Aldo Bianchini
BARONISSI – Qualche giorno fa ho letto un titolo a tutta pagina che ha colpito la mia attenzione: “Moscatiello continua a copiare De Luca”. Nell’articolo, non firmato, si racconta che dopo le fontane e le luci natalizie il sindaco inaugura due opere d’arte nell’ambito delle manifestazioni per i duecento anni della Città di Baronissi. Insomma tra Acquamela, Giardino della Storia e i Beatles, secondo l’anonimo articolista, il sindaco Giovanni Moscatiello con la sua propensione verso l’arte e la cura metodica della sua città sembra proprio voler imitare il suo grande amico-nemico Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno. Non sono in grado di sapere chi ha scritto quell’articolo e soprattutto chi ha fatto quel titolo, peccato, perché avrei potuto spiegare loro che Giovanni Moscatiello non ha mai imitato o copiato De Luca, semmai è stato De Luca ad adottare il “modello di governo” ideato dalla fervida mente di Moscatiello, un modello che ha avuto il battesimo fin dagli anni ’80 in pieno dopo-terremoto in quel di Valva, quando alla guida di quel paese disastrato arrivò per la prima volta il giovane Michele Figliulo (ancora oggi pro console di De Luca in tante battaglie politiche e non!!). Conosco Giovanni Moscatiello fin dai tempi di Valva e so bene che quel modello andava di pari passo, anzi a braccetto, con un’attenta gestione amministrativo-finanziaria della cosa pubblica. Non per niente il famoso processo di Valva, tirato in tutte le direzioni, non è mai approdato a nulla nonostante la costanza con cui l’allora giovane pm Anita Mele della Procura di Salerno si dedicò al controllo di legalità sulla gestione amministrativo-economica di quel paese, arrivando a chiedere l’arresto di ben 32 personaggi. Anzi posso aggiungere, senza tema di essere smentito, che quel modello portato avanti dal duo Moscatiello-Figliulo è esattamente il modello che qualche anno dopo (agli inizi degli anni ’90) Vincenzo De Luca ha fatto suo ed ha importato nella città capoluogo. Tanto è vero che, con alterna tempistica, portò a Salerno sia Moscatiello che Figliulo, il primo direttamente al Comune e il secondo alla vice-presidenza della Provincia. Altro che “copiare De Luca”, Moscatiello è stato ed è il punto nevralgico per chi vuole entrare nel “sistema De Luca” e questo Edmondo Cirielli lo ha capito benissimo tanto è vero che con l’operazione Moscatiello-Provincia ha davvero spaventato il suo avversario più temibile. L’importanza di Moscatiello per De Luca è certificata anche da un fatto molto importante che molti non ricordano o non sanno. La prima moglie di Giovanni Moscatiello fu preliminarmente assunta al Comune di Valva con un concorso ad hoc e poi inizialmente distaccata a Salerno prima della creazione di un altro specifico concorso su misura per il suo definitivo trasferimento. Questo, ovviamente, per dire quanto contava per De Luca tenersi vicino il suo uomo più portato per le operazioni amministrativo-finanziarie. Dopo una trentina d’anni, però, arriva il colpo di scena e la rottura insanabile di tutti i rapporti con l’antico amico, fino a fargli perdere addirittura il CSTP e il Consorzio Farmaceutico (per non citare altri organismi!) sul quale, comunque, c’è stata una leggera scivolata del calcolatore Moscatiello. Un riavvicinamento a De Luca, non credo. Una pausa di riflessione, penso di si. Lo strappo tra i due è e resterà un mistero ancora a lungo. Dalle prossime battute, ovviamente, potremo capirne di più. Ritornando all’articolo in premessa devo dire che quando si riporta la frase di Moscatiello per il “diamante di Acquamela” non si fa altro che darmi ragione, perchè da quella frase si capisce esattamente quanto è siderale la distanza caratteriale e culturale tra i due politici. De Luca non avrebbe mai inteso lasciare o lanciare “messaggi alla sua gente” perché avrebbe preferito parlare di se stesso proiettando il suo nome verso il futuro (leggasi Piazza della Libertà”!!) e non il popolo che rappresenta.