Aldo Bianchini
PAGANI – Sono stato pochi giorni fa in giro per Pagani e sono passato sotto l’abitazione dei genitori di Alberico Gambino dove l’inquisito è ristretto agli arresti domiciliari molto rigidi. Ho chiesto in giro, nessuno lo vede, nessuno lo contatta, anche le imposte di casa restano sempre chiuse. Segno questo, inequivocabile, del massimo rispetto che l’uomo Gambino, arrestato all’alba del 15 luglio 2011, ha nei confronti degli inquirenti e della giustizia. Mi rendo conto di andare contro corrente, mi rendo conto di seguire un percorso giornalistico (s’intende!!) fuori delle righe tradizionali, mi rendo altresì conto che gli inviti dei molti amici a rientrare nei ranghi sono frutto soltanto della loro preoccupazione che io possa urtare i poteri forti che ristagnano in tutte le corporazioni e/o i clan, dalla magistratura alla malavita organizzata. Non mi interessa, vado avanti, sono fatto così, se non potessi più dire pane al pane smetterei subito di fare il giornalista. Ricordo che alla vigilia del Natale del 1993 scrissi più o meno le stesse cose rivolgendomi ad alcuni potenti personaggi politici e delle professioni che erano da mesi ristretti nelle patrie galere o che erano ai domiciliari o che, più semplicemente, erano fortemente indagati. Allora sulle pagine dei giornali apparivano gli elenchi delle persone in carcere o di quelle a vario titolo indagate, neppure una parola di conforto, niente. Eppure fino a qualche mese prima gli stessi personaggi con interviste, messaggi vari e, forse, anche prebende riempivano quelle stesse pagine dei giornali. Fui l’unico a scrivere che una persona può essere ritenuta colpevole soltanto quando “al di là di ogni ragionevole dubbio” viene dimostrata la sua piena responsabilità. Fui quasi deriso, mi sentivo una specie di cane sciolto guardato a vista, poi quei personaggi piano piano furono tutti assolti, alla faccia delle tempeste mediatiche, delle costruzioni teoretiche della Procura e delle “fantasiose” interpretazioni della Cassazione che anche allora si pronunciò più volte richiamando i vari riesami che tentennavano o ridimensionavano le accuse. Quella, però, era l’epoca di tangentopoli dove tutto o quasi era consentito, ora forse è ancora peggio. Non riesco proprio a capire come fa la Cassazione a sostenere che “i giudici del riesame hanno liquidato sbrigativamente il valore ed ilo significato delle produzioni documentali dell’accusa, senza trarre pervasive conclusioni su quale fosse la realtà locale delle vicende oggetto di imputazione, enucleando dal contesto un tassello importante, necessario per la ricomposizione dell’intero mosaico accusatorio” con chiaro riferimento all’azione sul territorio del “clan Fezza-D’Auria-Petrosino” quando gli unici anelli di congiunzione sono liberi in attesa della udienza di convalida prevista per il prossimo gennaio? Come fa, inoltre, la Cassazione a sostenere che i giudici del riesame hanno “totalmente evaporato il valore probatorio delle dichiarazioni” di Amerigo Panico (l’imprenditore che fino a pochi giorni prima era stato assistito professionalmente sul lavoro da uno degli arrestati)? Un dubbio dovrebbe, comunque, investire gli Ermellini soltanto se pensassero che Panico di fronte a se aveva due strade: mentire o dire la verità. E chi ci dice che abbia detto serenamente la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. Un imprenditore che sta affogando (parlo in generale!!) nei marosi della crisi economica potrebbe anche essere ben disposto a portare con se nel disastro tutti i filistei, o no? Basterebbero queste semplici meditazioni per far capire a tutti che la soglia del “al di là di ogni ragionevole dubbio” è ancora molto lontana. In questo giorno di festa, di cordialità, di amicizia e di fratellanza penso all’uomo, al padre, al marito Alberico Gambino che per correttezza non apre nemmeno un’imposta della casa dei genitori per timore di violare la restrizione cui è obbligato. Penso al mio caro amico Giuseppe Santilli, ai suoi figli, a sua moglie, ed immagino il dramma che sta vivendo e che ha vissuto in questi lunghi mesi, da innocente, da persona al di fuori di ogni combine. Credo e crederò sempre nella loro innocenza. A loro due, ma anche agli altri sette arrestati che non conosco, auguro un felice Natale, comunque.
vergognati
Se al posto della “i” finale ci fosse stata una “o” avrei pensato che il “vigliacco anonimo” fosse addirittura Luca Cordero di Montezemolo. Così non è, purtroppo. Il nostro è semplicemente Luca Corderi, un nome e cognome inventati, ed è una persona talmente meschina che la paura lo induce a nascondersi dietro il paravento del web. bella roba!! Il direttore Bianchini, invece, si espone sempre e da sempre, nel bene e nel male. Certamente può sbagliare, ma da qui a vergognarsi ce ne passa anche perchè lui sostiene una tesi difensiva che fino ad oggi, nei tanti altri casi, gli ha dato ragione. E Bianchini dà anche la possibilità a persone come Luca di dire “vergognosamente la sua” quando non ne avrebbe alcun diritto proprio perchè si nasconde come un codardo. E invece di ringraziarlo il buon Luca gli dice “vergognati”. Oltretutto questo Luca non da nemmeno la possibilità, quando tutto sarà finito, di dirgli di vergognarsi lui per davvero. Ma si sa, da quando imperversa il web, anche i conigli hanno voce i n capitolo. Vai avanti direttore per la tua strada. Buon Natale a tutti.
un tristissimo delirio da blog personale.
vergognati popolo se non hai piu fiducia nello stato di diritto. la cultura giuridiva impone equilibrio sempre. (mi scuso per frase incncludemte di prima ma avevo problemi tecnici)
povero popolo se non hai piu fiducia nello stato di diritto. la cultura giuridiva impone equilibrio sempre. (mi scuso per frase incncludemte di prima ma avevo problemi tecnici)