Tribunale Sala C.: sindacati a Roma

Antonio Citera

SALA CONSILINA – Facendo seguito alla richiesta rivolta al Ministro della Giustizia in occasione del recente incontro sulle problematica dell’amministrazione penitenziaria,e sulla revisione della geografia giudiziaria, le organizzazioni sindacali sono state convocate per il prossimo 9 marzo 2012, ore 11.00, presso la sala Rosario Livatino a Roma, al fine di discutere il seguente ordine del giorno: riorganizzazione e distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari. Con questo comunicato, le sigle sindacali: CGIL FP,CISL FPS, UIL PA, CONFSAL/UNSA ,RDB PI ,FLP,FEDRAZIONE INTESA, hanno comunicato la loro presenza e la loro disponibilità al dialogo per trovare una soluzione dignitosa sulla legge 14 settembre 2011, n. 148, di conversione del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, il quale,delega il Governo ad adottare un piano per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio nazionale degli uffici giudiziari. Nella ridefinizione della nuova geografia giudiziaria, si paventa la possibilità che il tribunale Sala Consilina, tra gli altri, venga accorpato con altra sede da definire, l’ipotesi più attendibile è quella di annessione al tribunale di Salerno. Secondo i sindacati, la legge delega non prevede la soppressione tout court dei tribunali “minori”, ma la ridefinizione dell’assetto territoriale degli uffici giudiziari di primo grado, che può avvenire anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi. I criteri per la ridefinizione, a cui è affidata la valutazione dell’incremento di efficienza, in un’operazione di bilanciamento, non tengono in sufficiente considerazione il rapporto tra l’efficacia del servizio giustizia e il numero degli utenti e l’impatto economico derivante ai territori già fortemente provati dalla crisi economica dalla chiusura delle sedi di tribunale. Il tribunale di Sala Consilina abbraccia un vasto territorio con un bacino di utenza di 28 comuni, compresi tra il Vallo di Diano, il Golfo di Policastro, e parte del Tanagro,per un totale di oltre 100.000 persone. Gli attuali dati sui carichi di lavoro e l’indice delle sopravvenienze indicano una produttività elevata della struttura, sia nel civile che nel penale, la soppressione dello stesso, apporterebbe un grave danno sia ai residenti che agli operatori del settore, costretti a fare i pendolari. Una  situazione che da agosto, vede mobilitati addetti ai lavori, istituzioni e cittadini, uniti sul fronte comune di salvare la giustizia nel territorio.  L’ultima speranza dunque, è data dall’accorpamento del territorio limitrofo. Già nei giorni scorsi, si sono avuti incontri per definire una possibile quanto improbabile fusione con Lagonegro. Un vertice tenuto a Potenza, ha fissato i parametri tra le due sedi, da ambo le parti, sembra esserci una volontà a collaborare, ma sembra un tentativo disperato, tenuto conto della diversità dei territori, di competenza, e della tipologia istituzionale con due Corti d’Appello distinte, due province diverse e due regioni ben delimitate in tutti i loro confini. Altra possibilità, è data dall’ l’allargamento del perimetro di competenza del Tribunale verso nord, coinvolgendo i territori dell’Alto Tanagro, degli Alburni e del Calore Salernitano che fanno capo al tribunale di Eboli. Un incontro quello di Roma che servirà a chiarire gli aspetti e soprattutto la volontà del Governo sulla vicenda, tenuto conto che il tempo utile è praticamente scaduto. Un tavolo che vedrà schierate le sigle sindacali da un lato, ed il Capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia il magistrato Luigi Birritteri dall’altra.

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