Costa Concordia: il naufragio, la testimonianza

Antonio Citera

ISOLA del GIGLIO – Due ragazzi fiorentini assidui frequentatori del Vallo di Diano. Eravamo a tavola-   Abbiamo vissuto attimi di panico- All’improvviso un black-out ha oscurato ogni cosa, un colpo, ed un forte boato, tutto ciò che era sul tavolo è scivolato per terra.- Ha inizio così il racconto di Anna e Sandro, raggiunti telefonicamente subito dopo il brutto fatto. Ragazzi che amano il Vallo di Diano, che spesso specie nei mesi caldi, vivono il nostro territorio.  Un sogno che si realizza. Una crociera ricevuta in regalo dagli amici.  Convolati a nozze alla fine di dicembre, si sono imbarcati su quella nave che custodiva il loro nido d’amore. Partita da Civitavecchia nella prima serata, la Costa Concordia, un gigante di oltre cento tonnellate, era diretta a Savona. In prossimità dell’isola del Giglio, la tragedia.- Erano le 21.30, circa,quando  la sala si è oscurata-, le prime urla di paura, i primi pianti, si udivano,tanti i bambini presenti, dopo qualche minuto, tutto sembra essere nella norma, ritorna la luce, ed il comandante ci comunica che si è trattato di un guasto al generatore di corrente elettrica, tutto è sotto controllo.- Ma subito ci accorgiamo che qualcosa di strano si sta verificando, i tavoli e le sedie, sembravano animati, uno dietro l’altro, si spostavano , fermandosi  all’impatto con il muro che delimita la sala da pranzo.- La nave si stava inclinando, tutto ciò non poteva derivare da un semplice guasto elettrico.- Non sapendo cosa stesse accadendo, siamo rimasti fermi con le gambe tremolanti, ad aspettare qualche segnalazione.- Dopo poco, ecco l’altoparlante che ci invita ad indossare il giacchetto salvagente, e con calma incamminarsi vero il  ponte dove sono posizionate le scialuppe di sicurezza.- Una misura preventiva ci gridano, niente di grave- Ma oramai il terrore si ripercuote tra tutti i passeggeri, che spaesati cercano di capire cosa stia succedendo.- I tanti bambini si stringono al collo delle mamme, che invano cercano di tranquillizzarli. Infine ecco il segnale che nessuno voleva sentire, “sette squilli brevi ed uno lungo” , abbandonare la nave in fretta, l’equipaggio, cala in mare le scialuppe, mentre ancora gli altoparlanti dicono di non temere nessun pericolo.- Saliamo sulla barchetta e piano piano ci allontaniamo , dietro di noi migliaia di altre persone, con la stessa nostra paura, si apprestano ad abbandonare la nave, qualcuno addirittura si butta in mare e raggiunge la riva a nuoto.-  Un racconto che ci proietta all’interno della nave nel momento dell’incidente, che è costato la vita ad alcune persone, altre risultano disperse.  La nave ci appare dal molo adagiata su un fianco, evidente sulla fiancata sinistra, uno squarcio di almeno 60 metri, -una manovra sbagliata del comandante- dicono alcuni testimoni, che ha letteralmente traghettato il gigante dei mari, sulla scogliera. Le indagini sono in corso, si sta tentando di carpire l’esatta dinamica, per stabilire colpe e colpevoli.

 

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