De Luca e i giornalisti

Aldo Bianchini

SALERNO – È passata una settimana dall’attacco gratuito, volgare, ingiustificato e scomposto portato dal sindaco di Salerno Vincenzo De Luca all’indirizzo dei “giornalisti cafoni e imbecilli”, colpevoli di aver criticato i dati sulle Luci d’artista, che un’impudente e insubordinata Cidec aveva reso noto alla stampa salernitana. È passata una settimana dall’avvio della “campagna per una lotta di liberazione dai cafoni, una lotta armata per una stagione d’impegno politico” sempre contro i giornalisti cafoni e imbecilli. Mi sarei aspettato degli sfracelli, invece è passata una settimana, e non è accaduto il nulla del nulla, segno chiaro di un appiattimento generale insopportabile.

Hanno risposto agli attacchi del sindaco soltanto il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania (Ottavio Lucarelli) e il presidente dell’Associazione napoletana della stampa (Vincenzo Colimoro), in maniera dura e precisa, ma soltanto all’apparenza, perché poi nella sostanza, anche in questo caso, non è accaduto proprio nulla. E la stampa salernitana? Ebbene la stampa salernitana si è limitata a pubblicare le dichiarazioni dei presidenti napoletani senza alcun commento, anzi in qualche caso le predette dichiarazioni sono state riportate in forma alquanto sintetica. A parlare, o meglio a scrivere, in maniera molto decisa è stato soltanto tale Vincenzo Iurillo (giornalista de Il Fatto Quotidiano), che, in data 21 febbraio scorso, dalle pagine del Fatto ha testualmente scritto: <<“Querelatelo”. Colleghi salernitani, querelatelo. Anche a nome dei cittadini salernitani non giornalisti che non si riconoscono nella “città degli imbecilli” descritta dal sindaco. […] Querelate Vincenzo De Luca. Altrimenti passerete davvero per imbecilli”>>. Fino al momento in cui scrivo non ho notizie di querele piovute a raffica, anzi non me ne risulta neppure una, a meno che qualche collega non abbia provveduto con grande riservatezza e segretezza. Voglio subito disilludere il baldo collega del Fatto. Caro Vincenzo –consentimi il tu–, a Salerno nessuno querelerà De Luca perché nessuno ne ha titolo. L’unico che storicamente potrebbe avere un qualche titolo sono io che ti scrivo, per dirti però che non querelerò De Luca per una serie di ragioni che t’illustrerò, anche al fine di ricordarle ai colleghi salernitani che fanno molto spesso orecchie da mercanti. Non so ovviamente cosa o chi si nasconda dietro il tuo comprensibile e condivisibile sfogo, forse qualche oscuro giornalista e/o politico salernitano che non ha gli attributi al posto giusto, ma la cosa non m’interessa più di tanto. Fin dal 1993 sono stato il giornalista che ha sempre cercato di analizzare, con spirito critico e costruttivo, tutto quello che De Luca andava facendo. Per farlo ci ho rimesso una televisione (Quarta Rete TV) e non sono mai entrato nel “giro vorticoso” degli uffici stampa e delle manifestazioni dalle facili prebende, innanzitutto perché non ho mai svenduto la mia identità e la mia libertà e in secondo luogo perché tutto a Salerno è gestito e governato direttamente e solo da De Luca. Per questa ragione oggi mi arrogo il diritto di dire che le esternazioni di De Luca mi appaiono giuste (anche se arroganti e cafonesche !!) rispetto a una folla di giornalisti che l’hanno sempre osannato anche quando sparava le superballe, come per esempio quella dei 5milioni di visitatori per le luci d’artista. Dov’era la stampa quando De Luca brutalizzò –è dire poco!!– il collega Luciano Pignataro con la storia volgare e irripetibile del bacillo dell’antrace e della puzza nella redazione de Il Mattino di Salerno, il cui capo era appunto Pignataro? Lo difesi soltanto io, neppure Il Mattino spese un rigo, vergogna! Dov’era la stampa salernitana quando, poco tempo fa, il sindaco De Luca ha cacciato, quasi a calci in culo, dal suo ufficio stampa il collega Ernesto Pappalardo, reo secondo il sindaco di aver suggerito l’attacco da parte dei “figli delle chiancarelle” alla schifezza del brand? L’ho difeso pubblicamente solo io, vergogna! Dov’era la stampa salernitana quando il sindaco ridicolizzava il consigliere Fausto Morrone, quando ridicolizzava la magistratura, quando ha lasciato sola e indifesa l’ex assessore Rosa Masullo, quando si è liberato del compianto Peppino Cacciatore,  quando ha fatto finta di non conoscere Enzo Bove (re della movida) perché sospettato di collusione con la camorra, oppure quando abbandonò prima Fulvio Bonavitacola e poi Nino Savastano per poi, dopo anni, ripescarli? Ho citato soltanto alcuni dei tantissimi casi che hanno caratterizzato il lungo sindacato di De Luca. Ma dov’erano la stampa salernitana e quella regionale e nazionale quando De Luca ha beffeggiato, addirittura minacciandolo, anche Marco Travaglio; in questo caso non solo la stampa non c’era, ma sotto certi aspetti ha amplificato i messaggi di De Luca, ridicolizzando la firma di punta del Fatto, caro Vincenzo Iurillo? Debbo ritenere che chi ti ha informato sulle faccende salernitane o lo ha fatto male o lo ha fatto per un preciso progetto con meschineria, nascondendosi vilmente. Il suo nome già circola negli ambienti bene informati, ma avremo tempo per parlarne!!  E c’è di più, caro Vincenzo, qualcuno dovrebbe spiegarmi dov’era la stampa salernitana quando nel 2009 è partito il “sistema De Luca”, una sorta di campagna dei “quattro cantoni” (al pari di quella denunciata dall’ex ministro Carmelo Conte e organizzata  in suo danno da Il Mattino). Il sistema De Luca coniò l’epiteto dei “giornalisti pipì”, finalizzato alla denigrazione personale e professionale di chi trovava il coraggio di opporsi. E infine la cosa più eclatante: dov’era la stampa salernitana quando partì lo scandalo della cosiddetta “lista Pessina” che vedeva coinvolto un ex dipendente del Comune di Salerno in uno strano traffico di denaro tra Salerno e l’estero? Ecco perché non querelo De Luca, caro collega. Secondo te, come dovrebbe comportarsi un sindaco abituato a essere omaggiato, quando per l’imperdonabile errore di aver attaccato un’intera categoria si sente appena appena pizzicato da giornalisti che per decenni hanno – almeno nel suo immaginario – colpevolmente taciuto? Ecco perché in fin dei conti anche le prese di posizione di Lucarelli e Colimoro mi appaiono tardive, fumose, inutili  e anche un po’ patetiche, perché non porteranno ad alcun risultato. Alla prossima.

3 thoughts on “De Luca e i giornalisti

  1. Se ti dai la risposta…puoi capire tutto.Anzi proviamo a definire tutto il libro paga di De Luca….non solo alla stampa.

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