PdL: Carfagna, cugine contro!!

Aldo Bianchini

SALERNO – Quando in politica incominciarono ad entrare le donne io mi turai un po’ il naso. Non perché sia maschilista, probabilmente sono più femminista di quello che posso apparire, ma perché per una sorta di distorsione culturale arcaica pensavo che le donne non dovessero occupare “anche” gli spazi della politica tradizionalmente riservati agli uomini. Poi, al di là delle stupide quote, è arrivata  addirittura la “valanga rosa”, non quella che scendeva a scavezzacollo giù per le montagne sugli sci, ma quella che di fatto ha presidiato tutti o quasi i gangli vitali non solo della politica ma anche delle istituzioni. Non era mai accaduto, almeno a memoria d’uomo, che un ministero delicato come quello dell’interno fosse arrivato nelle mani di una donna. Ma non è ovviamente di questo che voglio scrivere oggi. La valanga rosa ha, comunque, introdotto nel mondo della politica moltissime donne ed anche per loro capita di doversi misurare con una qualche parente, come spesso è già accaduto in campo maschile. Ed eccoci alla notizia, si fa per dire, di questi giorni, notizia che è già stata pubblicata da tutti senza alcun commento, come sempre. Si tratta dell’ex ministro delle pari opportunità Maria Rosaria Carfagna (detta Mara), già apprezzata conduttrice televisiva, e della cugina Maria Rosaria Carfagna (detta … niente!!), docente presso le scuole superiori. Figlie di due fratelli, entrambi apprezzati professionisti, si ritrovano con lo stesso nome  di battesimo per ricordare la nonna paterna prematuramente scomparsa.   Questo accade in tante famiglie e come in tante realtà sono quasi cresciute insieme. Ho usato l’avverbio dubitativo “quasi” perché è sempre accaduto, e credo sia accaduto anche a loro due, che tra cugini ci sono rapporti ottimi, buoni ed anche incrinati. Rapporti che poi si mescolano tra loro a seconda dei tempi e delle necessità reciproche. Non conosco l’ex ministra sul piano personale, l’ho incrociata un paio di volte in qualche manifestazione. Conosco, invece, ma non benissimo la professoressa Maria Rosaria Carfagna per averla frequentata diverse volte insieme anche ad Elvira       Morena a centellinare qualche caffè lungo Corso Vittorio Emanuele. Ho sempre ritenuto l’ex ministro una persona assolutamente lontana dalla politica, quella con la “P”     maiuscola, quella cui ci avevano abituati i grandi maestri della cosiddetta prima repubblica. Me ne ero fatto una ragione in considerazione del fatto che alla politica dovesse essere dato uno “smalto moderno” per allontanarla rapidamente dagli stereotipi del passato vincolati a schemi antiquati e per proiettarla verso una funzionalità assolutamente al passo con i tempi per decisioni rapide, concrete e ravvicinate. Niente di tutto questo, anche l’ex ministro che pur dimostrava un perfetto feeling con la politica era caduta subito nelle trappole del vecchiume della politica fatta di intrighi, di beghe, di contrasti asfissianti e di scelte da rinviare il più a lungo possibile. I viaggi con il papà nella tana del “gran visir” di Nusco non le erano serviti a nulla, forse il vecchio Ciriaco aveva visto giusto e per questo aveva declinato gli inviti a proiettarla nel mondo della politica. Era approdata in Forza Italia, e poi nel PdL, dove le fu più facile dimostrare le sue indubbie qualità intellettuali e politiche ed anche di ottima comunicatrice. Ma è rimasta sempre e comunque lontana dal territorio, dalla realtà dei luoghi in cui era nata ed era cresciuta prima del grande balzo nel mondo della televisione nazionale. Oltretutto ha concesso un po’ troppo al sindaco De Luca finendo per danneggiare, forse irreparabilmente, non solo il suo rivale Cirielli ma l’intero partito.  La politica non era questa e non è questa. Tutte queste cose le ho sempre scritte e dette anche a voce, finanche alla cugina che probabilmente non ha mai ascoltato tutto quello che le andavo dicendo sulla instabilità e sulla inaffidabilità della politica che scavalca anche gli affetti familiari più cari. Ho sempre avuto l’impressione che Maria Rosaria, la professoressa, sia stata usata come un tira-molla dalla cugina più in vista, più brava, e più introdotta. Poi, dopo oltre un anno dall’ultimo nostro incontro, all’improvviso la notizia della sua inclusione nel ristretto novero della “governance provinciale del PdL” (Popolo della Libertà). Non ci credevo, non potevo immaginarla inserita in un ruolo di così alta responsabilità, insomma non la ritenevo capace di accettare compromessi e mezze misure che in politica sono l’espressione più alta per una sicura carriera. E’ durato soltanto qualche giorno, infine la nuova notizia dell’esclusione (qualcuno ha scritto “fatta fuori”) brusca e forse anche brutale. Niente di grave, meglio continuare a fare la professoressa con serenità e passione; della politica meglio discuterne seduti ad un tavolino sorseggiando un buon caffè. Mi dispiace sinceramente per Elvira che insiste e vuole continuare a cavalcare una tigre che non è sua per carattere e per cultura, ma c’è sempre tempo per ripensarci. Alla prossima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *