Aldo Bianchini
POLLA – Nel mio precedente articolo dell’ 8 gennaio 2012 avevo parlato di un tabulato telefonico dal quale si evincevano alcune telefonate che il presunto assassino Giuseppe Petrillo aveva effettuato nella tarda serata del 7 maggio 2010 dal luogo del delitto verso alcune utenze cellulari. Adesso il quadro si complica perché dal rapporto dei Carabinieri n. 102/9-101-2010 inviato alla procura della Repubblica di Sala Consilina (sost.proc.dr. Carlo Rinaldi) viene fuori che anche il compianto Nicola Di Gloria la sera del 7 maggio 2010, e precisamente dalle ore 19.34.00 alle ore 22.32.51, scambiò numerose telefonate o semplici tentativi di telefonate con soggetti diversi. La prima dalle ore 19.34.00 fino alle ore 19.34.13 (solo tredici secondi) con tale “DND” e l’ultima dalle ore 22.32.43 alle ore 22.32.51 (solo otto secondi) con tale “BA”. Dal rapporto di cui innanzi emerge anche un’altra circostanza molto importante. Il Di Gloria si sarebbe addirittura incontrato con “BA”, intorno alle ore 21.15, nel bar del Porticato, dallo stesso bar il Di Gloria si sarebbe poi allontanato dicendo all’amico “BA” che sarebbe “tornato dopo circa un’oretta per continuare la partita iniziata alla slot machine e di continuare la stessa, per suo conto”. In quel locale pubblico il Di Gloria non tornò mai più e la sua utenza cellulare smise le comunicazioni subito dopo la telefonata delle ore 22.32.43 fatta al suo amico “BA” che afferma di non aver sentito i ripetuti squilli. Anzi a verbale di interrogatorio il “BA” che “tenterà di ricontattare Di Gloria che non tornava ma l’utenza di quest’ultimo risulterà spenta o non raggiungibile”. Sono le 22.52 del 7 maggio 2010 e da quel momento nessuno più sentirà o vedrà in vita lo sfortunato Di Gloria. C’è, comunque, un’altra inquietante telefonata che Nicola Di Gloria intrattiene con “LP” alle ore 22.03.32. Esattamente mezzora dopo Di Gloria cerca di contattare l’amico “BA” ma quest’ultimo non sente gli squilli. Che cosa è successo a cavallo delle ore 22.32.43 e soprattutto tra le ore 22.32.51 e le ore 22.52.00: oltre il Petrillo chi c’era sulla scena del delitto, o ancora chi è arrivato o chi è andato via, e quando il Di Gloria ha esalato l’ultimo respiro. I misteri si aggiungono ai misteri anche se “le dichiarazioni di Giuseppe Petrillo troverebbero ragionevole riscontro” (è scritto nel rapporto!!) allorquando lo stesso riferisce: ““… però ho visto pure le telefonate che lo chiamavano e il telefono che suonava … però non ho sentito bene che ha detto, ho sentito il telefono, ho sentito che parlava, però non ho capito niente …è suonato una volta e non ha risposto; ha suonato un’altra volta e ha risposto <e va beh! mò, mò, e va buò …e si so qua … non posso parlare> … e poi ha chiuso il telefono. Non ha continuato ancora. Poi due o tre minuti, suonava il telefono, ha pigliato il telefono, visto la chiamata, non ha risposto lui, all’ultima chiamata, che ti voglio dire …””. Nella confusione della dichiarazione resa agli inquirenti il Petrillo descrive, comunque, un quadro ben preciso: innanzitutto che era in compagnia del Di Gloria e che presumibilmente alle ore 22.32.51 non era accaduto ancora niente di niente. Almeno fino alle ore 22.52.14 quando il cellulare di Di Gloria suona per l’ultima volta perché invano contattato da “LP”. Ma gli inquirenti, mi chiedo, sono sicuri che in quella mezzora nessuno ha raggiunto i due appartati, visto e considerato che in quei minuti ci furono comunque una serie di intrecci telefonici che non hanno ancora trovato una spiegazione logica con fatti e prove provate. Insomma verrebbe quasi da chiedersi come hanno fatto i due a litigare se erano intenti a compiere tante telefonate? Anche a questo, credo, il dibattimento che tarda ad arrivare dovrà rispondere. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini