Nicola Linfante: il cantautore

Domenico Colangelo

Si ha la sensazione di viaggiare nel tempo, di ritornare ai mitici anni Settanta, ti assale la “ celeste” nostalgia. E’ questa la sensazione che ho provato nell’ intervistare Nicola Linfante, giovane cantautore, regista teatrale,salese di nascita, ma parigino di adozione. Vive con entusiasmo la sua avventura in terra straniera, anzi guai a parlar male della Francia :“ C’è un abisso tra la Francia e l’Italia in qualsiasi ambito  e a tutti i livelli, politico,  culturale, musicale, teatrale e cinematografico… le opportunità vengono date anche in Italia, ma solo a coloro che scendono a compromessi; in Italia -aggiunge- tutto ciò che è cantautorato, sperimentazione, free jazz, elettronica non arriva mai al pubblico”. Mi aspetta nella sua Rover bianca, lo riconosco dal capello in testa e dagli occhiali scuri,in perfetto stile vintage, ci salutiamo, mi invita a salire sulla sua auto e partiamo.

 

Quando Nasce la tua  passione per la musica?

Da bambino quando nel negozio di mio padre ascoltavo i dischi che vendeva, mi sono appassionato ai Doors, al rockn’roll, al jazz, al funky

La musica abbraccia un po’ tutte le arti,si  dice che  sia la lingua di Dio, per te cosa rappresenta?

La musica tocca tutti!

E’ come l’aria che respiriamo , la ritroviamo in ogni angolo e situazione … La Natura è musica !

Parliamo del tuo percorso artistico? Hai fatto un percorso di studi o sei un autodidatta?

Sono essenzialmente un autodidatta, ma con tanta voglia di imparare e di crescere professionalmente.

Il tuo primo  disco si intitola” Sciamanblues “ , com’è nato il progetto ?

E’ nato per caso… dovevo incidere un disco solo strumentale, poi proposi ad Alessio Bonomo, mio grande amico e collaboratore del progetto, di ascoltare dei miei pezzi cantati ,gli piacquero e da lì è nata l’idea di fare un disco di canzoni con la collaborazione di Alessio Bonomo, cantautore straordinario,  e di Federico Rosati, attore e scrittore di grande talento,con loro è nato un rapporto che va oltre la collaborazione, posso considerarli degli  amici veri. Comunque il mio disco è un disco esistenzialista con delle note di romanticismo.

Il tuo disco si può collocare in un genere musicale ben  preciso ?

Se leggi il titolo pensi immediatamente che sia un disco blues; io , invece,gli ho dato questo titolo perché ho un rapporto terapeutico con il blues.Il blues lo considero  il padre di tutti i generi , che a me piacciono. Poi amo tutto ciò che è sciamano… penso che il mio disco sia un melange, detto alla francese, di generi diversi dal blues, al rockn’roll, , al funky.

Il teatro, tua altra grande passione, l’hai abbandonato definitivamente o ti sei preso un momento di pausa?

Assolutamente no, anzi sarò il regista di uno nuovo spettacolo, che spero di mettere in scena nella primavera prossima… il teatro è la mia anima non posso abbandonarlo;  io associo la musica al teatro e il teatro alla musica.

 

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