Antonio Citera
SANZA – C’ è bisogno di ridare forza al partito – Con queste parole il Segretario Provinciale Nicola Landolfi, sta cercando di traghettare un partito che nel Vallo di Diano ha perso la credibilità del suo ruolo. La grave situazione economico – finanziaria del comprensorio, impone una riorganizzazione ed una forte iniziativa politica in grado di invertire la rotta. – Bisogna fronteggiare le difficoltà del momento, ridare la fiducia ai cittadini, mobilitando un largo arco di forze che si identificano nel nuovo ideale che il partito vuole mettere in scena, una nuova cultura del fare politica volta alla partecipazione attiva dei giovani, con le loro idee, ma soprattutto con la voglia di emergere dalla stasi del momento – Con queste parole, il segretario provinciale Nicola Landolfi, saluta l’assemblea. Un incontro tenutosi a Sanza che ha visto la partecipazione di molte persone, simpatizzanti, semplici curiosi, ma soprattutto le istituzioni locali, rappresentate in virtù dal veterano dr. Vittorio Esposito, e dal sindaco avv. Antonio Peluso. Un’anticipazione di quello che sarà lo stile ed il percorso che il neo Pd si appresta ad intraprendere o a simulare nella provincia di Salerno. Tutti propensi a ristabilire il contatto, puntare sul territorio come risorsa, e sui giovani come patrimonio di energie vitali, per rimodellare il presente, attraverso le idee di neo protagonisti, per tracciare una linea strategica che sarà di fondamentale importanza. Queste fondamentalmente le ragioni che hanno spinto i vertici provinciali, a programmare una serie di interventi sul territorio, con il preciso scopo di formare quella nuova classe dirigente che ridarà luce allo stesso. Un percorso nuovo dunque, che ha avuto i natali in una precedente assemblea, svoltasi a Sala Consilina, precisamente all’Hotel Vallisdea, con lo scopo nobile di far nascere un coordinamento di zona, con la funzione di deterrente contro la politica di palazzo che negli ultimi decenni, ha visto proprio il nostro territorio protagonista. In quella serata, furono tracciate le linee guida del nuovo corso, ispirandosi di fatto ad una vecchia teoria oramai fuori moda tra i politici, “ la collegialità”, ossia dare la parola ai cittadini, usando il mezzo della rappresentanza politica. Uno schema che si preannuncia innovativo, trasparente, flessibile, un ritorno ai valori propri del vero essere e del sano agire. Ma tutto ciò sarà vero? Lo scopriremo il 7 febbraio, quando ci sarà in luogo ancora da definire, la tanto attesa consacrazione del coordinatore del Vallo di Diano, e del gruppo che lo affiancherà nella mission impossibile di rovesciare un sistema ormai radicato e consolidato. I più si affidano all’opera innovativa del segretario Landolfi, con la speranza che smentisca al più presto le certe voci di corridoio, che danno tra i papabili al trono personaggi visti e rivisti di una politica fallita, cominciando seriamente a pianificare il futuro,a ripristinare quei valori che di fatto hanno accompagnato i sacrifici dei nostri “ vecchi”, prescindendo in maniera concreta da quella parte di persone, una minoranza per fortuna, che ci fa apparire tutto preconfezionato ad hoc. Risvegliare le coscienze, rimarcare gli abusi, riprendersi il territorio, nel rispetto delle regole e con l’umiltà che da sempre ci contraddistingue. Bisogna trovare comportamenti e stili di vita che possano rendere felice, o quantomeno significativa l’esistenza nella nostra civiltà. Imporre una politica diversa, fatta di coesione e non di senso di protagonismo, discostarsi dagli pseudo ideali che fantomatici precursori del potere hanno imposto con forza, armonizzare lo scambio di idee, per far spazio ad un ricambio generazionale , ricercare nuovi leader che ridiano speranza alla società, estranei ad un conflitto fatto di voti ad ogni costo, per un successo personale, ma bensì alla ricerca dei veri mali sociali, per ridare lustro e futuro ai cittadini.
direttore: Aldo Bianchini