VALLO di DIANO – Un no d’impatto quello espresso dai sindaci interessati dal protocollo Shell per effettuare sondaggi sul territorio alla ricerca di idrocarburi. I primi cittadini, hanno istituito un comitato lavoro coordinato dalla comunità montana del Vallo di Diano per analizzare bene la vicenda. Una riunione straordinaria, tenutasi martedì sera presso il Comune di Sala Consilina, e convocata dal sindaco Gaetano Ferrari, per analizzare le carte protocollate dalla Shell, colosso Anglo – Olandese nel campo petrolifero, che chiede il permesso di poter procedere alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi, in un’area che abbraccia diversi comuni del Vallo di Diano e della vicina Basilicata, da tempo ormai già colonizzata dall’ENI. Al tavolo, hanno preso parte i sindaci dei comuni interessati, oltre a Gaetano Ferrari, erano presenti Giovanni Caggiano sindaco di Caggiano, Tommaso Pellegrino sindaco di Sassano, Dino Fiore sindaco di Montesano sulla Marcellana, Gianna Pina Benvenga sindaco di San Rufo, Attilio Romano sindaco di Casalbuono, Domenico Nuziata per Salvitelle,Sergio Annunziata sindaco di Atena Lucana, ed il presidente della comunità montana Raffaele Accetta, inoltre alcuni rappresentanti di altri comuni. Un discorso attento, una valutazione eco- ambientale, ed un secco no alla richiesta della Schell, questo il responso, un’unanimità decisa e armonica che ha fissato criteri d’incompatibilità con uno sfregio ambientale , che di fatto si ripercuoterà anche e soprattutto sulla salute dei cittadini. Un unico grido per dire che i beni comuni, quali l’ambiente, il paesaggio, devono essere tutelati, non si può insistere ancora nelle risorse energetiche derivate da combustibili fossili, ma bisogna puntare alle energie rinnovabili, sicure, pulite ed al risparmio energetico, vi è bisogno di un’economia durevole , sostenibile ed armoniosa con la natura, ma soprattutto bisogna tutelare la pubblica incolumità, prendendo spunto dagli effetti i che iniziative del genere hanno causato nella vicina Basilicata, dove nei pressi del centro oli dell’ENI, è stato riscontrato un aumento del 44% delle patologie respiratorie. Un grave danno a tutto il territorio, da evitare a tutti i costi. Nei prossimi giorni, il comitato lavoro, si riunirà per decidere i movimenti futuri, non si esclude un coinvolgimento diretto della Regione Campania, ma soprattutto un sovrano coinvolgimento da parte dei cittadini che saranno informati in tempo reale sulla situazione, predisponendo appositi incontri nelle opportune sedi. Una sfida aperta dunque, dove un’intera comunità, rivendica uno stile di sviluppo non imposto dall’alto, ma studiato all’interno della stessa, per salvaguardare le risorse del territorio, la salute di chi ci vive o lavora, rispetto ad interessi privati. Il Vallo di Diano non è la Libia d’Italia, ma una terra sotto molti aspetti ancora sana, dignitosa, e ricca di risorse da sfruttare, nel rispetto del territorio e della salute dei suoi figli. Secondo il presidente dell’Ente montano Raffaele Accetta, che afferma- non si può pensare ad una trivellazione del nostro territorio ricadente in parte nel perimetro del Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano, e comunque un territorio in area contigua, studi approfonditi –continua Accetta- da parte della comunità montana,già in passato hanno interessato il territorio dal punto di vista geologico, quindi conosciamo bene la struttura dello stesso, e non possiamo permetterci di dar via libera ad un’azione dannosa per lo stesso. Riteniamo sia giusto dire no al progetto specie in un momento in cui la politica economico imprenditoriale del territorio è indirizzata verso sistemi di sviluppo che hanno nella qualità dell’ambiente il proprio punto cardine – conclude Accetta.
direttore: Aldo Bianchini