Aldo Bianchini
GROSSETO – Qualche maligno racconta che nel viaggio, super scortato, da Grosseto a Meta di Sorrento il comandante della Costa Concordia abbia chiesto alla moglie Fabiola Russo di fargli ascoltare dall’haipad la famosa canzone scritta a quattro mani dai fratelli Giambattista e Ernesto de Curtis nel 1902 in onore dell’allora presidente del consiglio Giuseppe Zanardelli in visita a Sorrento. Sarebbero partite così le prime note di “Torna a Surriento” con “vide ‘o mare quantt’ ‘e bello!!” ed anche le prime lacrime dagli occhi del comandante. Solo maligne insinuazioni? Chissà!! Per ora fermiamoci alla cronaca fredda e troppo spesso oppressiva. Arresti domiciliari per il “bell’Antonio” (così lo ha definito qualcuno!!) comandante Francesco Schettino dopo l’interrogatorio di garanzia. Il Gip Valeria Montesarchio ha deciso di non convalidare il fermo del capitano e di disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari presso la sua abitazione, accogliendo cosi’ sostanzialmente le richieste della difesa. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha riferito l’avvocato Bruno Leporatti, Schettino ha precisato che “non ha abbandonato la nave’‘. Completamente ribaltato, quindi, l’impianto accusatorio della Procura aveva chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere. ”Abbiamo interrogato Schettino –aveva detto nel primo pomeriggio il procuratore capo Francesco Verusio– ha fornito la sua versione dei fatti. Era lui al comando della nave al momento dell’impatto, la sua ricostruzione dei fatti non ha modificato l’impianto accusatorio”. La decisione del GIP arrivata a tempo di record, cosa inconsueta per il sistema giudiziario italiano, appare scandalosa, almeno ad una prima ed emozionale lettura. Sarebbe stato sufficiente tenere ancora per qualche settimana il comandante in carcere e tutte le coscienze si sarebbero placate. Ma la giustizia non si fa così. Il dramma è che non si fa sempre come l’ha fatta il gip di Grosseto. Se, però, proviamo a ragionare dobbiamo concludere che il gip Valeria Montesarchio ha applicato (almeno in questo specifico caso!) pedissequamente la legge, difatti il comandante Schettino non può più reiterare il reato (una nave non gliela darà mai più nessuno!!), non può inquinare le prove (tutto ormai è sotto sequestro!!) e non può fuggire perché la sua immagine ha fatto il giro del mondo. Il gip è stato di una freddezza unica e non si è fatto minimamente influenzare dall’enorme impatto mediatico che il naufragio della Costa Concordia ha avuto in tutto il mondo e non ha tenuto in alcuna considerazione l’immenso danno commerciale e anche d’immagine che ne deriverà per il nostro Paese in un settore altamente produttivo come quello della marineria crocieristica e da diporto. Il gip ha risposto, probabilmente, soltanto al principio del “libero convincimento”, intoccabile per i magistrati così come odioso e fuori dal tempo per la pubblica opinione. Fino a quando esisterà questo principio ogni giudice farà quello che crede trincerandosi, ovviamente, dietro l’applicazione letterale e pedissequa della legge. E’ ancora troppo presto per addentrarsi in commenti negativi verso la decisione del gip Valeria Montesarchio, le prossime settimane ci diranno di più sull’intera vicenda, quando tutte le carte saranno pubbliche si potrà anche azzardare qualche giudizio più preciso. Per il momento mi soffermerei più sull’immagine del comandante Francesco Schettino che ai più non è apparsa affatto in linea con i tempi e con l’incarico di altissima responsabilità che ricopriva già da qualche anno. Al di là di ogni altra considerazione, un soggetto che si trova al comando di una delle navi da crociera più prestigiose del mondo non può apparire in pubblico e parlare con una inflessione dialettale napoletana che ha fatto rabbrividire tutto e tutti. Una vera italica vergogna a livello planetario. E dire che Schettino è anche capace di parlare più lingue, ma quel dialetto lo distrugge e lo condanna senza appello, così come fa condannare l’intero Paese. Ma come fa uno che gira mezzo mondo, che conosce i popoli di quasi tutto il pianeta, che partecipa da prim’attore a feste e galà di grande livello, a perdersi in maniera così irritante con quei capelli impomatati e con quello sguardo da “spaccone di borgata”, come gli stessi sottufficiali lo hanno definito. Ma come è possibile che un uomo che dovrebbe incarnare la massima potenzialità professionale possa perdersi in pochi secondi e non essere più in grado di governare non solo la nave ma anche se stesso, proprio nel momento di pericolo in cui la sua freddezza e razionalità dovrebbe prevalere su ogni altro aspetto umano e psicologico. Ma come ha fatto la Costa Crociere ha selezionarlo e metterlo in un posto così importante e di così grande responsabilità? Se il comandante Schettino è responsabile, così come lo è, delle sue azioni e di quel che ha combinato nel mare dell’Isola del Giglio, pari responsabilità, se non maggiore, dovrà essere addebitata alla società che lo ha scelto e premiato. Un nuovo durissimo colpo mortale per un Paese che non riesce ad uscire da uno stallo che non aveva mai conosciuto prima. Francesco Schettino certamente non è innocente, ma più colpevole di lui e la Costa Crociere. E’ notte fonda quando Schettino arriva davanti casa, un imponente schieramento di forze dell’ordine impedisce l’assalto di cronisti e telecamere, entra rapidamente nella splendida casa sorrentina e la prima cosa che avrebbe fatto è stata quella di andare verso la terrazza, di spostare le tende e guardare il mare, quel mare cui comunque ha dato tutto se stesso, quel mare che lo ha ripagato in maniera molto dura. Da oggi, forse, potrà vederlo soltanto da lì, dal suo terrazzo. Per concludere, non mi meraviglio più di niente, tanto di Schettino ce ne sono tantissimi (anche seduti sugli scranni del Parlamento!!) soprattutto nei posti chiave, tanto che a buona ragione Schettino può essere considerato la metafora di questo Paese.
direttore: Aldo Bianchini
L’attenta lettura dell’articolo mi ha portato alla mente un altro grande personaggio che potrebbe essere descritto con gli stessi termini. Basta sostituire alla Costa il popolo italiano. Resta la domanda: come mai quell’altro grande personaggio meritava tutte le difese di questo mondo, che tutto gli perdonava?
Vero è che tutti gli uomini sono uguali, soltanto che alcuni sono più uguali degli altri.
Merita molta attenzione l’osservazione di Enzo perchè dice verità assolute. Però se proviamo ad invertire il ragionamento potremmo anche pensare che al comandante Francesco Schettino è andata bene, e forse andrà ancora meglio nelle prossime ore dopo la sospensione daparte della Costa, soltanto perchè non si chiamava come il grande personaggio evocato nel commento cui mi riferisco. E’ qui il nodo della questione, che la legge viene applicata a seconda delle circostanze e dei nomi. Grazie per l’attenzone.