L’Italia in poco più di una ventennio è passata da una nazione di forte emigrazione ad una di immigrazione, specie nelle aree industriali del nord e quelle a vocazione agricola del mezzogiorno d’Italia. Episodi come quello d Firenze degli ultimi giorni in cui sono stati sparato dei giovani senegalesi è solo l’ultimo dei tanti casi di intolleranza nei confronti degli stranieri.
Il numero degli immigrati è in costante aumento e rappresenta oggigiorno il 7,5% della popolazione totale; tra le comunità più numerose troviamo i rumeni, i marocchini, gli albanesi i tunisini e gli ucraini. Spesso considerati come un peso per la società a causa di problemi di ordine pubblico e microcriminalità (bisogna comunque dire che questo fenomeno interessa una percentuale piuttosto ridotta sul totale degli immigrati) la maggior parte di loro sono integrati nel nostro tessuto sociale.
Va evidenziato che la maggior parte di loro hanno una funzione molto utile all’interno dell’economia e contribuiscono alla crescita del nostro paese; non dimentichiamo, infatti, che essi vanno a ricoprire dei posti di lavoro che difficilmente gli italiani sarebbero disposti a fare, coma ad esempio le badanti o a lavorare nelle campagne e negli allevamenti bovini della pianura padana o bufalini della Valle del Sele.
Dalle ultime stime effettuate sul contributo degli stranieri nella nostra economia, la parte del Prodotto Interno Lordo da loro generata è passata dal 5% agli inizi del 2000 fino ad arrivare a superare il 10% nel 2010; contributo da non sottovalutare neanche per quanto riguarda il nostro sistema previdenziale e scolastico, visto il forte e progressivo invecchiamento della popolazione italiana, e il calo demografico divenuto davvero preoccupante.
I principali conflitti che si vengono a creare spesso sono dettati dalla paura del “diverso”, ma quello spesso che non viene detto è che gli stranieri spesso non tolgono posto di lavoro agli italiani, quanto piuttosto occupano posti di lavoro che nessuno vuole più ricoprire tra di noi.
La ricerca di una maggiore comunicazione ed integrazione sono le chiavi del successo, in quanto la ghettizzazione dettata dalla paura verso lo straniero potrebbe portare sia ad estremismi religiosi che ad episodi di guerriglia cittadina, come si sono visti nelle banlieus francesi negli anni scorsi, che innescherebbero esclusivamente un clima di sterile intolleranza.