DI NECESSITA’ VIRTU’ (SE MONTI VOLA)

Michele Ingenito

Chi l’avrebbe mai detto che il Cavaliere (e con lui Casini) auspicasse una ‘ammucchiata a tre’ (la definisce così Maroni, LEGA NORD) a sostegno dell’impavido Monti. Che, quando è necessario, espone anche i ‘muscoli’, inviando saggi preavvisi agli ANTI-TAV valdostani. La sensazione che va sempre di più radicandosi nell’opinione pubblica è che il tasso di fiducia popolare cresca in misura esponenziale nei confronti dell’attuale Presidente del Consiglio. Per ragioni politiche? Sicuramente. Istituzionali? Anche. Di governo? A maggior ragione. Ma, soprattutto, per quel quid che non si può spiegare e che, sostanzialmente, nell’intimo della gente, si traduce  nella parola fiducia. Non è un quid nato per caso, si intenda. Ma dal ragionamento. La gente (quella che mette i soldi sotto il materasso, per intenderci) si chiede. Se in poco più di cento giorni il longilineo uomo di Stato è riuscito a placare – nei fatti – una panzer come la Cancelliera Merkel (lo spread italo-tedesco continua a scendere a nostro favore), se un sornione come Sarkosy (neppure tanto immune da colpe per una Francia a sua volta con una stella in meno) ostenta atteggiamenti non più ilari nei confronti dell’Italia e del suo ex-PM, se i vertici politico-istituzionali dell’UE si inchinano deferenti dinanzi al più celebre bocconiano del momento, sostenendone l’azione, qualcosa di vero e reale deve pure esserci. Ma, più di tutto e di tutti, se tutti i partiti che contano (tranne la LEGA NORD) riconoscono gli effetti positivi del governo attualmente in carica, è ovvio che la gente comune continui a chiedersi: “Scusate, signori, ma se Monti ha realizzato ciò che voi (governanti e oppositori a stipendio/pensione fissi pressoché a vita) non siete riusciti a fare in anni e anni di proprietà gestionale della vita politica ed istituzionale del nostro Paese, o siete (stati) degli incapaci o avevate comunque le mani legate; indipendentemente dalla buona o cattiva volontà impressa alle vostre gesta!” Il ragionamento non fa una grinza. Vie d’uscita non ce ne sono.  La gente continua a non capire come mai vertici istituzionali del pubblico, semi pubblico e privato percepiscano retribuzioni da capogiro, a fronte della miseria stipendiale che investe gran parte della popolazione a reddito fisso. Perché il nostro Capo della Polizia Manganelli, ad esempio, mette in saccoccia 622.000,00 euro all’anno (più benefit infiniti in virtù del prestigio della carica), così come tanti altri pezzi pesantissimi del potere pubblico, mentre i suoi poliziotti incassano di media sui 1.300,00 euro al mese, giocandosi la vita giorno dopo giorno? Siamo al Medioevo, per caso? Quando i baroni ricevevano appannaggi analoghi sotto forme diverse man non meno produttive pur di non tradire il re? Oggi i re sono scomparsi, almeno in Italia. E non hanno bisogno di comprarsi i baroni a difesa del trono, per il semplice fatto che la monarchia assoluta non esiste  in un paese civile e teoricamente democratico come il nostro. Suvvia, Prefetto Manganelli, faccia (e con lei tutti gli altri come Lei) il nobile gesto e rinunci alla gran massa di soldi che pur legittimamente le vengono tuttora riconosciuti annualmente da un Stato gran signore con pochi e miserabile con i più. Con tutti quei soldi, pagherebbe almeno 500 stipendi mensili dei suoi uomini. Lo sa (sì, sì, certamente lo sa) che tutti i suoi pari grado (cioè i capi delle Polizie francese, inglese, spagnolo, tedesco) guadagnano non oltre i 75.000,00/80.000,00 euro l’anno, per non parlare di quelli dei Paesi dell’Est? La gente si chiede perché la lotta all’evasione fiscale non sia stata effettuata anche prima di Monti con la determinazione e, evidentemente, con il disinteresse assoluto di chi comandava. Certo, le lobby si difendevano e si difendono bene, con lo stesso Monti a quanto pare. Non ci risulta che il Primo Ministro sia riuscito, infatti, a spuntarla nei confronti delle categorie dei tassisti, dei farmacisti, dei notai. Ma, almeno, in molti altri settori, la macchina pulita partorita dalla volontà di chi comanda qualche risultato lo sta producendo. Cortina, Courmayer, Capri, Liguria, Toscana, Campania, Sicilia, sia pure a strati, insegnano. Gli scontrini fiscali cominciano a funzionare un po’ dappertutto. Non basta. Ma è un segnale potente. Che si incolla nella mente della gente, infondendo in loro fiducia in un’Italia fiscalmente più onesta e più giusta. Fiducia che si trasforma nell’accettazione pur amara di stringere la cinghia, contribuendo alla rinascita del Paese. Purché tutti o quasi tutti paghino il dovuto allo Stato. Il tutto, in definitiva, si traduce in fiducia per l’uno (Monti) e bocciatura per gli altri (predecessori, tutti). E fiducia, quella per la quale settori tuttora deviatissimi e potenti della cosa pubblica si vendono l’anima pur di tradurla in voti da riversare al momento opportuno (e per riconoscenza) ai propri riferimenti politico-elettorali di appartenenza, vuol dire altro tipo di voti. Quelli che Monti e soci prenderebbero, ove mollati dai partiti che li sostengono. Altra sensazione netta, infatti, è che i sondaggi di opinione che, in maniera più o meno tacita i grossi partiti certamente conducono, sono sempre più a favore del Monti bocconiano. E, più si va avanti, più crescono. Ecco perché, volenti o nolenti, i saggi (o i sornioni?) della politica italiana fanno buon viso a cattivo gioco, proponendo ‘matrimoni’ di per sé incompatibili sul piano politico e ideologico. Poi dicono le p…! Certo, Bersani – leader (attuale) del PD – nicchia. E, in un certo senso fa bene. Salvare un po’ di faccia non fa mai male. Ma il suo è un ‘NI’ o un ‘NO’ nei confronti di una sempre meno ipotetica alleanza con PDL-UDC? Comunque vada, a Berlusconi andrebbe bene comunque. Oggi come oggi sarebbe sufficiente un Casini, non più snobbato come ai tempi della ormai famosa doccia privilegiata e ininterrotta, per fare maggioranza. Sempre che Monti, con il passare del tempo, non prenda la fuga, benedetto da Padre Giorgio in attesa di passargli la mano. Allora sì che l’adesione di un PD (non più di Bersani?) sarebbe indispensabile. E poi dicono i Borgia!

 

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