Aldo Bianchini
GROSSETO – Come da copione ecco arrivare la “battaglia dei risarcimenti” ed ecco spuntare quell’istinto furbesco, tutto italico, di imbrogliare per sgraffignare qualcosa in più sull’annunciato cosiddetto “equo indennizzo” previsto in circa 14mila euro a testa. Almeno questa è la proposta base della potente multinazionale Costa Crociere agli oltre quattromila naufraghi di una delle navi più belle del mondo. Come da copione, ovviamente, si sprecano i dossier, gli opuscoli illustrativi, le guide al risarcimento, le numerose pagine dei più titolati quotidiani del Paese, i suggerimenti delle due più seguite associazioni che curano gli interessi dei consumatori, insomma un po’ tutti a darsi da fare per consigliare le strade più semplici da seguire. Strade tutte gratuite, così vengono sbandierate, salvo poi a scoprire i pericole e le insidie che si annidano nelle noticine scritte, con caratteri piccolissimi, nei voluminosi contratti che ogni “potenziale avente diritto” deve sottoscrivere per dare mandato all’associazione o all’avvocato di fiducia. Sono scese in campo addirittura le blasonate “agenzie americane” con le loro richieste fantascientifiche nell’ordine di milioni e milioni di dollari. L’altra sera, assistendo alla trasmissione Porta a Porta, mi veniva da sorridere pensando all’apparente innocenza delle agenzie americane che hanno, comunque, a che fare con gente che se dice sette quello è. Nel senso che se un cittadino americano dice di aver portato con se sulla nave un gioiello l’agernzia gli crede perché sa che l’americano medio (come il tedesco ecc.ecc.) non mente mai, soprattutto quando si trova di fronte al fatto di poter realizzare un giusto risarcimento. Sorridevo perché, probabilmente, le agenzie americane non sanno o non hanno capito che l’italiano medio, invece, è tutt’altra roba e che è disponibile a mentire per il semplice gusto di mentire. Dico questo con il massimi rispetto di chi su quella maledetta nave ha perso la vita e di chi in quei drammatici minuti ha vissuto devastanti sensazioni di pericolo e di morte. Questo, però, non cambia il quadro della situazione che e non sposta di una virgola quell’innato istinto di noi italiani di “fregare il prossimo”. Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle. Oggi vi racconto un fatto realmente accaduto e che ho avuto modo di vivere in prima persona. Nei giorni immediatamente successivi al terremoto del 23 novembre 1980 ero stato inviato per lavoro a Laviano, uno dei paesi più colpiti e con il più alto numero di morti. Il decreto Zamberletti fissava, ad esempio, nella somma di £. 3.000.000= il risarcimento per la perdita degli elettrodomestici casalinghi; detta somma veniva automaticamente aumentata fino a £. 5.000.000= per i casi certificati di presenza tra gli elettrodomestici di un televisore a colori. Ricordate tutti che la tv a colori nel nostro Paese è arrivata nella seconda metà degli anni ’70 e che a Salerno e in provincia è arfrivata negli anni successivi, prima in forma molto ridotta e poi su larga scala. Figuratevi se a Laviano, paese prevalentemente agricolo, con quanto ritardo poteva essere arrivata la tv a colori. Ebbene, sorpresa delle sorprese, alla resa dei conti tutti i nuclei familiari lavianesi (anche quelli residenti in campagne sperdute o nei fienili) dimostrarono con certificazione del comune di aver acquistato prima del terremoto il televisore a colori. E’ vero che in quella situazione di degrado e di grave tensione sociale nessuno si metteva a contestare alcunché, anche perché le certificazioni recavano tutte tanto di timbro ufficiale del comune, ma la accurata e maniacale rendicontazione degli elettrodomestici (tutti avevano lavatrice, frigo, lavastoviglie e tv a colori!!) sta a dimostrare la veridicità della mia teoria. E pensare che anche negli altri paesi terremotati avvenne la stessa cosa, ovviamente parlo della cosiddetta “fascia A”. Pensate adesso, soltanto per un attimo, a cosa potrà accadere per i risarcimenti da chiedere alla potentissima multinazionale Costa Crociere. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini