Elisa: 30 anni a Restivo

Marco Bencivenga

“ Oggi giustizia è stata fatta, finalmente una parte della verità è venuta fuori ”.

Sono state queste le prime parole di Filomena Iemma, madre di Elisa Claps, non appena ha appreso notizia della sentenza emessa dal GUP Elisabetta Boccassini, nei confronti di Danilo Restivo, unico imputato per l’omicidio della studentessa potentina avvenuto il 12 settembre 1993: 30 anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e  liberta vigilata a fine pena, oltre che la condanna a versare 700mila euro alla famiglia Claps. “ Quando Elisa è scomparsa– ha aggiunto Gildo Claps – le avevo promesso che non avrei trovato pace finchè non avessi trovato il suo carnefice per portarlo davanti a un giudice: cara sorellina ce l’abbiamo fatta ”. E’ Una forte emozione quella del fratello della studentessa  assassinata 18 anni fa, poco dopo aver appreso del provvedimento del Tribunale di Salerno, che ha accolto la tesi sostenuta dai P.M. Rosa Volpe e Luigi D’Alessio, dando così ragione alla famiglia Claps, da subito convinta delle responsabilità del Restivo. Elisa era svanita nel nulla in via Pretoria, a Potenza, subito dopo aver incontrato il giovane   nella Chiesa della Santissima Trinità del capoluogo lucano.  Era uscita di casa con un’amica, Eliana De Cillis, la quale dichiarò che la Claps avrebbe incontrato in chiesa Restivo; quest’ultimo non mancò di confermare l’episodio, nel corso di un processo in cui venne condannato a due anni e 8 mesi di reclusione per falsa testimonianza. L’uomo, attualmente detenuto in Inghilterra per l’omicidio di Heather Barnett, una sarta di Bournemouth trovata morta nel 2002, in quella lontana domenica di sole, fece ritorno a casa con gli abiti insanguinati e  una piccola ferita alla mano che ebbe cura di farsi medicare in ospedale. Arrestato, processato e condannato per false dichiarazioni a un giudice, Restivo ha da sempre negato ogni addebito e nessuna incriminazione per omicidio volontario fu posta in essere a suo carico per il caso Claps, addirittura  derubricato a mera scomparsa. Grazie al ritrovamento del corpo di Elisa, avvenuto il 17 marzo del 2010, e alle successive perizie genetico-forensi eseguite dagli ufficiali del RIS dei carabinieri, è stato possibile isolare il profilo genetico dell’imputato sulla maglia indossata dalla vittima, oltre a ricostruire la dinamica dell’aggressione.  Il verdetto del giudice per l’udienza preliminare , a seguito del rito abbreviato, individua così il primo colpevole di un giallo ancora lontano dal trovare una soluzione definitiva, tant’è che la famiglia Claps attende la verità da altre indagini, in un processo-bis al centro delle indagini in corso alla Procura di Salerno. “A chi sa, a chi deve pulirsi la coscienza è arrivato il momento di raccontare tutta la verità ”- ha detto con rabbia mamma Filomena- “ la verità sulla  Chiesa è quella che voglio e deve venire fuori a tutti i costi ”. Intanto la Chiesa continua a smentire tutto anche se le ombre restano fitte e la Santissima Trinità, tempio simbolo della città di Potenza, è tuttora sotto sequestro.

 

 

8 thoughts on “Elisa: 30 anni a Restivo

  1. La colpa é dei genitori dell’assassino. Dovevano aiutarlo facendolo curare in strutture adeguate anziché nasconderlo a sé e agli altri!

  2. La Chiesa é implicata, tutti lo affermano a Potenza. Allibisce il silenzio del Vaticano dopo la le due condanne incassate da Restivo…

  3. Pare che in prossimità della Trinità, qualche tempo fa, siano comparse inquietanti scritte che avvisavano dove si trovasse il corpo di elisa…perché nessuno ha approfondito?

  4. Sembra aprirsi uno spiraglio a questa triste storia!
    Spero si possa fare luce su tutta questa vicenda e che finalmente arrivi l’ora del giudizio per i carnefici di quest’assassinio.

  5. Un fatto assurdo.
    Se solo si fosse perquisita la casa dei Restivo, come la polizia stava facendo, la svolta ci sarebbe stata in poco tempo.
    Auguro alla famiglia Claps di concludere la loro attesa straziante…

  6. E’ stato quanto mai opportuno evidenziare che la vicenda non può certo considerarsi chiusa con la condanna di Restivo; ora bisogna far luce sulle responsabilità della famigerata diocesi potentina e sulla sordida rete di silenzi e omertà…..

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