Vallo di Diano: parole, parole, parole ….soltanto parole

Antonio Citera

VALLO di DIANO – Un territorio depauperato di tutto. Dalla giustizia alla sanità. La politica delle parole che oscura i problemi e li rende invisibili. La politica delle parole una realtà che purtroppo viviamo in virtù di arbitrii e scelte che danneggiano ed usurpano il territorio. Un bla bla bla di chi fa finta di protestare, di alzare il tono della voce, mentre, di fatto, fa l’occhiolino ai poteri forti, col chiaro intento di intorbidire le acque, ma senza intaccare le scelte. La politica delle parole fatta da chi coltiva solo il proprio orticello dimenticando lo scopo comune. Un servilismo nei confronti dei potenti, tipico di coloro che sotto mentite spoglie, simulano la strategia, sempre pronti a controbattere e sempre disposti a lottare per il territorio, un valore che da tempo non esiste, ma che viene puntualmente strumentalizzato e trascinato verso il palazzo, calpestando la dignità di coloro che ingenuamente credono nella persona, piuttosto che nella sinergia di nuove idee da sviluppare. Un malcostume tipicamente nostrano, in parte giustificato dal timore che se si è da soli ad alzare il capo, si viene più agevolmente individuati e schiacciati. “Parole, non fatti” questo l’andamento che da alcuni anni si perpetra tra le mura della politica, un apparente paradosso, ma che di fatto diventa congeniale ad una prassi politica che non vuole rispettare la sua funzione più vera, rispondere veramente all’esigenza che l’ha fatta sorgere. Uno schema collaudato, nel pieno rispetto dei ruoli, rispondendo sempre alla pura e nobile causa della mediazione, fattore essenziale proprio del politico o di chi ne fa le veci. Una consuetudine che si ispira ad un percorso voluto, dare  ”l’ultima parola alla parola”, uno slogan che rispecchia in pieno la realtà dei fatti. L’obiettivo è quello di mettere sempre e comunque in discussione tutto, la continua reinterpretazione dei problemi, al fine di far perdere agli stessi il loro essere, riclassificandoli come non tali. Riuscendo perfettamente a farci percepire una realtà contorta, e riuscendo a mantenere una distanza dai fatti che ci isola dal contenuto degli stessi, formando un paravento che protegge i protagonisti quel tanto che basta per non farsi travolgere , non permettendo dunque una ritorsione verso di loro. Una realtà che giorno dopo giorno ci rende schiavi di un potere voluto, che ci stordisce con le parole. Da anni siamo testimoni o peggio vittime di classi dirigenti che si contendono poltrone, che non permettono uno scambio generazionale, o meglio ancora, addomesticano i pochi e li tengono a guinzaglio come cagnolini. Che la gente ormai sia sconfortata, e che i più condividano con loro mestizia, insicurezze e rabbia non è un mistero. Viviamo una situazione in “par condicio”, con delusioni e repressioni da entrambe le parti politiche, con promesse e sacrifici mai mantenuti, voltiamo pagina, diamo valore ai fatti, ma soprattutto parlare di meno e dire di più. Sarà meno ambizioso ma certamente più onesto.

 

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