Aldo Bianchini
Salerno – La giustizia salernitana, soprattutto per i suoi tempi, non finisce di stupire, almeno se la si mette a confronto con quella di tutti gli altri distretti giudiziari. La storia dell’inceneritore e del giudizio immediato per Vincenzo De Luca, Alberto Di Lorenzo e Domenico Barletta lascia sinceramente sconcertati. Si sa per esperienza e per casistica che molto spesso i tempi della giustizia sono dettati dalle mosse della Procura della Repubblica, qualche volta sono anche i collegi difensivi degli indagati a dettarli. E fin qui niente di strano o sconcertante. Ma quando a chiedere il cosiddetto giudizio immediato è addirittura la difesa, beh! Allora qualche dubbio viene sull’autenticità della richiesta. Mi spiego meglio. Quasi sempre è la Procura a chiedere il giudizio immediato (leggasi il caso delle escort di Arcore che ha visto coinvolto il premier Berlusconi) ed in questi casi si salta, è vero, il passaggio per l’ufficio del GUP (giudice udienza preliminare) ma il processo inizia nel giro di pochi giorni (leggasi sempre caso Berlusconi!!). Nel caso milanese il procuratore aggiunto Armando Spataro ha con veemenza preteso il giudizio immediato ottenendolo nel giro di pochi giorni. A Salerno, invece, che succede? Succede che la difesa chiede il processo immediato per il raggiungimento di tre obiettivi: saltare di pari passo il giudizio del Gup (che poteva essere anche di assoluzione, ma che ha tempi molto ravvicinati!!), evitare la probabile richiesta di ulteriori indagini (del Gup verso il PM) ed ottenere tempi lunghi per la prima udienza dibattimentale e per la conclusione dell’iter processuale. Se ne parlerà difatti, se tutto va bene, il giorno 1° marzo 2012. In pratica il tribunale ha concesso quattro mesi di tempo per l’inizio del dibattimento ed un sicuro lunghissimo processo sancendo, di fatto, il doppio binario della giustizia. Ovviamente il gup Franco Attilio Orio non poteva fare altro che concedere il processo immediato ma, probabilmente, avrebbe potuto limare il tempo immenso concesso alla difesa prima dell’eventuale inizio del processo. Adesso, però, parlo in generale e non del caso specifico. In generale chi si sente innocente cerca di abbreviare i tempi processuali e, semmai, cerca già di farsi giudicare dal Gup anziché aspettare i tempi biblici del pubblico dibattimento. Ritornando nello specifico del caso in esame debbo sottolineare ed anche ricordare a chi ha la memoria corta che proprio per la vicenda della nomina del project manager (Alberto Di Lorenzo) e del responsabile del procedimento (Domenico Barletta) si aprì la battaglia personale e politica con l’allora responsabile dell’ufficio tecnico comunale (Lorenzo Criscuolo) prima nominato coordinatore del gruppo di lavoro e poi brutalmente eliminato con la nomina del project manager. La rottura totale fu inevitabile e Lorenzo Criscuolo fu costretto a lasciare il comune di Salerno per approdare, poi, sulla sponda di Edmondo Cirielli nell’Ente Provincia. Il pm Roberto Penna ha messo le mani sul caso in forza di un esposto anonimo che segnalava la presunta illiceità della nomina di Di Lorenzo. Non sappiamo se le indagini del PM si sono fermate soltanto a questo aspetto, già di per se sufficiente per un rinvio a giudizio ma certamente poco inquietante. Negli ambienti bene informati si sussurra, invece, che le indagini del pm Penna si sono allargate anche ai retroscena che portarono al litigio “fratricida” tra De Luca ed uno degli uomini di sua grande fiducia come Criscuolo. Insomma, per farla breve con la solita chiarezza, Lorenzo Criscuolo già nominato coordinatore del gruppo di lavoro per l’inceneritore fu fatto fuori perché non volle avallare qualche operazione particolare anche in relazione alle ordinanze di esproprio dei terreni della zona di Cupa Siglia pagati con i soldi del “Commissariato Governativo” ? Almeno per il momento non avremo né risposte né certezze, l’udienza preliminare è saltata e bisognerà attendere i tempi lunghissimi del dibattimento per sapere la verità e per scoprire se tutto il caso è stato montato (come potrebbe anche essere!!) soltanto per la vicenda dell’acconto di 15mila euro sul compenso totale di 180mila che Di Lorenzo non avrebbe potuto riscuotere. Se così la vicenda mi sembra davvero riduttiva se non addirittura improponibile. Vedremo!! Il collegio difensivo dei tre rinviati a giudizio (De Luca, Di Lorenzo e Barletta) è di assoluto rispetto con Paolo Carbone, Francesco Saverio D’Ambrosio e Arnaldo Franco.