Alfonso D’Alessio
E’ appena passato il Natale e anche la festa di
Santo Stefano Martire. Comprendo lo stupore del direttore Aldo Bianchini e, di
chi come lui, è stato attento osservatore dei telegiornali del 25 e 26
dicembre. Notizie catastrofiche, violenza gratuita, elencazione di morti per
attentati a chiese cristiane, una sequenza allucinante e che invita ad una
profonda riflessione. Possibile che manchi la speranza, che vi sia assenza
totale della luce? Fortunatamente questo dubbio è subito fugato. Ci pensa la
stessa televisione, così prodiga nel dare brutte notizie a avara nel comunicare
ciò che di buono accade, fosse anche poco. Ci pensa trasmettendo i messaggi di
Benedetto decimo sesto, per usare il linguaggio degli stessi telegiornali.
Messaggi improntati alla pace, alla non violenza, al perdono anche a fronte
della barbarie umana. Il giorno di Natale, alla benedizione Urbi et Orbi, il
Papa ha detto: “Cari fratelli e sorelle,
rivolgiamo lo sguardo alla Grotta di Betlemme: il Bambino che contempliamo è la
nostra salvezza! Lui ha portato al mondo un messaggio universale di
riconciliazione e di pace. Apriamogli il nostro cuore, accogliamolo nella
nostra vita. Ripetiamogli con fiducia e speranza: “Veni ad salvandum nos!”. E nella festa di Santo Stefano
Martire, all’Angelus ha affermato: “Ho
appreso con profonda tristezza la notizia degli attentati che, anche quest’anno
nel Giorno della Nascita di Gesù, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese
della Nigeria. Desidero manifestare la mia sincera e affettuosa vicinanza alla
comunità cristiana e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo assurdo
gesto e invito a pregare il Signore per le numerose vittime. Faccio appello
affinché con il concorso delle varie componenti sociali, si ritrovino sicurezza
e serenità. In questo momento voglio ripetere ancora una volta con forza: la
violenza è una via che conduce solamente al dolore, alla distruzione e alla
morte; il rispetto, la riconciliazione e l’amore sono l’unica via per giungere
alla pace”. Cos’è che spinge il
Papa, così come dovrebbe essere per ogni cristiano, a non maledire i violenti
bensì a ricercare la via dell’amore e della riconciliazione? La risposta non è
nel comprendere cos’è, ma chi è? Sì, perché tutta questa violenza, il
perpetrarsi del martirio dei cristiani anche oggi, altro non dice che l’evento
della nascita di Gesù è più che mai imprescindibile per trasformare i cuori e
la storia. L’ostinarsi ad ignorarlo, a far finta che Cristo non tocca la nostra
vita, ad illuderci che possiamo farne a meno, è la tragedia più grande che
l’uomo possa compiere, e i frutti sono sotto i nostri occhi. Dunque la forza di
Benedetto XVI per benedire e non maledire, la forza dei martiri contemporanei,
quella di Santo Stefano, la nostra, è Gesù Cristo. Ringraziamo il Santo Padre
che ce lo ha ricordato e che ha reso i tg più umani e meno bestiali, lasciando
intravedere la luce che Gesù ci ha portato con la Sua nascita, e la possibilità
concreta per l’uomo di arrivare, un giorno e se lo vuole, ad avere notiziari
senza violenza.