Germania: verso gli eurobond ?

Filippo Ispirato

Come già evidenziato nel precedente articolo sugli Eurobond, gli effetti e le conseguenze pericolose innescate dalla crisi del debito sovrano, che attanaglia l’Eurozona da ormai un anno abbondante, hanno coinvolto anche la Germania attraverso il cosiddetto effetto domino. Il paese teutonico, finora immune dalla crisi, i cui titoli di Stato, gli ormai noti Bund, hanno fatto sempre da riferimento come titoli risk free (ossia privi di rischio, quindi dalla massima affidabilità) comincia ad avere le prime difficoltà. I Bund all’ultima asta sono stati venduti solo per il 65%, mentre la parte restante è stata acquistata dalla Banca Centrale Europea: il motivo alla base del quantitativo invenduto è dovuto alla mancanza di fiducia dei mercati finanziari nei confronti dei paesi Euro, sulla loro difficoltà ad uscire dalla crisi e mancanza di unità di visione. Si rende necessaria e quanto mai urgente una revisione del sistema finanziario dell’Unione Europea, ed in particolare dei paesi Euro. Un sistema che ha retto nei momenti di crescita dell’economia ma che, dopo lo tsunami finanziario creato dalla crisi dei mutui subprime del 2008, non ha saputo reggere l’impatto dell’onda anomala di perdite e sofferenze venutesi a creare e che hanno aumentato i deficit e debiti pubblici dei paesi membri Ue. Gli incontri trilaterali tra Germania, Francia ed Italia, in corso in questi giorni, dovranno necessariamente portare ad una svolta concreta onde evitare continue speculazioni sul fragile sistema di Eurolandia: siamo arrivati ad un punto in cui non è più solo lo spread dei paesi in difficoltà ad aumentare, con conseguente aumento di spesa per interessi da sostenere, ma aumenta anche il rendimento dei titoli di stato tedeschi. Aumento del rendimento si traduce in una lievitazione dei costi di interesse da pagare agli investitori per invogliarli all’acquisto e quindi crescita ancora maggiore del debito, che è proprio ciò che si vuole e deve contenere in questo momento.  A mio avviso si dovrebbero mettere un po’ da parte, almeno per il momento, i parametri di Maastricht, validi negli anni ’90, e permettere alla Banca Centrale Europea di poter stampare moneta nell’immediato per far fronte alla crisi, anche a scapito di un’impennata dell’inflazione nel breve/medio periodo: un amento della moneta permetterebbe di prestare garanzia per gli Eurobond emessi dai diversi paesi membri. Un incremento del livello dei prezzi senza crescita non sarà di sicuro la soluzione ottimale per un sistema economico, ma in questo momento è necessario, a mio avviso, per arginare la crisi di deficit, e che si verrà a creare comunque nei prossimi mesi con l’aumento del prelievo fiscale in tutti gli stati membri dell’Unione Europea.

 

 

 

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