Alfonso D’Alessio
Si sta svolgendo a Roma, dal 2 al 9 febbraio presso la Pontificia Università Gregoriana, un simposio di vescovi e superiori di ordini religiosi in materia di abusi sessuali. “Verso la guarigione e il
rinnovamento” è il tema dato ai lavori in corso che vede partecipanti giunti da tutto il mondo presso l’ateneo dei gesuiti. Il fine principale è quello di rilanciare sempre con più vigore l’impegno nei confronti della tutela dei minori e delle persone ferite dal grave scandalo della violenza sessuale.
E’ un’iniziativa di respiro internazionale che gode del sostegno di diverse
Congregazioni Vaticane, del Segretario di Stato, e di altri organismi religiosi
che hanno a cuore la guarigione anche all’interno della Chiesa. Benedetto XVI
in più di un’occasione con passione ha chiesto l’impegno concreto per “un profondo rinnovamento della Chiesa”, e il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha di recente affermato che si ha l’obbligo di cooperare, per ciò che riguarda i crimini di abusi sessuali, con le autorità civili competenti. In un messaggio all’inizio dell’evento, il Cardinale Bertone si compiace “dell’iniziativa importante” che diventa per molti vescovi e superiori religiosi del mondo un’esortazione a rispondere sinceramente alla tragedia cristiana dell’abuso sessuale. “Alleviare le vittime deve essere attenzione della massima importanza per la comunità cristiana, accompagnata da un profondo
rinnovamento della Chiesa a tutti i livelli”, ha ribadito con fermezza il porporato. Aprendo i lavori del simposio, il cardinale William Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha osservato che “la piccola minoranza di coloro che abusano, ha causato gravi danni alle vittime e alla missione della Chiesa, che è quella di portare l’amore di Cristo al mondo di oggi “. Ha anche aggiunto che le misure attuate negli ultimi dieci anni contribuiscono, e contribuiranno sempre più, a rispondere con successo e intransigenza alla problematica, al fine di guarire le ferite del passato e rinnovare l’impegno per un futuro di speranza. Levada in particolare ha sottolineato il ruolo centrale del vescovo in una diocesi, tutti hanno “il dovere di cooperare” con la legge ha sottolineato, “nessun vescovo o superiore di ordine religioso può considerarsi esente” dalle esplicite istruzioni del Vaticano nella lotta contro la pedofilia e gli abusi sessuali in genere. Il cardinale americano ha invitato pure ad un’attenzione maggiore nella formazione di quanti si avviano al sacerdozio. L’abuso sessuale non è un reato solo per il diritto canonico, ma è un crimine che viola le leggi di tutti gli ordinamenti civili, e ancor più lede il diritto naturale creato e stabilito dallo stesso Signore. Avanti con forza e determinazione sulla via della guarigione e dell’affermazione della giustizia. La Chiesa non teme di chiedere perdono per i peccati commessi da alcuni suoi uomini così come con decisione affronta il problema.
direttore: Aldo Bianchini
CARISSMO DON ALFONSO LEI SA’ COSA IN REALTA’ LA CHIESA FA’ CONTRO GLI ABUSI: NULLA.
Le ricordo, che tempo addietro: “quando un ragazzino sedicenne rivela ai genitori di essere stato abusato da un sacerdote della parrocchia. I genitori fanno partire due denunce, una presso la procura, una in Vaticano. La procura inizia a svolgere le indagini del caso, mentre la diocesi cerca di stendere il solito velo di silenzio sulla vicenda.Più o meno contemporaneamente, al seminario di Pontecagnano, una cittadina che è la “prosecuzione” di Salerno lungo la costa tirrenica, il vicerettore, don Carlo Magna, inoltra a Roma una relazione sulle anomalie della struttura: anomalie tra le quali anche alcune vicende di carattere sessuale. Don Carlo, infatti, ha raccolto alcune confidenze da parte di alcuni seminaristi e ha deciso di informare il Vaticano. E, per una volta, il Vaticano scatta, inviando immediatamente gli “ispettori” al seminario di Pontecagnano. Inevitabilmente, si comincia a parlarne. E, nell’attesa che si compia l’iter giudiziario, vengono presi alcuni interessanti provvedimenti:
– il sacerdote accusato di abusi sessuali viene spostato in un’altra parrocchia (guarda caso!) senza che sia preso alcun provvedimento nei suoi confronti, sicchè conserva tutte le funzioni parrocchiali, restando anche a contatto con i bambini della nuova parrocchia, senza ovviamente che le famiglie sappiano nulla di lui e delle indagini a suo carico;
– il vicerettore, don Carlo Magna, che ha denunciato gli abusi all’interno del seminario di Pontecagnano, è stato rimosso dall’incarico e allontanato.
