Aldo Bianchini
SASSANO – “Squarciate le gomme all’auto del parroco don Otello Russo”, questo il titolo apparso sul quotidiano “Il Mattino” di martedì 22 novembre per annunciare quello che a mio sommesso avviso è “un grave atto di intimidazione” verso un sacerdote che, sempre a mio avviso, non merita affatto una simile nefandezza. Questo il titolo, dicevo in apertura, che purtroppo come spesso accade non riporta per intero la vicenda umana e pastorale che da qualche mese sta investendo la figura di un uomo e di un sacerdote che ha letteralmente spaccato in due la comunità di Sassano. La vicenda prende le mosse da lontano con i soliti infamanti chiacchiericci di marciapiede, nel mese di agosto 2011 improvvisamente esplode quando, a dire di molti, il paese di Sassano è stato letteralmente invaso da volantini che oltraggiavano (è dir poco !!) l’immagine non solo del parroco della Chiesa Madre San Giovanni Battista ma dell’intera chiesa sassanese con il coinvolgimento anche di altre due persone. Nel farneticante scritto i tre venivano accostati ad altrettanti inquietanti tre personaggi della mafia recente Ho avuto personalmente modo di leggere quel volantino il cui contenuto mi lasciò letteralmente scioccato; mi venne consegnato da amici nella seconda metà del mese di agosto e, forse, ho sbagliato a non prendere subito le difese di un sacerdote che ho sempre apprezzato per la sua facilità di comunicazione e di relazione con la gente, a metà strada tra il predicatore e il comunicatore. Pensavo si trattasse di un singolo episodio ben circoscritto, ma l’evoluzione successiva della vicenda, condita dal classico e pulsante chiacchiericcio di paese, fino all’atto intimidatorio dell’altra notte deve scuotere le coscienze di tutti. Chi sa parli, chi sa metta in condizioni ottimali gli investigatori ai quali, sempre secondo fonti bene informate, don Otello Russo si sarebbe già rivolto fin dalla distribuzione di quell’inquietante e squallido volantino che riempì di discussioni e di prese di posizione le notti agostane, e non solo, della gente di Sassano. Bisogna incominciare dalla violenza messa in atto contro l’autovettura del sacerdote per cercare di capire alcune cose essenziali: il prete parcheggia sempre nello stesso posto la sua auto, il fattaccio molto verosimilmente avviene nelle cosiddetta “contr’ora” (cioè nel pomeriggio!!), il parcheggio è ben visibile dalla piazza centrale, lo stesso parcheggio è praticamente circondato da case abitate. Possibile, mi sono chiesto, che nessuno abbia visto niente ? Possibile che c’è già qualcuno che invece di ribellarsi a questo stato di cose sembra quasi che si adagi nella soddisfazione di quello che è accaduto ? Capisco che il paese è spaccato in due, tra colpevolisti e innocentisti, ma di fronte ad un atto di violenza l’azione di contrasto dovrebbe essere portata avanti da tutti, senza se e senza ma. Tra le cose misteriose di questa vicenda, per chiudere, resta l’interrogativo sul perché una comunità che sembrava tutta intera raccolta intorno al suo parroco si è improvvisamente spaccata, la risposta probabilmente rimarrà ben custodita nelle coscienze di tutti. Al di là del farneticante volantino di che cosa viene accusato realmente il sacerdote? anche qui la risposta probabilmente non verrà mai, neppure dalle indagini che sembrano già battere la fiacca dell’oblio e dei troppi silenzi. Sullo sfondo resta ferma l’azione che il sacerdote don Otello Russo ha svolto in una comunità che si era appiattita su antichi e sterili rituali religiosi e che sull’onda della sua spinta innovatrice si era incamminata, anche se lentamente, verso nuovi orizzonti. Adesso il rischio di precipitare all’indietro, in un passato che sembrava lontano, è molto forte.