Brutto caso di pedofilia nel Vallo di Diano, una bimba di 13 anni costretta a prostituirsi per pochi euro. Ha preso il via, davanti ai Giudici della prima Sezione Penale di Salerno, Presidente Zunica e i giudici Dezio e Albarano, il processo che vede coinvolti i genitori indigeni di una bambina di 13 anni, accusati entrambi di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile. L’inchiesta condotta dal Pubblico Ministero Paternoster risale al 2009, i due genitori, secondo l’accusa, avrebbero accompagnato la propria figlioletta di 13 anni a “lavorare” nei campi presso un uomo che, invece, avrebbe abusato in maniera continuativa della piccola, dietro compenso di denaro. La bimba difesa dall’avvocato Annalisa Buonadonna, si è costituita parte civile. Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati gli assistenti sociali e una delle professoresse della scuola frequentata dalla bambina a cui la 13enne era stata affidata, la bimba inoltre ha dichiarato di aver subito minacce da ignoti, al fine di indurla al silenzio nel processo. Rinviata al 14 dicembre la prossima udienza, in quella data, saranno ascoltati i militari che hanno proceduto a verbalizzare le intercettazioni telefoniche tra i genitori, la bambina e il contadino di 73 anni che ha abusato della bambina, già condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione con il giudizio abbreviato. Una brutta pagina di cronaca che purtroppo mette in risalto un cancro della società, la pedofilia un termine che deriva dal greco pais che significa fanciullo, e philìa amore, potrebbe significare predisposizione naturale dell’adulto verso il fanciullo o intendersi come forma educativa o pedagogica. Esiste un confine sottilissimo tra le intenzioni delle persone e i loro comportamenti. Attenzioni che, in apparenza sembrano dettate da amore e dedizione, possono in realtà mascherare un’inquietante perversione. Intesa come devianza del comportamento, l’attrazione sessuale di un adulto verso un bambino, sarebbe più appropriata se venisse indicata con l’espressione rapporto pedosessuale. Clinicamente, la pedofilia viene classificata tra le parafilie, ossia tra i disordini psicosessuali in cui si riscontra una devianza dai comportamenti generalmente accettati e in cui si devono verificare particolari condizioni per suscitare l’eccitazione. Troppo spesso dietro a casi di pedofilia, si cela un silenzio assordante, sono tanti i casi non denunciati,per paura,per vergogna, o per altri motivi, ma è in questo silenzio che vivono e si nutrono i pedofili, spezzano la tenerezza, violano l’innocenza, di piccole anime ,di piccoli corpi. Nessun giocattolo, per quanto desiderato, nessuna favola, per quanto magica, nessuna carezza potrà mai restituire a questi piccoli angeli violati, la spensieratezza della loro età. È il momento che questa società si assuma la responsabilità dei suoi piccoli pargoli e che combatta il silenzio assordante dentro al quale si cela il dolore profondo di ogni bambino violato.
direttore: Aldo Bianchini