SASSANO – Premesso che soltanto casualmente sono venuto a conoscenza che questo pomeriggio, presso palazzo Babino di Sassano, si terrà un incontro sul tema della legalità organizzato dall’associazione LIBERA di Salerno. Premesso anche che sono profondamente convinto del fatto che “nessuno debba essere profeta in patria”, cosa questa che si attaglia perfettamente al mio modo di fare giornalismo, ritengo di dover esternare alcune mie considerazioni sui cosiddetti “100 passi verso la legalità”. L’incontro è assolutamente interessante e qualificante ed è perfettamente in linea con le idee di legalità e trasparenza che sono patrimonio personale del sindaco Tommaso Pellegrino; patrimonio che sta trasmettendo a tutti i componenti del “Forum dei Giovani” di Sassano che lo seguono in questo difficile compito di educazione culturale alla legalità in senso lato. Da questo punto di vista non mi sorprende affatto la circostanza che Tommaso Pellegrino sia riuscito, ancora una volta, a portare a Sassano il fior fiore degli esponenti istituzionali della legalità, a cominciare dal pm antimafia Catello Maresca, passando per il procuratore capo di Sala Consilina Amato Barile, fino ai due pm della locale procura Michele Sessa e Carlo Rinaldi che stasera saranno presenti al tavolo dell’incontro sulla legalità. Sarebbe stata proprio la presenza dei due pm, come una ciliegina sulla torta, ad aver suscitato pesanti perplessità nell’immaginario di Roberto De Luca, responsabile del Codacons del Vallo di Diano. Incredibile ma vero, la fonte delle perplessità sarebbe il famigerato “boschetto paleo-palustre” che con cadenza periodica ritorna al centro dell’attenzione dell’associazione dei consumatori. In considerazione del fatto che i due pm, Sessa e Rinaldi, stanno conducendo indagini relativamente a questioni nevralgiche per il futuro dell’intero comprensorio Roberto De Luca scrive testualmente: “”ci sembra poco opportuno un coinvolgimento diretto degli stessi PM con l’amministrazione sassanese e con i sostenitori della stessa”. Sempre secondo il responsabile del Codacons tenuto conto che l’attuale sindaco quando era parlamentare dei Verdi aveva determinato il ritiro, da parte dell’altro deputato verde on. Trepiccione, una interrogazione del 2007 incentrata proprio sul boschetto paleo-palustre. Tenuto altresì conto che il Corpo Forestale ha inviato nel gennaio 2011 una scheda di notizia di reato alla procura di Sala per falso ideologico e occupazione abusiva di suolo a carico del comune di Sassano e che le opere infrastrutturali dell’area sono state affidate ad un’impresa di Casal di Principe, con interessamento della Betulla e di alcuni pezzi delle istituzioni locali. “Per queste ragioni il CODACONS Vallo di Diano –conclude De Luca- ritiene inopportuna la presenza al tavolo di discussione dei PM che dovranno, in futuro, intervenire sulle vicende legate ad un’area di elevato pregio ambientale (Carta di Destinazione d’uso del territorio, approvata dalla Comunità Montana nel 2003), che oggi si vuole adibire a zona industriale nonostante una legge regionale (L.R. 17/1998) obblighi i Comuni a rivedere il piano regolatore in base alle determinazioni della Comunità Montana. E non solo su queste vicende saranno chiamati a valutare…”. Insomma più o meno le stesse eccezioni che De Luca già ha mosso un paio di mesi fa per la questione della cittadinanza onoraria che Pellegrino aveva previsto di conferire al pm antimafia Catello Maresca. Va detto subito che ognuno è libero di pensarla come vuole purchè il suo pensiero rientri nei canoni dell’assoluta legittimità a garanzia soprattutto della libertà di pensiero e di azione del prossimo. Nel caso di specie non mi sembra che queste garanzie vengano rispettate perché, al di là della difesa quasi ossessiva del boschetto da parte di De Luca, appare evidente che sedersi allo stesso tavolo non può in maniera assoluta prefigurare chissà quale scenario di illegalità o, peggio ancora, di strategie eversive ai fini di un possibile coinvolgimento dei pm nella determinazione bonaria di un caso giudiziario alquanto intricato. Va chiarito subito, e De Lucas deve convincersi una volta per tutte, che a Sassano non è mai arrivata neppure l’ombra dei pericolosissimi casalesi, così come deve convincersi che Tommaso Pellegrino nella vicenda del boschetto paleo-palustre non c’entra assolutamente niente per essere semplicemente stato fuori dall’amministrazione comunale fino alla primavera del 2009 quando fu eletto sindaco. Anzi a tutto vantaggio del sindaco esiste tutta una serie di atti amministrativi che vanno nella direzione opposta a quella evocata da De Luca, difatti è stato proprio il sindaco Pellegrino a sollecitare la Procura ad attivare il controllo di legalità sulla tutela ambientale e sulla destinazione del boschetto. Non solo, ha anche attivato la costituzione di una specifica commissione scientifica al fine di capire la reale origine del boschetto che in maniera quasi monocratica viene definito dal Codacons come paleo-palustre. Irrilevante l’intervento dell’allora on. Pellegrino in commissione ambiente della Camera perché esclusivamente diretto alla tutela, non soltanto dell’ambiente, ma soprattutto dei posti di lavoro che sulla carta dovevano essere garantiti. C’è poi la non irrilevante posizione comportamentale di assoluto profilo professionale dimostrata fino ad oggi dai due PM salesi che hanno il pieno diritto di presenziare ad un incontro incentrato sulla legalità e diretto ai giovani. Guai se i magistrati Sessa e Rinaldi si facessero irretire dalle osservazioni, palesemente fuori luogo, del responsabile del Codacons e non si presentassero al tavolo di questo pomeriggio. Cento passi verso la legalità non può e non deve conoscere battute d’arresto, ne risentirebbe tutta la comunità locale alla quale il nuovo sindaco sta davvero facendo fare passi positivi in avanti a garanzia di un’immagine che fino a poco tempo fa poteva soltanto sognare.