Antonio Citera
ATENA LUCANA – “Nessuno ci ascolta”. Dopo quattro giorni di protesta, nessuna autorità competente si è fatta sentire- Questo il grido dei manifestanti che non vogliono abbassare le armi. Un appello ai politici di un comprensorio, che è in balia della protesta. I distributori di benzina sono a secco, studenti e lavoratori non sanno come raggiungere il luogo di lavoro,i supermercati, hanno quasi finito le scorte di cibo. Una situazione drastica che urge di una immediata soluzione. Una manifestare in fondo condiviso da molti, a testimonianza del fatto che il popolo ha fame,e vuole protestare perché stanco di essere vittima di uno Stato assente che non tutela le necessità basilari dei più poveri. Mi ha colpito un’affermazione di un manifestante, dettami davanti ad una tazzina di caffè – Questa è la nostra protesta, la più vera che abbiamo mai fatto negli ultimi anni. Non sentiamo la presenza dello Stato, apparteniamo geograficamente ed anagraficamente allo Stato italiano ma nessuno ci ascolta. Noi siamo il presente,ma abbiamo paura di non poter realizzare niente, di rimanere vittime di un potere assoluto. Non siamo più in una democrazia, questa è una dittatura economica, oggi una dittatura non può essere esplicita, ma nascosta. Non vogliamo essere i loro sudditi.- Un pensiero ricco di contenuto, che sintetizza lo stato dei fatti, la misera condizione dei lavoratori, l’inadempienza di una classe politica incapace di reagire di fronte ad una situazione estrema. Questo è un S.O.S., lanciato in mare aperto da una categoria in balia delle onde, che stanno facendo sprofondare nell’abisso la dignità dei cittadini. Per la cronaca, pubblichiamo il comunicato diramato dagli stessi manifestanti oramai in presidio permanente ad Atena Lucana.- Presenti al presidio di Atena Scalo circa 30 aziende del Vallo di Diano con almeno 100 automezzi in sosta. Sono trascorsi oramai 4 giorni dall’inizio del blocco, ma nessuna autorità competente si è fatta sentire, le richieste sono poche e semplici, “pare che il presidio sia troppo composto, tutti pacifici i camionisti presenti, nessun intralcio al traffico”, nonostante ciò che si dice la manifestazione prosegue a spese dei camionisti e dei padroncini, le auto e chi vuole circolare è lasciato libero. Ma non se ne può’ più. Il gasolio ha avuto un rincaro di 40/50 centesimi a litro, le tariffe autostradali in continuo aumento, le assicurazioni hanno quasi raddoppiato le tariffe. Nonostante tutto questo il prezzo del trasporto per chilometro è rimasto invariato. Poco o nulla ha fatto il Governo a sostegno del settore. Il 50% delle aziende presenti al presidio non rientrano negli accordi sindacali presi con il governo, in quanto operano con mezzi che non superano le 7,5 tonnellate, inoltre sono presenti anche molti titolari di azienda che non svolgono trasporti in conto terzi. Quindi nulla è stato fatto per queste aziende e per i loro dipendenti. E’ importante sottolineare che tra i manifestanti sono presenti iscritti a tutte le sigle sindacali, i quali dichiarano di non sentirsi rappresentati. Per ora è chiaro che lo sciopero resta in atto fino a oggi venerdì 27 e che le uniche richieste fatte in modo semplice e corretto rimangono inascoltate in quanto ne autorità ne politici hanno aperto un tavolo di concertazione con i presidi presenti nel territorio, anche e solo per una coesione sociale. Siamo speranzosi che le nostre lamentele non rimangono inascoltate e arrivino ai palazzi della politica.-
direttore: Aldo Bianchini