TRIBUNALE ECCLESSIASTICO: PROCESSO GRIMALDI ALLE FASI FINALI

Aldo Bianchini e Marilena Mascolo

Nella mattinata plumbea di venerdì 3 febbraio, presso il Giudice di Pace in via Prudente si è tenuta un’altra udienza del processo a carico del cancelliere del Tribunale Ecclesiastico Lorenzo Grimaldi. Storia vecchia che ancora tiene banco. Si giunse al processo a seguito della querela che l’avvocato Francesco Casale inoltrò nel lontano 2007, ritenendosi danneggiato dalla  presunta diffamazione aggravata posta in essere dal cancelliere della struttura ecclesiastica. Le indagini furono portate avanti dal PM Ernesto Sassano e si conclusero con la citazione diretta in giudizio del Grimaldi. Nelle fasi preliminari del procedimento, l’imputato assistito dall’avvocato Alfonso Landi, attraverso scelte procedurali mirate, intese chiaramente non adire a nessun tentativo di bonaria composizione della controversia. Iniziarono così a sfilare davanti al giudice testi qualificati, anche sacerdoti che al tempo dei fatti lavoravano nella curia di via il Guiscardo, fino ad arrivare all’udienza di oggi nella quale sono stati ascoltati due avvocati del tribunale ecclesiastico e un “attuario”. Sono i legali Fabrizio Torre, Giancarlo Giordano e il giornalista professionista Umberto Adinolfi. Udienza controversa che stupisce per le contraddizioni nelle quali spesso sono caduti i testi. Del resto per loro stessa ammissione e come risulta dai verbali depositati in cancelleria, tutto quello che hanno testimoniato, lo hanno appreso dall’imputato e mai per conoscenza diretta dei fatti o delle circostanze. Non bisogna essere giuristi per comprendere il valore di tali deposizioni. E’ risultato quindi molto agevole per l’avvocato Orazio Tedesco, legale di Casale, evidenziare come i testimoni poco abbiano a che fare con la sostanza del processo. In particolare Giordano ha detto di aver saputo, ovviamente dal Grimaldi, di presunte ingerenze di uffici di curia nel lavoro del cancelliere del tribunale. Messo in difficoltà dall’incalzare dell’avvocato Tedesco, è stato costretto ad ammettere che gli atti di curia concernenti la vita del tribunale vengono firmati dal vescovo, e che di conseguenza qualora ci fosse stata un’ipotetica ingerenza di uffici alla dipendenze del capo della curia, sarebbe stata sanata in radice. Storie che hanno poco o niente a che fare con la pesante accusa che grava sul Grimaldi, per la difesa del quale neanche Adinolfi ha saputo dare un contributo importante. Anche il teste Torre ha testimoniato più sul funzionamento amministrativo, che della sostanza del processo e sul capo di imputazione che vede coinvolto il Grimaldi. Confusi e contraddittori i testi, voluti dalla difesa del Grimaldi, rischiano di gettare ancora di più ombra sull’operato dello stesso e sulla vicenda intera del tribunale ecclesiastico salernitano. L’ultima udienza prima della sentenza è stata fissata per il 17 febbraio. Un’altra storia triste lasciata in eredità da Monsignor Gerardo Pierro a Monsignor Luigi Moretti, che sicuramente renderà più difficile il cammino di cambiamento e di pacificazione che il nuovo arcivescovo sta portando avanti. Una certezza abbiamo imparato ad avere in questo anno e mezzo di governo del nuovo arcivescovo, ed è quella che sicuramente niente lo fermerà nei suoi propositi. Alla prossima.

 

 

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