VALLO DI DIANO. PD L’ALTRUISMO METTE IL FRAC

Antonio Citera

Dopo l’assemblea per la nascita di un coordinamento ad hoc nel Vallo di Diano, tenutasi secondo molti all’insegna del riserbo, aperta ai pochi eletti, una serie di polemiche hanno acceso il dibattito mass mediatico. Tante le dichiarazioni che hanno riempito le prime pagine dei giornali locali, tutte falsate da un’etica che non c’è. I big naturalmente, coloro che hanno fatto il bello e cattivo tempo, a turno si sono confessati , lasciando presagire una ordinaria amministrazione , nessun segnale di allarme, tutti devoti al bene comune. C’è da scegliere il coordinatore, nessun problema, tale ruolo è preposto ad una persona che conosce bene il territorio, che sa interagire con le persone, a contatto con fatti e misfatti di palazzo. Puntualmente, i soliti noti si chiudono a riccio, si autocandidano , si definiscono insostituibili.  Tutto ciò per risollevare le sorti di un partito che da decenni cavalca l’onda, gestisce il pubblico, facendo la voce grossa, un eco dettato dai pochi che in maniera meschina detengono il potere, lasciando terra bruciata dietro, non permettendo a nessuno o ai pochi privilegiati la libertà di parola. Dal canto suo, il segretario provinciale Nicola Landolfi è stato chiaro nell’interpretare le esigenze della collettività, -bisogna coordinarsi- ha detto- lasciare la facoltà di mediare ai rappresentanti dei circoli cittadini, il cambiamento deve partire dal basso-. Frasi ricche di contenuto, una chiara presa di posizione verso un orizzonte diverso, verso una sana politica. Ma è davvero così?  La risposta è scontata, nessuna dichiarazione in merito ha smentito le voci di auto candidature, nessun dettaglio traspare sul metodo con cui si vuole “eleggere” il coordinatore di zona. Un percorso oscuro fatto di belle parole, intuizioni, che hanno diagnosticato un male comune, ma che non trovano un efficace vaccino. Una prassi consolidata, un’anomalia che ha natali illustri, il partito affidato agli eletti, ai numeri, chiuso nel palazzo perdendo il contatto con le persone che dovrebbero rappresentare la vera forza. Un Partito di facile lettura, che perde i pezzi, perde la credibilità, e favorisce la nascita di movimenti attorno ai singoli personaggi  che si definiscono leader. Allora ci chiediamo, “quale prospettiva ci attende? A parer di chi comanda, niente e perduto, la crisi che stiamo vivendo, non è altro che una bufera che presto porterà il sereno, un ostacolo  che si può superare con i sacrifici di tutti. Ma guai a cambiare le carte in tavola, l’esperienza dell’amministratore, è di fondamentale importanza, la poltrona fatta su misura non reggerebbe un diverso peso. Quindi si fa di necessità virtù, si ledono i sogni e le speranze di chi vede scalfita la dignità. Siamo all’inizio di un nuovo anno, tanti i dubbi che ci assillano,tanta la voglia di serenità, tanti i desideri.  Ma soprattutto tanta la voglia di cambiare, di costruire un futuro degno ai nostri figli. Che il 2012 sia per tutti voi lettori,un anno migliore, migliore di sempre. BUON ANNO.

 

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