scegliere e va data. Se sono convinti della bontà della decisione societaria dovrebbero difendere quelle scelte, se invece sono convinti del contrario dovrebbero difendere i colleghi di lavoro che hanno perso il posto. Questa dovrebbe chiamarsi libertà d’informazione. Mettere la testa sotto la sabbia non paga mai.
Vivo a Sala Consilina ed in tutta sincerità non mi sono mai accorto di questo grande sono di libera informazione promanato da Uno/Tv. Era ed è una tv che da delle notizie, molto spesso con interviste e da comunicati. Insomma di una normalità quasi asfissiante. Come del resto Italia/2. Un pò meno 105/tv. Ma in buona sostanza ho visto e vedo telegiornali che chiamerei “teleinterviste”, poi più nulla, come un libro bianco. Mi interessa questo sogno di Salvatore, se può me lo spieghi meglio.
Sono sincero, non mi ero mai accorto che Uno/Tv facesse “informazione fuori dal coro”. Ma Salvatore sa quello che dice o parla a vanvera?
Capisco lo sfogo di Salvatore quando parla di “imprenditori che vogliono fare i giornalisti” e mi preoccupo. Ma mi spaventa ancora di più sapere che ci sono giornalisti che consentono agli imprenditori di giocare a fare i giornalisti. Non vi pare.
Salvatore avrà pure vagheggiato sul sogno (che non eiste!!) ma tutti gli altri giornalisti del Vallo dove sono finiti. Mi viene un dubbio, vuoi vedere che Salvatore parla solo perchè, come dice lui, è lontano dal territorio.
Non so cosa dire. Sinceramente mi sembra che il ruolo di giornalista è andato in confusione e non riesce a ritrovarsi di fronte a dei licenziamenti apparentemente non giustificabili.
Io, invece, sono perfettamente d’accordo con Salvatore. Conosco alcuni di quei ragazzi (per averli visti in tv) e mi sembrano ragazzi per bene e anche molto bravi. Di quegli imprenditori diffido totalmente, in primis del loro rappresentante che mi sembra con la puzzetta sotto il naso.
Mi dispiace veramente molto per quei ragazzi. Ci vorrebbe molta più solidarietà tra gli stessi giornalisti.
Una vicenda strana. Mi meraviglio che a questo punto, viste le molte indiscrezioni non proprio belle, la società di Uno/Tv non ritenga di dover dare delle spiegazioni ufficiali sui licenziamenti.
Strano che Di Brizzi, abituato a fare comunicati per tutto, non mette in gioco la sua faccia con un comunicato ufficiale che, poi, potremmo anche rispettare.
Facciamo il punto. La società che edita Uno/Tv , non superando i 15 dipendenti, non ha alcun problema nell’effettuare i licenziamenti. Buona prassi, però, vorrebbe un tantino di democraticità e trasparenza. Basterebbero due righe ufficiali.
Sarà una cattiveria, ma ho sentito dire in giro che da tempo era in atto uno scontro di natura lavorativa tra la società di Uno/Tv ed almeno uno dei dipendenti licenziati che assumeva atteggiamenti di sfida. Altro che petrolio.
In giro si dice che per colpa della compagna di un tecnico (non conosco le generalità) che fa politica politicante e che si sarebbe scontrata con Di Brizzi sulla vicenda del petrolio è venuta fuori tutta questa bagarre. Ci sarebbe bisogno d chiarezza, possono farla soltanto gli altri dipendenti di Unotv che, invece, stanno zitti.
Conosco uno dei ragazzi che sono stati licenziati. E’ una vera vergogna per tutti quelli che si definiscono imprenditori.
Ha ragione Salvatore che tutti ricordiamo come ottimo giornalista. Gli imprenditori dovrebbero fare gli imprenditori senza scimmiottare il mestiere di altri. E poi con questi imprenditorii……..
Sono di Sala Consilina, guardoi spesso UnoTv e la trovo davvero un abella realtà, spigliata e non imbavagliata. Altro che storie!!
Sono di Sala Consilina. Veramente grave il licenziamento di quei quattro ragazzi. Esprimo tutta la mia solidarietà
Io prima di condannare a spada tratta gli imprenditori aspetterei un attimo. Se non c’è niente da nascondere se fossi nei panni di Di Brizzi uscirei alo scoperto senza esitazione.
to seguendo con attenzione questo dibattito e dico la mia. Se “il bel Valentino” vuole continuare a fare politica ed essere credibile dovrà fare un bagno di umiltà ed uscire allo scoperto per spiegara cosa è accaduto veramente.
Troppo accentratore Di Brizzi, questo lo perde cfatalmente. Per il resto ha idee e progetti. ma non deve cadere nella trappola di questi quattro licenziamenti. In politica queste cose si pagano.
Mi sembra un pò catastrofica la vicenda di UnoTv così come viene raccontata nei commenti. La tv continua a trasmettere, come prima, forse meglio di prima. Tutti siamo utili ma non indispensabili.
Abito nelle vicinanze di UnoTv e guardandola noto che da spazio a tutti. E’ una televisione libera, anche se il suo editore di riferimento fa politica per il PdL, almeno la faceva.
Sono un utente assiduo della tv locali. Peccato che si copiano tra di loro e fanno, eccezione per 105tv, quasi le stesse cose con una marea di interviste. Meglio chiuderne qualcuna.
Anche io sono di Sala Consilina e guardo spesso le tv locali con la speranza di avere più opinioni a confronto. Purtroppo c’è solo da ascoltare interviste, nel migliore dei casi.
Salvatore Medici che conosco come giornalista parla di “idee rivoluzionarie e innovative” su UnoTv. Forse ha guardato qualche altra tv!!
Se le indiscrezioni che circolano anche in città, non solo in questi commenti, saranno accertate per vere, allora la cosa è veramente grave ed un personaaggio pubblico come Valentino Di Brizzi deve chiarire la sua posizione. Non può fare da un lato il garantista e dall’altro lo schiavista.
La situazione venutasi a creare nella società che gestiscce UnoTv è seria. Mi risulta che già qualche socio vorrebbe distinguere il suo operato da quello del presidente Di Brizzi.
Mi dispiace che nessuno abbia messo in risalto il fatto che almeno uno dei quattro ragazzi si è dimesso per solidarietà nei confronti dei compagni di lavoro. Se la cosa è vera mi aspetto che il direttore dell’emittente UnoTv, Antonio Sica, sia l’interprete di un approfondimento televisivo. se come dice Salvatore, sono giornalisti liberi la cosa non dovrebbe essere difficile. Altrimenti …..
Visto la grave situazine e più volte tirato in ballo nei commenti, il Signor DI BRIZZI VALENTINO dovrebbe rispondere, anche per dovere e di rispetto….