Aldo Bianchini
SALERNO – Ho letto con molta attenzione, e non poteva essere diversamente, la nota che ha pubblicato il ROMA qualche giorno fa a firma del prestigioso avvocato Giovanni Falci. Il penalista salernitano fa un’attenta disamina della situazione venutasi a creare a seguito del conclamato “rinvio a giudizio” del sindaco di Napoli ordinato dal gup di Roma dottoressa Barbara Callari. A mio sommesso avviso la nota di Falci ha, almeno, due peccati di fondo perché fa un’analisi più politica che giudiziaria della vicenda e perché accosta la vicenda di de Magistris a quella del sindaco De Luca di Salerno. L’analisi di Giovanni non fa, comunque, una grinza e parte dall’assunto che se De Magistris attaccò duramente De Luca nella campagna elettorale regionale per il fatto che era un rinviato a giudizio per arrivare a chiedersi che cosa farà ora l’ex magistrato rinviato a giudizio. L’accostamento a mio modo di vedere non regge per un fatto assolutamente importante: De Luca è a giudizio in più processi per i gravissimi reati di “corruzione e concussione” nelle vicende molto misteriose della MCM (Manifatture Cotoniere Meridionali, insieme a Gianni Lettieri avversario di De Magistris nella corsa a sindaco di Napoli) e del SEA PARK. Al contrario Luigi De Magistris è stato rinviato a giudizio per un reato fantapolitico di “danno patrimoniale di immagine” contro politici di rilievo nazionale come Prodi, Mastella, Pisanu, Rutelli, Minniti, Gentile, Pittelli e Gozi, per aver intercettato telefonate cellulari su apparecchi che non risultavano intestati ai predetti politici ma che dagli stessi venivano utilizzati quotidianamente. E’ vero, per carità, che il rinvio a giudizio di un ladro di galline equivale, sul piano squisitamente giuridico, all’assassino abituale, ma è altrettanto vero che il reato di cui si è macchiato De Magistris non trova radicamento nella convenzionalità dei codici e, soprattutto, è scaturito da un’attività investigativa legittima pur se in bilico su una lama di rasoio, visto e considerato il potere e la potenza dei soggetti intercettati. Tutto questo, nella sua nota, Giovanni Falci non lo dice. Così come non dice anche un’altra cosa importante. Il vero problema di De Magistris è quello di aver attaccato inopinatamente “la casta” (giudiziaria, politica, imprenditoriale) che ha reagito da par suo. Perché non possiamo non accostare (e questo si che è calzante!!) il rinvio a giudizio di De Magistris a quanto accaduto tra le procure di Salerno e di Catanzaro. Anche in questo caso l’ottimo Luigi Apicella (già procuratore capo a Salerno) non valutò, come la sua esperienza gli imponeva, la reazione drastica della casta che lo costrinse nientemeno che alle dimissioni dopo un lungo e durissimo confronto-scontro dinnanzi al CSM. Tutto questo lo scrissi già all’epoca del caso Salerno-Catanzaro, evidentemente l’amico Giovanni Falci non ha mai letto quei miei scritti. Il problema De Magistris è, quindi, tutto intero di natura politica e non può essere confrontato con il problema De Luca che è e resta tutto di natura giudiziaria, senza voler entrare nel merito. Per rispondere al bravissimo Falci posso soltanto dire che De Magistris non si dimetterà, anche perché se non si è dimesso De Luca figurarsi lui. Anzi se Giovanni ricorda bene, agli inizi del 2006, in piena tempesta giudiziaria, mentre il gip Sgroia ordinava la distruzione delle bobine delle intercettazioni, De Luca pensò bene di candidarsi in rapida successione prima alla Camera e poi al Comune, nemmeno per un minuto pensò di restare a casa. E poi c’è un’ultima verità che Giovanni Falci non ha detto. Il pm che ha svolto le indagini a carico di De Magistris è il romano Achille Toro. Il nome non ricorderà niente a nessuno, non a me. Achille Toro è quel magistrato che si è dovuto dimettere quando venne indagato per i suoi rapporti con la cosiddetta P4. Più casta di quella!! Per concludere, gentile Giovanni Falci, tutti quei personaggi sono già stati sconfitti dalla storia e De Luca, credo, lo sarà presto. Con questo senza nulla togliere agli errori dell’ex magistrato Luigi De Magistris verso il quale, garantista come sono, ho sempre avuto un senso di insofferenza.
direttore: Aldo Bianchini
Se non ci fossi,caro Aldo,bisognerebbe inventarti.Grazie. Comunque per me De Magistris,Primo Sindaco d’Italia, deve dimettersi al pari del terzo Sindaco d’Italia,De Luca.I due hanno fatto campagna elettorale,come dice Gianni Lettieri per De Magistris,invocando un sano giustizialismo…niente problemi con la Giustizia,facendosi largo tra gli avversari.Ora tocca a loro “fare un passo indietro”,esattamente come disse a me De Luca quando ebbi l’avviso di garanzia ai tempi della Presidenza dell’Azienda del Gas per assunzioni cd clientelari,che non si è mai capito a chi abbiano fruttato clientela!