Annalisa Corinaldesi
NOCERA INFERIORE – L’Azienda Sanitaria Locale, dopo la firma delle convenzioni, approvate dal Comitato di Etica nel periodo luglio 2010-giugno 2011, di tredici studi clinici interventistici ed osservazionali, comunica i contenuti e gli obiettivi delle sperimentazioni che inizieranno presso i centri aziendali autorizzati. Il quinto studio, che coinvolge 34 centri europei e 8 in Italia, riguarda la valutazione di nuovi trattamenti sulla qualità della vita di pazienti affetti da mierloma multiplo e si svolgerà presso l’Unità Operativa Oncoematologia del Presidio Ospedaliero ”Umberto I” di Nocera Inferiore sotto la responsabilità del dott. Alfonso D’Arco. Gli obiettivi dello studio sono : quantificare il carico del trattamento in pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario che ricevono un trattamento nuovo (lenalidomide o bortezomib); comparare la valutazione dei pazienti e l’opinione dei medici riguardo il carico di trattamento con lenalidomide e bortezomib in diversi periodi di valutazione individuale. Il mieloma multiplo è una patologia del sangue rara che colpisce soprattutto le persone adulte anziane e conta 5 casi ogni 100mila abitanti negli uomini e 4,2 nelle donne. L’innalzamento dell’età media della popolazione ha portato in tutto il mondo ad un aumento della sua incidenza. In Italia le persone affette sono 8.500 ed ogni anno si registrano 3.500 nuovi casi, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 50 ed i 70 anni. E’ una patologia del midollo osseo, la cui causa è ancora sconosciuta, generata dalla crescita incontrollata delle plasmacellule, che producono una grande quantità di una proteina, il “componente monoclonale”, ovvero un tipo particolare di anticorpo. Il mieloma multiplo è un tumore che colpisce le plasmacellule, una componente molto importante del sistema immunitario. In particolare le plasmacellule sono il risultato della maturazione dei linfociti B che, assieme ai linfociti T, rappresentano le due principali tipologie cellulari coinvolte nella risposta immunitaria. Il ruolo delle plasmacellule, che si trovano soprattutto nel midollo osseo, è quello di produrre e liberare anticorpi per combattere le infezioni, ma in alcuni casi la loro crescita procede in maniera incontrollata dando origine al tumore. Il mieloma è oggi una malattia curabile ma non ancora guaribile. E’caratterizzata da fasi di stabilità e di progressione che richiedono trattamento. Nella storia naturale della malattia, dopo varie linee di terapia, si osserva una minore risposta ai farmaci. L’introduzione dei programmi di terapia ad alte dosi con autotrapianto di cellule staminali ha migliorato sostanzialmente le prospettive di sopravvivenza dei pazienti più giovani (<65 anni). Recentemente, lo sviluppo di nuovi farmaci non chemioterapici (Talidomide, Lenalidomide, Bortezomib) ha aperto nuove prospettive nella cura del mieloma in tutte le fasce di età grazie alla capacità di questi agenti di superare la resistenza della malattia ai farmaci chemioterapici. La combinazione ragionata di chemioterapia, nuovi farmaci ed autotrapianto sta ulteriormente migliorando la prognosi del mieloma La finalità delle cure è ottenere il miglior controllo possibile della malattia e mantenerlo nel tempo (fase di plateau). La scelta della terapia è condizionata dal alcuni fattori tra cui i più importanti sono l’età del paziente e l’eventuale presenza di patologie associate. Verrà reclutato approssimativamente lo stesso numero di pazienti trattati con bortezomib e di pazienti trattati con lenalidomide in base alla normale pratica clinica dei medici. Il bortezomib, è una sostanza che appartiene a una nuova classe di farmaci antitumorali mirati, i cosiddetti inibitori della crescita tumorale. In particolare, il bortezomib è un inibitore del proteosoma, un gruppo di enzimi presenti in tutte le cellule del nostro organismo di cui controllano la funzione e la crescita. Questa classe di molecole agisce contro i tumori in modo più selettivo rispetto alla chemioterapia tradizionale, in quanto riconosce alcune proteine che si trovano sulla parete delle cellule tumorali o all’interno della cellula, ovvero blocca i meccanismi con i quali le cellule si riproducono; siccome queste proteine si trovano solo in piccola parte anche sulle cellule sane, ne risulta che l’azione sia mirata verso le cellule tumorali. Gli inibitori della crescita tumorale possono uccidere le cellule tumorali o solamente impedire che si sviluppino. Il bortezomib si utilizza attualmente per il trattamento del mieloma multiplo in pazienti che sono già stati sottoposti, senza successo, ad almeno un’altra terapia o a trapianto di midollo osseo, oppure non sono eleggibili a quest’ultimo trattamento. La Lenalidomide è la prima di una nuova classe di antitumorali detti ImiDs – Immunomodulanti Innovativi, assunta per via orale, non si limita ad agire contro le cellule impazzite, ma è in grado di rendere “inospitale” e proteggere il midollo osseo, ovvero l’ambiente circostante in cui il tumore si sviluppa. Le nuove terapie del mieloma sono talmente efficaci da permettere di raggiungere risultati simili a quelli del trapianto di midollo con una risposta dell’80% e con un 30-40% di remissione completa.