CHIESA GRECA E CRISI ECONOMICA

Alfonso D’Alessio

Concessi aiuti di 130 miliardi di euro alla Grecia dopo una notte intensa di lavori dell’Eurogruppo riunito a Bruxelles fino a tarda notte. Ennesime ore di fiato sospeso per il popolo greco a cui tutta l’Europa dovrebbe guardare con riconoscenza per aver immesso nel dna i principi della democrazia. E’ vero, non si vive solo di eredità, ma mi pare che qui ci troviamo di fronte alla totale indifferenza delle sofferenze di una comunità nazionale sacrificata al dio denaro e alle dure leggi che esso impone. Oggi è toccato alla Grecia, ma nemmeno nazioni che ora fanno la parte del leone possono dormire sonni tranquilli. La crisi è di sistema, e nessuno è immune da rischi fino a quando non si rivedranno le regole restituiscono il mercato a servizio dell’uomo e non viceversa. E la Chiesa greca cosa pensa e fa? I cattolici in Grecia sono una minoranza, circa 200 mila su una popolazione di 11 milioni di abitanti. La maggioranza, a parte qualche sparuta minoranza ancora più piccola di quella cattolica, è cristiana ortodossa. Ma le diocesi cattoliche non sono passive di fronte alle gravi difficoltà che il paese sta attraversando, e tramite la Caritas cercano di fare tutto quanto è possibile per aiutare i fratelli di qualunque etnia e religione. Interessantissimo, anche per una lettura che va oltre il fattore religioso, è il documento che i vescovi hanno consegnato ai cattolici.  Colpisce la lucida analisi “come Chiesa Cattolica, nonostante le poche forze e la voce debole, sentiamo di aiutare ad affrontare la crisi economica del nostro paese, che affonda le sue radici nella mancanza di principi morali cristiani e nella vita pubblica e privata del paese”. I vescovi esprimono preoccupazione di come, nonostante la drammaticità della situazione, le parti politiche e sociali continuino a curare i loro interessi partigiani. I cittadini, invece, “si aspettano che le forze politiche trovino l’unione necessaria e il rispetto dei valori morali per condurre la Grecia fuori dalla crisi”. Dunque crisi morale, perdita di valore, smarrimento dall’orizzonte del bene comune, sono le ragioni di fondo che senza demagogia si intravedono sia nella classe politica che nella società più in generale. Da qui l’appello ai cattolici di intensificare i loro sforzi attraverso il volontariato, “la nostra solidarietà – scrivono ancora i vescovi – non vuole essere solo verbale o rimanere un’idea astratta, ma si concretizza attraverso le istituzioni e i membri della nostra chiesa”. Ovviamente la comunità di fedeli è consapevole che da sola non può cambiare molto, ma sa anche di essere quel seme di speranza per il futuro, e quella goccia d’acqua senza la quale il mare non sarebbe tale. Comunità cattolica viva quella greca, che sa essere lievito e luce per tutta la popolazione.

 

 

 

 

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