Consorzio Farmaceutico: è battaglia finale


Aldo Bianchini

Salerno – In merito a quanto sta accadendo nel Consorzio Farmaceutico Intercomunale qualcuno ha scritto che “dietro l’inchiesta c’è la guerra politica”. Mi permetto sommessamente di dissentire. Chi pensa, dice o scrive questo non conosce i fatti e, soprattutto, le persone che questi fatti li personificano in maniera totalizzante. Dietro l’inchiesta, dunque, non c’è la guerra politica ma la battaglia finale e personale tra due soggetti che per certi versi e per tanti aspetti si rassomigliano. Senza andare alla ricerca di perifrasi o di falsi infingimenti la questione in campo è delicatissima e può rappresentare il nodo scorsoio finale di una guerra incominciata nel 1993 e esacerbata dagli ultimi avvenimenti storicamente più vicini. Una guerra che ha avuto degli alti e dei bassi ed anche dei punti di contatto e di avvicinamento che facevano pensare probabilmente ad una riappacificazione definitiva tra Vincenzo De Luca e Salvatore Memoli.  Sono loro, difatti, i due protagonisti di questa guerra che sembra no  aver mai fine. Salvatore Memoli, tre volte sugli altari e tre volte nella polvere sempre per mano del suo amico-nemico Vincenzo De Luca, ora sembra deciso a sferrare l’attacco finale di una querelle che si trascina da troppo tempo. C’è stato bisogno della ex Centrale del Gas, trasformata da Memoli in una grande azienda all’avanguardia nazionale, del primo Consorzio Farmaceutico, avviato e poi sacrificato sull’altare delle battaglia da una denuncia-scontro che stava per colpire uno degli uomini più vicini al sindaco, di Salerno Solidale, letteralmente salvata e ricostruita da “Salvatore” e poi scippatagli in malo modo, e nuovamente il Consorzio Farmaceutico Intercomunale, ma questa volta da un’altra posizione, da un’altra angolazione, insomma da un’altra sponda del fiume. Badate bene, in discussione non è solo o soltanto il Consorzio Farmaceutico. In discussione è l’intero apparato gestionale messo in piedi dal sindaco fin dagli inizi del 1994, soprattutto per quanto attiene le cosiddette Società Miste o le Partecipate ovvero le Aziende a precisa profanazione comunale. Per la prima volta, attraverso il Consorzio Farmaceutico, grazie all’azione coraggiosissima di Salvatore Memoli viene messo in difficoltà l’apparato di potere del sindaco e per la prima volta si apre uno squarcio evidentissimo nel modo di gestire non solo le società miste ma anche, se non soprattutto, i bilanci di dette società E quando si parla di bilanci non si scherza, si rischia il tutto per tutto. L’indagine aperta a seguito della presa di posizione di Salvatore Memoli potrebbe a cascata portare gli investigatori sugli altri bilanci delle altre società con la scoperta di cose molto importanti, e ci sarebbe davvero da ridere alla fine. Nonostante i sindaci Aliberti e Galdi si affrettino a dire che loro con questa inchiesta non c’entrano nulla e che la situazione patrimoniale del Consorzio non è a rischio chiusura, tanto per tranquillizzare i fornitori che seguono trepidanti questo ennesimo scontro. Del resto, se vogliamo fare un’analisi politica attenta, anche Salvatore Memoli è all’ultima spiaggia, o la va o la spacca. Insomma o riesce a dimostrare di aver ragione e di aver avuto a che fare con un sindaco padre-padrone o è davvero fuori da ogni contesto politico e istituzionale. Conosco molto bene Salvatore Memoli per nutrire il minimo dubbio sul fatto che se si è lanciato in questa battaglia senza ritorno lo ha fatto perché è convinto di avere perfettamente ragione e di poter smantellare un assetto di potere che non ha registrato precedenti nella storia degli ultimi decenni della Città e della Provincia. Le sterili difese e i goffi tentativi di discredito del suo predecessore, Antonio Monaco, alla testa del Consorzio sono palesemente inutili; la battaglia ripeto non lo riguarda e passa al di sopra della sua testa, così come passa sulle teste dei sindaci di Scafati Pasquale Aliberti e di Cava de’ Tirreni Marco Galdi. Anche perché, e questa è una chicca finale, Salvatore Memoli non ha mai nascosto nulla delle sue intenzioni sia ad Aliberti che a Galdi con i quali molto spesso si è incontrato e ha discusso della spinosa situazione. Dalle prossime mosse ne capiremo, ovviamente, di più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *