Aldo Bianchini
POLLA – Ritorna di grande attualità la vicenda giudiziaria legata all’omicidio del pensionato Nicola Di Gloria per mano, così sostengono gli inquirenti, del giovane Giuseppe Petrillo (33 anni di Polla)che è tuttora detenuto nel carcere di Sala Consilina. Negli ultimi mesi la famiglia del Petrillo aveva revocato la delega ai difensori Erminio Cioffi e Domenico Amodeo a favore di un avvocato del foro di Napoli. Con Cioffi ed Amodeo era andata via anche la criminologa Roberta Bruzzone (noto personaggio televisivo nazionale) per incomprensioni con la famiglia di Petrillo sulla linea difensiva da seguire. La notizia del giorno fuoriesce dalle strettissime maglie istruttorie della procura di Sala Consilina. Si tratterebbe di un tabulato telefonico dal quale risulterebbero alcune circostanze inquietanti. Stante al tabulato e dall’esame comparato delle celle sembrerebbe che Giuseppe Petrillo mentre ancora si trovava sulla “scena del delitto” abbia effettuato dal suo cellulare almeno tre telefonate. Una della durata di circa 45 minuti diretta ad una sua amica di Agropoli, le altre due di durata molto più breve dirette a due suoi familiari residente in Polla. Che cosa ha detto al cellulare l’indagato Giuseppe Petrillo e che cosa è accaduto subito dopo le telefonate sul luogo della tragedia. Difficilissimo dirlo. La donna di Agropoli sarebbe già stata interrogata, poco tempo fa, dagli inquirenti ai quali avrebbe detto di non ricordare più nulla di quella telefonata che era durata tantissimo. La stessa cosa avrebbero testimoniato i due parenti contattati quella sera mentre si trovavano nelle rispettive abitazioni di Polla. Qualora venisse confermata l’esistenza di questo tabulato e di queste telefonate si aprirebbero nuovi scenari sui momenti precedenti e successivi alla prima aggressione con ferimento che, comunque, il Di Gloria ha subito ad opera del Petrillo. Il mistero, tuttora fitto ed impenetrabile, è su che cosa è accaduto dopo il ferimento, su chi eventualmente c’era sulla scena del delitto e su chi sarebbe arrivato dopo qualche minuto. Ritorna prepotentemente d’attualità anche la teoria sostenuta a lungo dal maresciallo dei Carabinieri di Polla, Francesco Vivone, che accreditava l’omicidio in ambienti molto vicini al Petrillo e, quindi, non soltanto al Petrillo che a questo punto potrebbe, a caro prezzo, voler coprire qualcuno. In questo senso si era orientata anche la criminologa Bruzzone che prima della remissione del mandato aveva addirittura redatto una relazione verso questa soluzione. Del resto negli ambienti bene informati si sussurra che la teoria di Vivone (sostenuta con troppa forza!!) è stata una delle cause (non l’unica, ovviamente !!) del suo brusco allontanamento dalla stazione di Polla dopo oltre dieci anni di servizio. Ma gli inquirenti vanno dritti spediti verso un’altra direzione, altrimenti non si giustificherebbe neppure l’encomio ricevuto dal capitano Domenico Mastrogiacomo (nell’ultima Festa del Carabiniere svoltasi a Salerno) proprio per la vicenda legata all’omicidio di Di Gloria ed alla cattura del suo presunto assassino Giuseppe Petrillo. A questo punto anche le dichiarazioni dell’avvocato Sebastiano Tanzola (difensore della famiglia Di Gloria), tenace sostenitore della linea seguita dagli inquirenti, potrebbero essere rimesse in discussione. Alla prossima
direttore: Aldo Bianchini