UNESCO, Israele e Palestina


Domenico Mastrovita

31 ottobre 2011, i palestinesi ottengono il riconoscimento dello Stato Palestinese da parte dell’UNESCO. Tanto per cominciare, l’UNESCO è una delle organizzazioni che opera all’interno dell’ONU e ha come obiettivo quello di promuovere e incoraggiare la collaborazione tra le diverse nazioni nelle aree dell’istruzione, della scienza, della cultura e della comunicazione. L’UNESCO ha accolto la richiesta dei palestinesi  perché la maggioranza dei paesi votanti ha espresso parere favore alla Palestina come Stato indipendente. Tale risoluzione è stata adottata con 107 voti favorevoli, 52 astenuti e 14 voti contrari.  La linea tracciata dalla diplomazia italiana è stata quella dell’astensionismo e anche la linea della UE è stata tutt’altro che coesa, in quanto alcuni paesi hanno votato per il riconoscimento, altri hanno espresso parere negativo e altri ancora si sono astenuti. La questione della creazione di uno Stato Palestinese è irrisolta da più di sessant’anni ed è alla base degli atroci conflitti che ciclicamente esplodono in Medio Oriente. Questa situazione sembra non trovare una fine perché da entrambe le parti si verifica quel fenomeno secondo cui nessuno vuole cedere e a forza di scontrarsi su tutti i piani non si finisce mai.  Il circolo vizioso che si è creato è ben lontano dall’arrestarsi, e, anche quando si è vicini a un accordo, il banco salta e si è di nuovo punto e a capo. Il clima è infuocato a tal punto che qualsiasi iniziativa sembra destinata a fallire. Ovviamente, questo è un conflitto che ha radici ben lontane e, di drammi umani se ne sono consumati talmente tanti che per piangere tutte le vite strappate da questa guerra occorrerà tempo, impegno e tolleranza.  Non si può più tollerare invece il ricorso alla forza che va scongiurato, ovviamente la tregua sembra essere una buona soluzione, ma per essere tale va intesa anche come tregua all’ostilità che si attua nelle sedi diplomatiche. Gli interessi degli attori di questa spiacevolissima faccenda dovranno essere messi da parte; occorrerà convogliare le forze verso un nuovo negoziato capace di stabilire finalmente delle regole per un tranquillo vicinato tra due popoli che si contendono un tanto ambito pezzo di terra. Le due parti, per prima cosa, dovranno riconoscersi vicendevolmente, poi potranno trattare. La direzione intrapresa dall’UNESCO sembra andare incontro al desiderio dai palestinesi di essere riconosciuti come Stato, ma dall’altra parte gli israeliani si sono espressi duramente contro tale votazione sostenendo che questa iniziativa, portata in seno all’Unesco, non fa altro che dimostrare come i palestinesi siano soltanto interessati a spostare il conflitto in sede diplomatica.

 

 

6 thoughts on “UNESCO, Israele e Palestina

  1. Un evento importante, documentato con precisione e rigore metodologico.

    Lo statuto è chiaro circa il procedimento di ammissione all’ONU: l’articolo 4 prevede che solo gli stati possano essere ammessi e che questi debbano comunque essere amanti della pace, saper e voler adempiere agli obblighi della Carta.
    Si introduce quindi, ad un elemento oggettivo della qualità di stato per l’ordinamento internazionale, anche un elemento soggettivo che l’organizzazione si riserva nell’ammissione di un nuovo membro.
    La Palestina non sembra ancora soddisfare tali requisiti, in quanto non risulta ancora attribuibile la soggettività internazionale…

  2. L’Unesco, come tutte le organizzazioni internazionali, riceve fondi dai paesi membri ed è succube dei donatori stessi. ln ogni caso lo stato palestinese ha ragione di esistere, perchè esiste un popolo palestinese con una lingua e una cultura propria.

  3. speriamo che questo sia il primo serio passo verso un futuro di pace tra palestinesi ed israeliani

  4. Con il tempo gli Israeliani si sono trasformati da vittime in carnefici. A loro è stata ridata la terra di origine (“privilegio” che non sempre i popoli perseguitati hanno avuto), ma essi hanno il dovere di riconoscere un popolo che da quella terra mai si è allontanato.

  5. Il conflitto comunque rimarrà finché i due popoli non sentiranno l’esigenza di sentirsi uniti per qualcosa….

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