Da alcuni anni a questa parte alcuni indicatori economici sono stati messi in discussione. Tra questi in particolar modo il Pil, prodotto interno lordo, che rappresenta il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un determinato periodo di tempo.
La critica principale mossa a questo indicatore sintetico è che esprime essenzialmente la crescita economica di un paese, ma non da alcuna indicazione relativamente al suo sviluppo economico. Questo perché non si tiene conto di alcuni aspetti fondamentali:
– Non sempre una crescita economica ha impatti positivi sulla qualità della vita se non vengono presi in considerazione gli altri aspetti della vita sociale
– La crescita economica comporta si una maggiore ricchezza nel paese, ma non necessariamente una distribuzione più equa del reddito, anzi, a volte, come accade ad esempio in India e Cina, questo può contribuire ad un aumento delle disparità e condurre a tensioni sociali. Il Pil pro capite indica la ricchezza media di un paese ma non come viene realmente distribuita tra i cittadini
– Dover crescere a tutti i costi anno dopo anno conduce ad un incoraggiamento dei bisogni artificiali e ad una società eccessivamente consumistica che va a contrastare con la disponibilità di risorse naturali limitate, un caso per tutti quello del consumo di energia elettrica
C’è bisogno di ripensare ad un nuovo gruppo di indicatori che rappresentino, oltre al benessere materiale e alla ricchezza prodotta, anche una distribuzione del reddito equa, dove vengano presi in considerazione le condizioni ambientali, sociosanitarie, il tasso di sviluppo culturale; un indice, in sintesi, che rappresenti in una sola parola la qualità della vita all’interno di uno Stato.
Sono stati effettati vari studi e ricerche volti a colmare il gap informativo del Pil, per trovare degli indici per misurare la crescita di un paese a più ampio raggio: tra questi il BES, indicatore di benessere equo e sostenibile. Il Bes è in corso di definizione e verrà alla luce da una commissione di lavoro formata da esperti e consulenti del Cnel (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) e dell’Istat in collaborazione con altre organizzazioni no profit, tra le quali Legambiente, Ocse, WWF, Italia Nostra, Consiglio Nazionale Consumatori -Utenti e Forum del Terzo Settore. La commissione misurerà, attraverso opportune rilevazioni statistiche, il livello di benessere all’interno del nostro paese che si declina in 12 dimensioni: ambiente, salute, benessere economico, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ricerca ed innovazione, qualità dei servizi, politica e istituzioni.
Più nello specifico, il lavoro degli esperti è partito a metà del 2010, ha una durata prevista di 18 mesi e si articola in tre fasi:
– la prima di carattere informativo, in cui c’è stato il confronto tra le varie organizzazioni prima citate, comitati di esperti e cittadini per raccogliere informazioni ed indicazioni sugli aspetti rilevanti di ogni dimensione del benessere (in particolare l’Istat ha inserito nella propria indagine multiscopo dei quesiti per capire che peso specifico danno i cittadini ad ogni aspetto del benessere, utilizzando le categorie suggerite dalla Commissione Stigliz e dall’Ocse)
– la seconda di carattere organizzativo, che ha permesso di raggruppare le informazioni raccolte nella fase precedente per ottenere delle macro categorie che rappresentino i vari aspetti del benessere (dodici per la precisione)
– la terza, che verrà resa pubblica a metà del 2012, che prevede la diffusione al pubblico di una prima serie di dati relativi al tasso di sviluppo multidimensionale e del benessere registrato in tutta la penisola.
Scopo della ricerca è quello di interpretare in maniera sempre più precisa, attenta e dettagliata il livello di sviluppo raggiunto all’interno della propria nazione, che sarà di ausilio per la formulazione di politiche economiche e sociali più attente alle esigenze dei cittadini e di una società diventata sempre più complessa e dinamica.
Un nuovo concetto di sviluppo in cui l’economia e la crescita sono solo uno dei molteplici aspetti del progresso; un approccio che viene già da diverso tempo utilizzato in altre nazioni quali Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Olanda, Messico, Svizzera ed Irlanda, dove al “classico” Pil vengono affiancati una serie di indicatori multidimensionali.
Per chi volesse maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.misuredelbenessere.it dove si potrà approfondire l’argomento.