Aldo Bianchini
Sala Consilina – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che il Codacons del Vallo di Diano ha inviato (a questo giornale via mail alle ore 20.48 dell’11.12.11) al dr Catello Maresca, pm presso la DDA di Napoli e uno degli artefici della cattura di Michele Zagaria, per indurlo a non accettare subito la “cittadinanza onoraria” che il sindaco di Sassano dr Tommaso Pellegrino ha annunciato di volergli conferire per meriti speciali. Ecco il testo integrale della lettera aperta: <<<Ill.mo dott. Catello Maresca, si apprende da notizie di stampa che presto Le verrà conferita la cittadinanza onoraria di un Comune del Vallo di Diano. In verità siamo convinti che, a Lei ed a tutti i suoi colleghi e forze dell’ordine, oltre a doverle indistintamente – tutti – riconoscenza, gratitudine e stima per il lavoro quotidiano che svolge nella lotta alla camorra ed alle organizzazioni criminali in genere, si debba riconoscere ben altro che una inappuntabile medaglia, seppur sottoforma di “premio” civico. Tuttavia, apprendere che i sacrificati risultati quotidiani della lotta alla criminalità possano essere lo spunto per l’organizzazione di poco sobrie passerelle mediatiche crea – in coloro i quali Le scrivono ed anche in tutti quei cittadini che quotidianamente si impegnano chiedendo trasparenza e rispetto della legge, alla pubblica amministrazione in particolare, e alla collettività in generale – un senso di inquietudine e anche preoccupazione. Come Ella ben sa il Vallo di Diano è stato individuato come una delle aree di sversamento di rifiuti speciali, così come documentato dall’inchiesta denominata Chernobyl, portata a compimento dal dott. Donato Ceglie della Procura di Santa Maria Capua Vetere. A noi consta che solo il Codacons si è costituito parte civile a tutela del territorio nel processo in corso. Il Vallo di Diano è anche un’area cui i clan guardano con particolare attenzione, così come documentato dallo stesso “Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità”. Inoltre, nello stesso comune che si appresta a proporla per la cittadinanza, hanno lavorato aziende provenienti dall’area di Casal di Principe, usufruendo di appalti pubblici per realizzare infrastrutture, qualitativamente poco pregevoli che si sono deteriorate dopo pochi mesi dalla consegna, su di un’area riconosciuta “di elevato pregio ambientale”. Sono stati così distrutti circa 2000 mq di area boschiva, così come documentato da un rapporto della Guardia Forestale dello Stato. Su questa vicenda stiamo cercando di fare chiarezza. Su questa vicenda si spera che i Suoi colleghi della procura di Sala Consilina, e non solo, possano presto far piena luce. In questa vicenda, infine, mentre vi era chi si sacrificava quotidianamente per capire cosa stesse succedendo in quell’area grigia della quale Ella è ben più consapevole di noi, qualcun altro, proprio in Parlamento, si attivava per far ritirare interrogazioni presentate per evitare lo scempio dell’area boschiva e chiedere chiarezza su questi fatti. Per tutte questi ragioni, e sino a quando non sarà fatta piena luce su quanto accennato e sui responsabili, Le chiediamo umilmente di riflettere con attenzione prima di accettare gli inviti che potrebbero esserLe sottoposti in futuro e provenienti da questo territorio. Non potendolo fare per mezzo di una conoscenza personale, facciamo ciò servendoci di uno strumento meno visibile ma, auspichiamo, non meno comunicativo quale la presente. Con la stima e la riconoscenza dovute. Sede Codacons Vallo di Diano>>>. Prima di passare al commento del contenuto della lettera aperta, perchè un commento lo merita, ritengo necessario dire come la penso io personalmente in merito al conferimento delle “cittadinanze onorarie” che in questi ultimi anni un po’ si sprecano. Per principio sono contrario quando essa viene conferita in maniera diffusa, in primo luogo perché la cittadinanza onoraria la si conferisce quasi esclusivamente per “meriti speciali” conclamati verso la comunità che provvede a conferirla ed in secondo luogo perché l’eccesso danneggia la nobile essenza della stessa. Faccio un esempio per capirci meglio. Il comune di Laviano, nel 1981, conferì la cittadinanza onoraria ad una cittadina tedesca che aveva donato la “prima casa prefabbricata d’alta montagna” alla comunità che l’aveva, poi, adibita a sede provvisoria del Comune. La stessa Laviano non conferì tale onorificenza né al presidente Sandro