Dalla segreteria sen. Alfonso Andria
“Il senso di responsabilità delle opposizioni, e del gruppo PD in particolare, ha determinato un atteggiamento teso alla massima velocizzazione dell’iter della legge di stabilità, in primo luogo attraverso il ritiro di tutti gli emendamenti. Se ci fossimo trovati in una diversa situazione avremmo tentato di modificare -nella speranza di trovare ascolto- tra le tante altre, anche la norma relativa alla vendita dei terreni demaniali ai giovani agricoltori”. Lo dichiara il senatore PD Alfonso Andria. “Condivido, infatti, pienamente – spiega Andria – le preoccupazioni espresse al riguardo dalla collega sen. Bertuzzi. Il nostro e quello dei senatori PD in commissione Agricoltura, non è scetticismo preconcetto, ma più semplicemente sano realismo: siamo certamente d’accordo sull’obiettivo fissato, ma ci sembra che le modalità prescelte per conseguirlo non solo siano inidonee, ma anche pericolose. Il che richiederà al più presto un intervento correttivo per tradurre quella giusta indicazione in una concreta opportunità. In particolare sarà necessario evitare i pericoli connessi alla trattativa privata per la vendita dei terreni di valore inferiore ai 400.000 euro e compiere scelte che privilegino la trasparenza. Come pure la previsione già esplicitata del cambio di destinazione vulnera lo spirito e la finalità di una misura che, viceversa, dovrebbe sostenere lo sviluppo ed incoraggiare l’impresa giovanile in agricoltura”. “Desidero poi ricordare – prosegue il senatore PD – che in passato un analogo provvedimento venne incluso nel decreto anticrisi convertito in legge nei primi giorni dell’agosto 2009. Subito dopo il ministro dell’epoca per le Politiche Agricole Luca Zaia, durante una visita istituzionale in Campania, annunciò: ‘Stiamo realizzando il censimento dei terreni demaniali coltivabili e già in primavera saremo in grado di assegnarli’. La perplessità che subito espressi attraverso la stampa locale si è rivelata fondata: la primavera 2010 è trascorsa da un anno e mezzo, il promesso censimento non c’è stato, i terreni per conseguenza di ciò non sono stati assegnati, al di là del fatto che l’allora ministro non considerò la necessità -che pure segnalai- di dar seguito al disposto del decreto legislativo 18 5 del 2000 e cioè un decreto attraverso il quale lo stesso Ministro avrebbe dovuto fissare criteri e modalità cui l’ Agenzia del Demanio si sarebbe poi uniformata, così soltanto rendendo operativa l’ipotesi che Zaia aveva dato per certa, ingenerando illusioni ed aspettative. Quello stesso decreto legislativo -conclude Andria- viene richiamato anche dal maxiemendamento in questione ed anche a tale proposito sarà opportuno sviluppare adeguate riflessioni ed operare di conseguenza