Vincenzo Mazza
L’aria esterna, quella che respiriamo per strada viene continuamente monitorata dalle centraline, soprattutto nelle grandi città, poco si conosce invece dell’aria, che respiriamo nelle nostre case. Uno studio recente del Centro di ricerche ambientali di Padova dell’ Irccs Fondazione Maugeri, nell’ ambito di un progetto di ricerca finanziato dall’ Ispesl ed in collaborazione con il Comune della città veneta, ha rilevato livelli piuttosto alti di sostanze tossiche (tra le quali le più pericolose sono la formaldeide e l’ acetaldeide). Le misurazioni eseguite sia in inverno che in estate, hanno evidenziato che i livelli raggiunti di formaldeide sono stati comunque inferiori ai limiti stabiliti dall’organizzazione mondiale della sanità ( 100 microgrammi /metro cubo). Il limite citato non deve essere superato per non incorrere in effetti irritativi per esposizioni fino a 30 minuti. E’ opportuno sottolineare, però che comunque nel 25% dei casi i valori rilevati sono superiori ai 30 microgrammi/m3; quest’ultimo limite massimo proposto, in modo cautelativo, già alcuni anni fa e non ancora adottato, da uno studio della Commissione Europea per prevenire gli effetti dannosi con esposizione superiori ai 30 minuti.
Secondo il responsabile del centro ricerche ambientali d Padova, “le principali fonti di aldeidi dannose per il sistema respiratorio e per gli occhi sono i mobili in pannelli truciolari e di fibre, il fumo di sigaretta, le pitture, le cere e i prodotti per la pulizia, ed inoltre è stata verificata una correlazione diretta tra la presenza di questi materiali negli ambienti e le maggiori concentrazioni di formaldeide”. “Inoltre e continua, anche se non è possibile stabilire una relazione diretta, si è visto che le persone più spesso afflitte da disturbi cronici o ricorrenti, come ipereattività bronchiale e disturbi agli occhi, erano quelle che vivevano nelle abitazioni con maggior concentrazione di acetaldeide, relazione che si è rivelata più evidente nella stagione estiva, probabilmente perché il calore aumenta l’ evaporazione di questo composto”.
Dallo studio, comunque è venuto fuori, che è possibile difendersi dall’inquinamento indoor, attraverso comportamenti molto semplici ed elementari come, 1)n arieggiare bene gli ambienti, per almeno mezz’ ora al giorno ovviamente, la frequenza deve essere aumentata, se si posseggono mobili in truciolato o in compensato e quando sono nuovi, 2) non fumare in casa, 3) non tinteggiare con vernici che contengono formaldeide, 4) acquistare mobili in legno naturale. Tutto questo lo possiamo fare, noi come singoli, poi occorrerebbe anche un intervento legislativo, molto comune nei paesi del Nord Europa, come Svezia e Danimarca, dove i mobili, prima dell’immissione in commercio, venmgono sottoposti a rigidi controlli di sicurezza per accertare che non siano stati prodotti con materiali tossici e quindi pericolosi per la salute dei cittadini.