GROSSETO – La notizia del ritrovamento nella cabina del comandante Schettino di alcuni effetti personali (tra cui indumenti femminili intimi!!) della bella moldava Domnica non è assolutamente sensazionale come quella che sto per darvi in assoluta anteprima nazionale, almeno così credo. Che la moldava avesse programmato una bella crociera con il “suo comandante” era scritto fin dall’inizio e lo sapevano anche le pietre, compreso la stessa moglie Fabiola Russo che si è spesa in difesa del marito soltanto con la speranza che Domnica non parlasse e facesse rimanere il tutto nel segreto dell’alcova extraconiugale. La sfacciata moldava, però, ha picchiato duro contro le residue speranze di Fabiola di salvare almeno le apparenze di quel non tanto misterioso mondo che investe i marinai ed i loro lunghi pellegrinaggi in giro per il mondo. Ma di questo parlerò in un prossimo approfondimento. Oggi è necessario soffermarci sulla “battaglia dei risarcimenti” che da qualche giorno infuria e che sta travolgendo di polemiche associazioni di consumatori e grandi agenzie legali internazionali. L’indennizzo proposto dalla Costa Crociere di 14mila euro a testa per gli oltre 4mila naufraghi non “pesca” molti sottoscrittori, nel senso che i singoli naufraghi, ognuno con le proprie sacrosante motivazioni, cerca di prendere qualcosa in più e di sfruttare al meglio la grande occasione. Difatti molti avvocati suggeriscono ai loro clienti di accettare il risarcimento proposto come un “indennizzo parziale e transitorio” nell’attesa di definire i casi complicati di “danni fisici e psicologici” subiti da molti dei naufraghi, ed anche nell’attesa di capire come dovranno essere valutate le singole posizioni relativamente al possesso di beni preziosi (pellicce, gioielli, ecc.). L’accertamento del reale possesso di questi beni potrebbe far lievitare vertiginosamente verso l’alto la misura dell’indennizzo anche dopo lunghi iter burocratici e strascichi di natura giudiziaria. Ed eccoci alla notizia. L’Agenzia delle Entrate starebbe preparando un maxi blitz che dovrebbe scattare nel momento in cui tutte le procedure risulteranno completate e i singoli naufraghi richiedenti avranno depositato nelle sedi competenti gli “elenchi giurati” dei beni preziosi andati persi nel drammatico naufragio. Una cosa normale in tutti gli altri Paesi, fuori delle righe nel nostro Paese, almeno stando ai commenti dei più introdotti nell’ambito degli studi legali che stanno facendo incetta di clienti da assistere contro la multinazionale Costa Crociere che, forse, speculando proprio su questa notizia trapelata dall’Agenzia delle Entrate avrebbe maturato l’idea di proporre un indennizzo salva tutto. Una proposta che cancellerebbe in un sol colpo tutti i tentativi di speculazione con cifre stellari nell’ordine di milioni di dollari che le agenzie specializzate americane stanno suggerendo alla loro clientela. Se la stragrande maggioranza dei naufraghi accetterà, come sembra, l’equo indennizzo di 14mila euro pro-capite la multinazionale Costa si salverà da un probabile tracollo finanziario e i naufraghi raggranelleranno quel tanto che basta a soddisfare le lubriche brame di paradisiaci ma molto improbabili indennizzi. Nel frattempo il buon comandante Schettino si lecca le ferite della sua vicenda. In fondo è stato anche sfortunato, mai e poi mai avrebbe immaginato che la sua “love story” sarebbe diventata un “best seller planetario” addirittura per colpa del naufragio di una delle navi più belle del mondo. Chi poteva mai pensare che accadesse un finimondo da “Titanic” di primo novecento. Certo che scambiare il proprio regno per una moldava, certamente simpatica ma non bellissima, è davvero triste. Schettino avrà, comunque, tempo e modo di meditare, lì dov’è, agli arresti domiciliari che il Tribunale della Libertà gli ha confermato.
direttore: Aldo Bianchini