Aldo Bianchini
“Se non fossi stato curato a Salerno non ce l’avrei fatta”. La storia di Aldo Napoli, medico del San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona, colpito da arresto cardiaco, salvato dall’equipe del prof. Di Benedetto. Questa la prima frase che viene riportata in un ampio e doveroso comunicato stampa da parte della collega Elena Liguori. Potrebbe sembrare una cosa preparata a bella posta esattamente il giorno dopo che si è sparsa la notizia della presenza di topi nel pronto soccorso, nella medicina generale e d’urgenza. Così non è, almeno io penso che non sia così, ma cercherò di spiegarlo più avanti. Continuiamo adesso a leggere cosa ha dichiarato il dott Aldo Napoli, medico presso l’ospedale San Guiovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ed anche assessore alle politiche sociali del comune di Pellezzano. <<“Perché fuggire altrove quando l’eccellenza ce l’hai a casa”. Sorride il dott. Aldo Napoli mentre racconta, seduto accanto alla moglie, questa storia di buona sanità di cui è stato protagonista. Lui, che la gente l’ha sempre aiutata e curata, si è trovato un giorno ad aver bisogno di cure. “Non c’è nulla di speciale in tutto questo , è che sento il desiderio di ringraziare chi mi ha salvato e di portare a conoscenza l’opinione pubblica delle straordinarie professionalità presenti all’Ospedale di Salerno”. E’ un inatteso arresto cardiaco a buttare tutti nel panico, il suo cuore, già provato da un intervento all’aorta molti anni prima, sembra aver cessato di battere. Solo la presenza di tanti medici gli consente di arrivare vivo al pronto soccorso, gli eventi si susseguono:un lunghissimo e delicato intervento, il coma, la sofferenza, le illusioni e le delusioni non soltanto per parenti e amici. Poi, sperato e inaspettato, il risveglio. Durante il coma –racconta- sentiva tutto, il cervello era attivo anche se il corpo non reagiva. In quel periodo, trascorso tra maggio e settembre 2011, Aldo Napoli ha avuto l’assistenza di un’equipe medica, quella del professore Giuseppe di Benedetto, di altissimo livello professionale e umano.” Ero consapevole delle alte professionalità presenti nell’ospedale di Salerno, – racconta – ma provarle sulla mia esistenza è stata un’esperienza unica e non drammatica, ma positiva”. Medici, anestesisti, infermieri non hanno tralasciato nulla: analisi, controlli quotidiani dei valori, visite notte e giorno. Insomma un caso di buona sanità pura o un caso di buona sanità occasionale, dovuta ad alcuni fattori importanti quali il fatto di essere lui medico nello stesso ospedale, di essere conosciutissimo e ben voluto da tutti e di essere, finito, infine nelle mani di Peppe Di Benedetto e della sua eccellente equipe. Chissà!! Conosco molto bene e personalmente Aldo Napoli, così come conosco il prof. Giuseppe Di Benedetto e parte della sua equipe per poter minimamente dubitare della loro professionalità e dell’umanità che cercano di mettere sempre nella loro azione quotidiana di medici rispetto alle attese di tanti pazienti in difficoltà. Insomma, essendo amico di entrambi i protagonisti di questo caso di “presunta buona sanità”, non posso fare altro che plaudire alla operazione congiunta messa in atto grazie alla “presenza di tanti medici” (come recita il comunicato della collega Liguori!!) e soprattutto compiacermi di vivo cuore per la ripresa non soltanto fisica di Aldo Napoli, una persona al di sopra di ogni sospetto e degna della massima stima e fiducia. I dubbi, però, sull’efficienza costante e in tutti i casi della sanità salernitana restano, soprattutto alla luce di quanto accaduto a me personalmente nel mese di agosto scorso a causa di una frattura del malleolo destro. E dire che io non ero proprio uno sconosciuto né nell’ospedale di Polla e neppure in quello di Salerno. Ovviamente e senza mai dimenticare che la salute di tutti è legata ad un filo sottilissimo e in special modo alla buona o alla cattiva sorte.