Sanità: da Sassano al 118

Aldo Bianchini

SASSSANO – Negli ultimi giorni è stato registrato l’intervento deciso, professionale e super partes del sindaco di Sassano, dr. Tommaso Pellegrino, che ha lasciato poco alla politica strumentale mettendo in piedi un pezzo di “realpolitik” come da tempo non era stato dato di vedere, almeno in campo provinciale e regionale. L’occasione gli è stata data da un fatto di cronaca nera accaduto nel suo comune, Sassano, con l’aggressione fisica di Thomas Magurno (24 anni) in danno di Gaetano De Luca (19 anni) per motivi di una futilità incredibile, almeno così si dice, anche se già più di qualcuno comincia ad avanzare ipotesi diverse da quella presa a base dagli investigatori. Sembrerebbe che i motivi della lite, sfociata in una scazzottata micidiale, non possano essere ricercati nella banalità di una ragazza contesa ma in qualche cosa di molto più serio e giudiziariamente pericoloso. Ma non è di questo che oggi intendo parlare. Come ho detto in premessa il sindaco di Sassano ha preso spunto da questo caso, dall’impossibilità del pronto soccorso dell’ospedale di Polla di avere dalla “centrale operativa 118” l’indicazione di un posto letto di neurochirurgia  nella rete ospedaliera regionale, ove inviare il paziente, dalla serietà dei traumi cranici e facciali evidenziati dal giovane Gaetano che potevano costargli la vita, per sferrare un duro attacco all’organizzazione della sanità pubblica nella nostra Regione ed a tutte le sue sfaccettature. Senza guardare in faccia proprio a nessuno, soprattutto sul piano politico. Attaccando duramente il modello organizzativo del 118 e quindi della “centrale operativa” di Vallo della Lucania, da cui dipende il territorio del Vallo di Diano,  il sindaco Pellegrino sferra, in pratica, un pesante attacco anche al suo partito, il PD,  che proprio sulla sanità, attraverso quello che sembra essere il deus ex machina Antonio Valiante, che tutto ha voluto e portato a Vallo della Lucania in nome di un potere personale sconfinato, ha commesso gli errori più vistosi negli ultimi quarant’anni. Ma Pellegrino ha il coraggio e l’aplomb giusto per attaccare in un certo senso anche se stesso nella qualità di “presidente del collegio dei sindaci del distretto sanitario n.72 di Sala Consilina” ed anche l’attuale sindaco di Atena Lucana, Sergio Annunziata, nella qualità di “presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl provinciale” e membro effettivo del “collegio dei sindaci del distretto n.72”. Difatti rientra nelle specifiche attribuzioni di questi due organismi territoriali l’organizzazione della sanità pubblica e delle centrali operative del 118, almeno a livello di indirizzo generale delle politiche sanitarie provinciali e regionali. Se la conferenza e i collegi non fanno questo, non vedo perché debbano sopravvivere in un contesto di crisi generale dove si va rapidamente verso l’accentramento di molteplici attribuzioni locali. In quest’ottica l’azione del sindaco Pellegrino è assolutamente propositiva e innovativa; in pratica egli tenta di scardinare vecchi equilibri che hanno solo del politichese e nulla di funzionale in relazione al servizio sanitario che dovrebbe essere veramente al di sopra di ogni schieramento. Ma Pellegrino sa anche benissimo che il caso affrontato è tutto di natura politica e che sul territorio ha, comunque, le mani ancora legate da antichi lacci e lacciuoli che non sono suoi e non gli appartengono, ed allora supera le barriere e passa direttamente la palla al Ministro della Salute, al Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari ed al governatore della regione Campania. Ha già risposto il presidente Leoluca Orlando che dimostra, però, con il suo scritto di non aver ben percepito il problema, non avendo afferrato con chiarezza che l’ospedale di Polla non c’entra assolutamente nulla con la mancata indicazione di un posto letto cui inviare il povero giovane Gaetano che è stato poi ricoverato a Napoli. Polla non c’entra perché è un presidio ospedaliero privo del reparto di neurochirurgia  che è invece presente a Vallo della Lucania. Ma prima di