Da Gianluca Cicco (coordinatore PdL Cava)
CAVA de’ TIRRENI – Sento di voler replicare alle dichiarazioni rese dal consigliere Gravagnuolo sul Millennio della Badia, anche in qualità di segretario cittadino del Popolo della Libertà, dal momento che l’ex sindaco ha sempre fatto un uso esclusivamente politico dell’evento, ora per la propria affermazione, ora per attaccare l’avversario. Io sono tra quelli che aveva creduto alla genuinità della proposta fatta da Gravagnuolo nel 2006, ma che ha poi capito nel tempo il piano che lo aveva portato ad ingannare decine di migliaia di cavesi facendo credere loro che la città di Cava sarebbe stata sommersa da svariati milioni di euro, creando così delle aspettative che non avevano alcun fondamento nella realtà. Il piano prevedeva con ogni evidenza la riconferma al secondo mandato prima dello scadere del 2011 e, proprio l’inconsistenza del progetto, ha spinto Gravagnuolo a provare la carta delle dimissioni a gennaio 2010 per provare ad essere rieletto prima di incassare una più che probabile brutta figura sul Millennio. Marco Galdi è stato al contrario onesto sin dalla propria campagna elettorale, garantendo la giusta misura delle celebrazioni e il massimo sforzo per la promozione della città, evitando però di promettere sogni irrealizzabili. Il problema è un altro. Oggi Gravagnuolo favoleggia ancora su cosa lui avrebbe fatto per il Millennio se fosse rimasto alla regia della città. Peccato che non abbia dichiarato con quali soldi avrebbe operato. La verità è che se non ci fosse stata la legge Cirielli e l’impegno del Presidente della Provincia in primis, Cava non avrebbe potuto fare neanche quel tanto che ha fatto con una disponibilità economica dignitosa ma non certo sufficiente a cambiare il volto della città, che avverrà attraverso altri strumenti grazie alla determinazione dell’Amministrazione Galdi. E Gravagnuolo sa bene, motivo per cui giudico le sue dichiarazioni rese in mala fede, che già l’abate Chianetta chiedeva che la quasi totalità dei fondi fossero spesi per gli interventi strutturali che il monumento necessita, senza che gli si potesse in fondo dare torto: prima delle celebrazioni e dei proclami politici, bisognava semmai garantire la conservazione dell’edificio e la sua ristrutturazione laddove necessario, come si è fatto e come si continuerà a fare nell’arco di quest’anno. Per cui è merito di questa Amministrazione e del Comitato Nazionale se si è riusciti a ritagliare delle somme anche per altre iniziative meritevoli, come ad esempio la progettazione di cinque mostre originali pensate per l’occasione in seguito ad una ricerca, e non prese a noleggio come si era soliti fare in passato a Cava. E’ evidente che Gravagnuolo, oltre a non partecipare ad alcun avvenimento dell’anno, neanche ai convegni veri – che non sono la kermesse chiassosa e scarsa di contenuti organizzata da lui all’Alambra – o agli altri innumerevoli appuntamenti culturali, non ha ritenuto neanche di leggere la relazione finale presentata dal Sindaco e pubblicata, tra l’altro, sul sito web del Comune. Più che dire cosa avrebbe fatto, sarebbe stato interessante leggere di cosa non ha fatto fin quando è stato al governo cittadino. Inoltre, ho letto dichiarazioni false e infamanti riguardo ai contratti di consulenza del Comune che, si badi bene, sono stati predisposti per soli quattro mesi di lavoro e quindi non certo per le somme che ho letto sui giornali, trascorsi i quali c’è chi ha proseguito per la sola passione e l’interesse per l’evento. E il sottoscritto, prima di essere segretario di partito, è uno studioso e un professionista serio che si è trovato più volte ad essere indebitamente offeso, da ultimo nello scorso Consiglio comunale. Gravagnuolo, che come me è stato docente universitario a contratto, dovrebbe avere il buon senso e l’eleganza per non fare certe affermazioni. Gli offro la possibilità di chiedermi cento volte scusa, cento come i titoli accademici e di servizio che ho presentato a suo tempo per le selezioni del contratto di consulenza. Il mio curriculum, se lui vorrà fare pace con la propria coscienza, è anche sul mio profilo facebook.
direttore: Aldo Bianchini