Egitto: processo elettorale e coalizioni

Maria Chiara Rizzo

Nell’attesa dei risultati del primo turno delle elezioni legislative in Egitto è doveroso rendere chiaro alcuni aspetti delle votazioni e delle coalizioni che si contendono il potere. Per la prima volta dalla caduta del rais Mubarak circa 50 milioni di Egiziani, su una popolazione stimata di 85 milioni, sono stati chiamati al voto per eleggere il Parlamento. La speranza di elezioni libere ha spinto il popolo egiziano a recarsi in massa alle urne, facendo registrare file lunghissime di cittadini che attendevano di esprimere la loro preferenza politica.  Il processo elettorale è stato inaugurato il 28 novembre e si concluderà nel marzo prossimo, dopo ben quattro mesi dal suo inizio. Le diverse formazioni politiche si contendono i 498 seggi dell’Assemblea del Popolo, nota anche come Camera bassa, e i 180 su 270 in palio alla Shura, ovvero il Consiglio Consultivo, che costituiscono i due rami del Parlamento. Le votazioni per l’Assemblea del Popolo si articolano in tre fasi, il cui termine è previsto nel gennaio prossimo, quando, invece, si apriranno i seggi per l’elezione del Consiglio della Shura che si chiuderanno l’11 marzo 2012. Gli elettori potranno scegliere tra cinque coalizioni politiche: Alleanza Democratica (il principale partito della coalizione è Libertà e Giustizia, il braccio politico dei Fratelli Musulmani, data per favorita dagli analisti); Blocco Egiziano (composto da una serie di movimenti laici al fine di perseguire gli ideali della “rivoluzione di piazza Tahrir”); Terza via (una coalizione che si colloca tra l’Alleanza democratica e il Blocco egiziano laico); Coalizione islamista (comprendente movimenti di orientamento salafita, collocati su posizioni maggiormente integraliste rispetto ai Fratelli musulmani. Tra questi Hizb al Nour.) e Alleanza per la prosecuzione della rivoluzione (insieme di movimenti liberali, socialisti e islamisti moderati, che inizialmente avevano aderito al Blocco egiziano). Queste elezioni sono decisive per diversi motivi. In primo luogo sono le prime e vere elezioni libere (fino ad ora non si sono registrati brogli), in secondo luogo il Paese nordafricano potrà cambiare volto, delineato da nuovi equilibri politici. In ultimo, ma non certo per importanza, le elezioni potrebbero rivelarsi fondamentali per la ridefinizione di una nuova Costituzione.

 

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