Terzo Corso all’Ordine degli Ingegneri per insegnare agli esperti come muoversi nei processi civili e penali
Salerno – <<Ha preso il via, presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri di Salerno, il terzo Corso di specializzazione per consulenti tecnici giudiziari, organizzato dall’Ordine presieduto da Armando Zambrano, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Salerno. Direttore del Corso è il segretario dell’Ordine degli Ingegneri Antonio Masturzo>>. Questa la notizia importante pubblicizzata dall’ufficio stampa dell’Ordine degli Ingegneri di Salerno che sotto l’attenta guida del presidente Zambrano cerca, da qualche anno a questa parte, di riguadagnare tutti quegli spazi di autonomia che erano andati persi nei decenni scorsi. <<Con la Terza edizione del “Corso di specializzazione in Consulente Tecnico d’Ufficio e Consulente Tecnico di Parte” l’Ordine intende contribuire alla formazione di un professionista dall’elevato profilo tecnico, che sappia anche interagire in maniera efficace con gli ambienti giudiziari>>. Ma chi è o, almeno, chi dovrebbe essere il CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) o il Perito ? Parlo prima di quelli cosiddetti “di parte”, nominati cioè dall’indagato o dall’imputato, perché è il mestiere più difficile. Le loro parole, le loro relazioni, quasi sempre vengono disattese o addirittura neppure lette dagli inquirenti. Spesso, però, essi con grande senso professionale raccontano la verità, soltanto la verità, nient’altro che la verità. E spesso alla fine, soltanto alla fine, viene riconosciuta dalle sentenze la loro professionalità. Il CTU, invece, è una figura radicalmente diversa, non fosse altro che per il fatto di essere incaricato dal PM (Pubblico Ministero) che tendenzialmente accusa e non ricerca prove a discarico. Per questa ragione, credo, i grandi professionisti non si iscrivono negli elenchi dei tecnici per ricevere incarichi dal Tribunale. Accade anche che detti elenchi siano, a volte, pieni di tecnici che non hanno ancora avuto la possibilità di acquisire le necessarie esperienze sul piano pratico-lavorativo. La letteratura giudiziaria è piena di aneddoti contro l’opera dei CTU, un po’ come le barzellette inondano ingiustamente l’Arma dei Carabinieri. Scrivo queste cose perché ho avuto esperienza diretta con alcuni CTU all’epoca della famigerata tangentopoli di Salerno, fui anche querelato da due CTU ma prosciolto dal Gip perché il fatto non sussisteva. Avevo riportato in un servizio televisivo (allora ero direttore di Tv Oggi) pedissequamente quanto dichiarato in aula dal prof. Lamberti, allora preside della facoltà di ingegneria del politecnico di Napoli, contro i due tecnici salernitani. In una storica relazione li aveva definiti “aspiranti geometri” (uno era ingegnere e l’altro architetto!!) incapaci di distinguere le linee portanti di un progetto di massima da uno esecutivo, anche perché non avevano quasi mai esercitato la loro professione. Sia la relazione scritta che la deposizione orale del prof. Lamberti non fu tenuta in alcun conto dal tribunale perché Lamberti era il perito di parte della difesa degli ingegneri Raffaele Galdi e Franco Amatucci. In quel caso la sentenza era già stata scritta ed è proprio questo che i CTU e i Periti dovrebbero evitare. Non farsi cioè dettare le relazioni tecniche da chi li incarica, altrimenti il loro ruolo si sminuisce completamente agli occhi della giustizia e della storia. Troppo spesso assistiamo, senza battere ciglio, a CTU o Periti che formano veri e propri “pool unici” ed univoci con i magistrati che li incaricano, e questo non è segno di buona democrazia e indipendenza. In quegli anni l’Ordine degli Ingegneri, retto dal presidentissimo Vittorio Gaeta, rimase alla finestra e troppo colpevolmente si sottomise ai voleri, a volte anche bizzarri, dei PM. La terza edizione di questo corso segna, almeno spero, una svolta definitiva nei rapporti complessi e articolati tra PM e incaricati (CTU e Periti) di un servizio delicatissimo ed estremamente importante per il buon esercizio della giustizia, sia essa penale che civile.