Pertini né al Papa Giovanni Paolo II che a Laviano e per Laviano si erano spesi in maniera infaticabile recandosi addirittura in visita sul posto nei giorni immediatamente successivi al terribile sisma del 23 novembre. Sinceramente non so quali possano essere i meriti di Catello Maresca per essere destinatario della cittadinanza onoraria al di là del fatto che a Sassano è andato per la presentazione del libro di Isaia Sales e per una partita di pallone. Detto questo mi corre anche l’obbligo di precisare che il Sindaco, la giunta e il consiglio di un qualsiasi comune sono assolutamente autonomi e legittimati a conferire “cittadinanza onoraria” a chiunque dovesse essere ritenuto meritevole e per qualsiasi motivazione degna di essere ascoltata e recepita dalla popolazione. A tutto ciò si aggiunge il fatto che Catello Maresca per l’azione della cattura della “primula rossa Michele Zagaria” (insieme agli altri due pm Raffaello Marcone e Marco Del Gaudio) è certamente meritevole di plauso, di consenso e di tutta la nostra solidarietà per essere addirittura rimasto “senza scorta” (come raccontano le cronache), ma in definitiva dobbiamo anche capacitarci che un magistrato quando cattura un malvivente non fa altro che svolgere il cmpit9o per il quale è chiamato a tale alto incarico. Volendo comunque fare uno strappo alla regola la cittadinanza onoraria andava conferita a tutti e tre i magistrati impegnati nel contrasto dei famigerati “casalesi”. Detto questo che è il mio opinabilissimo pensiero, passo al contenuto della lettera aperta del dr Roberto De Luca (responsabile del Codacons del Vallo di Diano). Senza nulla voler togliere all’azione a volte necessaria ed incisiva del Codacons su un territorio abbandonato, dalle istituzioni che contano, come quello del Vallo di Diano mi sembra opportuno e doveroso precisare che l’interesse del Codacons per alcuni problemi mi appare eccessivo e spesso fuori delle righe, tanto da scadere fatalmente nella battaglia individuale contro questo o quel soggetto e fino al punto da essere considerati poco credibili. Insistere, ad esempio, sul particolare che in Parlamento c’è stato qualcuno (l’allusione al sindaco Pellegrino è chiarissima!!) che “si attivava per far ritirare interrogazioni presentate per evitare lo scempio dell’area boschiva e chiedere chiarezza su questi fatti” è segno di poca lucidità. In Parlamento quel qualcuno si attivava, molto chiaramente, non per favorire l’ingresso di imprese in odore di camorra ma per agevolare gli insediamenti industriali che sarebbero dovuti arrivare e che, purtroppo, ad oggi non sono ancora arrivati, e non per colpa di quel qualcuno in Parlamento. Insomma non si può strumentalizzare oggi, a mio avviso, un’iniziativa che è stata portata avanti nella legislatura 2006/2008 e che aveva fini assolutamente in linea con quella che deve essere l’attività di un parlamentare. Anche perché, mi sembra di ricordare, che al di là di una pronuncia di tutela dell’area in questione (boschetto di 2000 mq.) promulgata dalla Comunità Montana sulla base di uno studio scientifico parziale non c’è mai stato un approfondimento serio sulle origini e sulla qualità di quell’area che il Codacons continua a ritenere “un pregio ambientale”. Fa sorridere l’appello ai “colleghi di Sala Consilina” (Procura della repubblica, ndr!!) che dovrebbero far chiarezza su quel sito. C’è stato, è vero, l’ordinanza di sequestro ma quell’atto è da ritenere più un atto dovuto che altro. In una cosa soltanto il Codacons ha sostanzialmente ragione, quando riferendosi alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, titolare dell’inchiesta Chernobyl, chiede cosa hanno fatto o stanno facendo quei sindaci (San Rufo, San Pietro al Tanagro, Sala Consilina, Teggiano, ecc.) dopo la pubblicizzazione di quell’inchiesta e dopo lo scandalo di diversi anni fa che vedeva direttamente investita la ditta Cardiello di San Pietro al Tanagro per lo sversamento di rifiuti tossici. Battagliando su questo tema non si correrà mai il rischio di sfociare nel personalismo. Il continuo assalto nei riguardi del sindaco di Sassano, che non ha certamente bisogno di me come difensore, può produrre soltanto risultati negativi anche in una vicenda come quella della cittadinanza in cui, probabilmente, si è mosso con una certa leggerezza soprattutto sul piano mediatico.
anche a montecorvino ci sono i terreni di uno degli arrestati e il comune non fa niente e uno schifo