Antonio Citera
SALA CONSILINA – I carabinieri della compagnia di Sala Consilina, nella serata di lunedì, hanno tratto in arresto su disposizione della locale Procura, Botiz Mihai, un operaio romeno di 41 anni residente a Sala Consilina. L’uomo, da qualche tempo, complice l’abuso di alcool, sottoponeva la giovane consorte,a continue violenze fisiche. L’altra sera,in preda ad un raptus,ed in chiaro stato di ebbrezza, ha picchiato la moglie con calci e pugni per futili motivi . I militari, su segnalazione anonima, sono prontamente e tempestivamente intervenuti sul posto, entrati nell’abitazione dei coniugi, sono stati anche loro quasi aggrediti dall’uomo, il quale anche in loro presenza, ed in presenza dei figli, ha tentato ancora di colpire la donna. Immediatamente immobilizzato, è stato trasferito nella casa circondariale di via Gioberti a Sala Consilina a disposizione del Magistrato. Brutta pagina di cronaca che segna l’intera comunità Salese, sempre pronta ed ospitale con cittadini provenienti da altri Stati Europei, un fatto che pone in evidenza una delle piaghe del nostro vivere, la violenza che si consuma tra le mura domestiche. Violenze che accadono generalmente all’interno della casa e vengono agite da persone con cui normalmente si convive, queste, nella grande maggioranza dei casi, sono uomini, padri, mariti, fidanzati, conviventi, ex partner, fratelli, figli, si presenta generalmente come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica e a volte spirituale. Spesso è il partner che si rifugia in tali atteggiamenti, dettati dall’alcool, da gelosie, o semplicemente da comportamenti che tendono a stabilire e a mantenere il controllo sulla donna e a volte sui figli. Si tratta di vere e proprie strategie finalizzate ad esercitare potere sull’altra persona, utilizzando modalità di comportamento diverse come ad esempio l’uso di violenza fisica, oppure le minacce, gli insulti, la svalorizzazione, la denigrazione. Il potere e il controllo può essere esercitato anche attraverso la costrizione all’isolamento, il divieto di disporre di risorse economiche, l’obbligo a rapporti sessuali non voluti. Tutte queste, sono forme di violenza diverse ma fra loro strettamente connesse e vengono usate per controllare e condizionare le azioni della donna con il risultato dell’instaurarsi di un clima costante di tensione, di paura e di minaccia. In genere la violenza si insedia all’interno della coppia in una maniera progressiva ma la crescita della violenza stessa non viene vista dall’interno, infatti spesso è col tempo che la donna si accorge che questa crescita esiste. All’inizio spera che le minacce, le aggressioni e le violenze costituiscano un fatto isolato, inoltre l ‘autore di violenza, se da una parte cerca di convincere la donna che la colpa è sua dall’altra fa continue promesse di cambiare. A questo punto la donna si sente responsabile del comportamento del suo convivente, sporgere denuncia equivarrebbe a tradirlo e ciò la induce a mantenere il segreto. Molte donne picchiate infatti continuano a sostenere il loro aggressore e questo indica legami affettivi di dipendenza, di introiezione di modelli gerarchici e tradizionali fortemente assimilati.