Aldo Bianchini
MONTE S.G. – Non so quanti ricorderanno la storia del topo morto stecchito rinvenuto da due ragazzini di Monte San Giacomo in una busta di patatine San Carlo acquistata nel Bar-Ristorante “Il Rezzo”. Certamente pochi. Eppure fu una storia che colpì l’opinione pubblica in maniera particolare anche perché fortunatamente la busta di patatine fu aperta nei locali del bar dove erano presenti anche i genitori dei bambini e il proprietario del locale provvide a chiamare subito gli ispettori della ASL. La storia di quell’episodio racconta che due ispettori giunsero prontamente sul posto, sequestrarono la busta e il topo e provvidero a redigere apposito verbale sui fatti con rapporto alla Procura della Repubblica di Sala Consilina competente per territorio. Il topo fu regolarmente incartato e sigillato e depositato nei frigoriferi della ASL come reperto giudiziario. Passa il tempo ed arriva la prima doccia fredda. La Procura di Sala C., per quegli incredibili giochi della giustizia, trasmette gli atti a quella di Novara per competenza in quanto la sede legale dell’azienda produttrice ricade in provincia di Novara. Passa ancora altro tempo e qualche settimana fa è iniziato il processo con una sorpresa: i genitori dei due bambini, così come il proprietario del bar-ristorante, non si sono costituiti parte civile. E perché mai non si sono costituiti parte civile? non è dato di sapere, sarà credo una strategia difensiva, ma sinceramente incomprensibile. Arrivano a Novara i due ispettori dell’Asl (giustamente a spese della collettività!!), il primo viene invitato dinnanzi alla Corte per essere sentito. Il giudice chiede l’esibizione del reperto giudiziario, cioè del topo morto e impacchettato e sigillato. Un attimo di incertezza e poi l’ispettore dice pressappoco così: “Presidente, mi scusi, ma il topo non c’è perchè è andato smarrito nel corso di un trasferimento degli uffici dell’Asl”. Lungo momento di silenzio del giudice che, alla fine, sospende l’udienza non senza aver detto (almeno tra se e se, così si dice!!): “E che siete venuti a fare!!”. Incolpevoli i due ispettori, non era loro compito custodire il reperto giudiziario, questo è l’unico dato certo. Il processo è stato rinviato e si avvia, in mancanza del reperto giudiziario verso una conclusione deludente almeno soltanto per i due bambini che conserveranno un brutto ricordo sia dell’accaduto che del funzionamento della giustizia e delle varie istituzioni. Non è dato di sapere se i genitori dei bambini, il proprietario del bar-ristorante e l’Asl abbiano provato la stessa delusione dei due bambini che furono costretti ad afferrare il topo con le loro gentili manine. Le voci che corrono intorno a questa vicenda sono, ovviamente tante e tutte pesanti, non le pubblichiamo per rispetto di quell’etica che deve sempre contraddistinguere i rapporti in genere prima ancora di quelli tra la stampa e l’opinione pubblica. Un caso questo che va comunque seguito.
direttore: Aldo Bianchini
Sembrerà assurdo ma ho letto un fatto simile su leggo.it Un ex dipendente di un mcdonald,a Filadelfia,ha raccontato di aver visto un topo passeggiare in un panino .Avvertì subito il suo capo.questo gli disse di spazzolare il panino e servirlo.
Nel caso di Sala,non sarà che i genitori e il proprietario del bar siano stati risarciti dalla Sancarlo?