addentrarci nei meandri oscuri della politica sanitaria regionale val la pena di ricordare a tutti che cosa è, o meglio cosa dovrebbe essere, il servizio di “emergenza sanitaria 118” sul territorio regionale. Dunque, vediamo di capirne di più. Il 118 è organizzato e gestito dalle “centrali operative” in una sorta di filiera che dipana le sue articolazioni su tutto il territorio regionale con una stazione operativa centrale regionale, sita nell’ospedale Cardarelli di Napoli; per quanto riguarda la provincia di Salerno, le cosiddette ramificazioni periferiche sono situate a Vallo della Lucania (Ospedale San Luca) e a Salerno (Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona). La centrale operativa regionale di Napoli-Cardarelli ha funzioni di coordinamento su tutte le ramificazioni periferiche della Regione Campania. La centrale operativa 118 di Vallo della Lucania, che è competente per il territorio a sud di Salerno, del Cilento e del Vallo di Diano, è diretta dal dott. Giuseppe Basile; il personale medico ed infermieristico afferisce ai Distretti Sanitari territoriali. La funzione del 118, istituito con legge regionale n. 2 del 1994, è quella di “trasportare i pazienti in emergenza all’ospedale più vicino con disponibilità di posti letto idonei per il trattamento della patologia in atto”. In mancanza di posti letto nella Regione, il sistema SIRES (sistema integrato regionale emergenza sanitaria) prevede il trasporto anche fuori Regione.  Il modello organizzativo è di una semplicità eccezionale, quasi disarmante, ed è fatto in modo tale che chiunque ne avesse urgente necessità dovrebbe poter accedere al servizio in maniera molto facilitata. Figurarsi quando a chiamare il 118 è un medico ospedaliero e non un privato cittadino. E perché allora, nel caso del giovane Gaetano De Luca, il sistema non ha funzionato e si è inceppato per molte ore fino a costringere i congiunti del giovane infermo a richiedere l’intervento della solita ambulanza privata, che oggi alla luce dei fatti bisognerebbe anche ringraziare per aver surrogato una specifica funzione dell’organizzazione del 118 ed aver praticamente salvato una giovane vita. Non ha funzionato il sistema di individuazione e prenotazione dei posti nella rete ospedaliera regionale, perché nessuno a livello centrale (Cardarelli) e a livello locale (Salerno e Vallo della Lucania) si è preoccupato di preservare in un qualsiasi angolo della regione “un posto idoneo per la patologia in emergenza”, nella fattispecie un posto di “neurochirurgia”, così come prevede la legge istitutiva del Servizio trasporto infermi. Le risposte potrebbero essere tante e giustamente Tommaso Pellegrino non si inoltra più di tanto per questi sentieri difficoltosi e pericolosi. Il vulnus del sistema è proprio qui, amici lettori, qui dove dovrebbe entrare in ballo la professionalità e la correttezza di tutti gli addetti al sistema di “centrale operativa 118”, che è costituito anche da medici ed infermieri. La cronaca spietata di tanti casi di malasanità ci ha parlato anche del becero mercato dei posti in dispregio delle emergenze vere e delle condizioni di gravità assoluta (come quella del giovane Gaetano) di tutti quei pazienti veramente bisognosi. Anche in questo ambito l’inchiesta che presumibilmente nascerà dalla denuncia di Tommaso Pellegrino dovrà, forzatamente, fare luce. In caso contrario la denuncia non sarà servita a niente e a nessuno.

 

One thought on “Sanità: da Sassano al 118

  1. A conferma della gravità dell’accaduto si evidenzia anche il fatto che quel posto non trovato per via 118 miracolosamente è saltato fuori al Cardarelli (sempre quello di Napoli) a seguito del traporto privato del paziente con ambulanza a pagamento. Allora se Pellegrino e Annunziata sono nelle commissioni preposte alla miglior gestione possibile della sanità salernitana e del Vallo di Diano con questi risultati un dubbio mi assale: ma il segretario Bersani , per il momewnto loro “supeiore”politico ha mai chiesto a questi 2 se stanno in queste commissioni “a pettinar le bambole”?

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