la CHIESA dovrebbe vergognarsi e non solo per stendere veli di silenzio su abusi sessuali e pedofilia ma anche per la disinvolta gestione delle enormi risorse economiche che gestisce.
Pasquino
siccome il discorso del sedicenne non è la prima volta che viene citato in queste pagine, e siccome mi sembri ben informato, tanto da presupporre che tu abbia stretti contatti col clero (se non addirittura che ne faccia parte) non sarebbe il caso di dire anche che esito ha avuto l’indagine civile oltre che quella ecclesiastica? da come racconti le cose deduco che siano passati almeno sette o otto anni dalla presentazione delle 2 denunce e in questi anni nessun prete salernitano è stato condannato da un tribunale civile per pedofilia o reati sessuali: è stata fatta veramente ‘sta denuncia? il prete in questione è risultato estraneo ai fatti? è stata ritirata la denuncia? insomma, che è successo?
Dappertutto v’è trasgressione alle norme del buon vivere ma mai quanto in seno alla Chiesa. I fedeli dovrebbero disertare le chiese e dovrebbero provvedere a dirette opere di bene. Assistiamo a casi eclatanti che vedono religiosi macchiarsi di crimini infanganti. In alcuni casi, poi, nonostante le condanne, alcuni sacerdoti vengono addirittura promossi. É il caso di G.S., sacerdote del salernitano, condannato in via definitiva per atti di libidine violenta nei confronti di due bambine di 12 anni. Il prete insegnava in una scuola media di Pontecagnano Faiano e gli abusi avvenivano in classe, sotto gli occhi degli altri ragazzi, intimoriti dalla natura aggressiva del religioso. Oggi don G.S. non insegna più, è consigliere dell’Istituto interdiocesano per il sostentamento del clero e membro del collegio presbiterale, nominato direttamente dall’arcivescovo
Il vescovo Moretti ignora la cosa? Cosa ha inteso fare al riguardo: NULLA.
a.v.
Per dirla tutta, la chiesa non vede, non sente e non parla. Qualcuno si è lamentato su queste pagine dei silenzi di Moretti ma è tutto normale. I preti pare abbiano tutti fatto voto del silenzio.
A fine maggio, sono scattate le manette per don Mauro Stefanoni, parroco di Laglio, in provincia di Como. Il prete, condannato in primo grado a 8 anni di detenzione e a un risarcimento di oltre 150mila euro, è accusato di aver abusato di un quattordicenne con lieve disabilità. Intanto, il 4 settembre scorso, la Procura che sta indagando sul caso di don Stefanoni ha convocato anche tre alti prelati accusati di favoreggiamento: mons. Alessandro Maggiolini (ex vescovo di Como) e i suoi collaboratori dell’epoca, mons. Oscar Cantoni (oggi vescovo di Crema) e mons. Enrico Bedetti. Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Le uniche parole di Bedetti sono state indirizzate nei confronti della stampa, colpevole di “inammissibile violazione della privacy”.
Don Alfonso,
vero è che lei è una penna del clero ma scriva pure di quanto in realtà avviene. Mi permetto segnalarle un libro della salernitana Vania Lucia Gaito “Viaggio nel silenzio – I preti pedofili e le colpe della Chiesa” lo legga e poi lo commenti. Lo farà?
M.F.