Piccola ma adatta a me

di Vincenzo Mazza

Il poeta Ludovico Ariosto, fece scrivere sulla porta della sua abitazione di Ferrara la frase “ Parva, sed apta mihi” ……., ovvero “ Piccola ma sufficiente per me”. Prendendo spunto da questa, frase ci chiediamo? Oggi possiamo dire ancora così? Le nostre case sono adatte a noi?  Come abbiamo già visto, i fattori che intervengono nella determinazione del rischio e della gravità dell’evento, sono diversi, tra questi emergono età, attività svolta in casa e sesso (che determina anche il ruolo svolto nella famiglia). Infatti è più colpita chi si occupa delle faccende domestiche e chi vive più in casa, quindi la casalinga di sesso femminile. La causa degli infortuni, spesso è da ricercare nella disinformazione, nel comportamento imprudente degli abitanti che ignorano o sottovalutano situazioni di rischio che possono essere fonte di infortuni anche seri e che sono facilmente evitabili con una maggiore conoscenza e attenzione. Le nostre case, inoltre, con l’avvento della tecnologia, a volte esasperata, ospitano un numero sempre maggiore di elettrodomestici, prodotti per l’igiene ed altri, potenzialmente pericolosi. Per ritrovare un rapporto rassicurante e felice con gli ambienti di vita è necessario esercitare una maggiore consapevolezza nel loro uso e nell’uso dei nuovi oggetti e strumenti che li corredano, imparando a conoscere, e tenendo sempre presenti, i rischi implicati. E’ evidente che questo fenomeno va affrontato in maniera idonea e corretta, attraverso la conoscenza e la sensibilità. Ecco perché si ritiene urgente che vengano sviluppate iniziative concrete anche attraverso la predisposizione di proposte da sottoporre alle istituzioni interessate alla materie. Sarebbe, forse importante, anche adottare politiche per migliorare la qualità e le condizioni di vita all’interno delle abitazioni domestiche, attraverso sgravi fiscali a chi intende migliorare la sicurezza della propria abitazione (es. acquisto di rilevatori di gas, phon fisso a parete) favorendo una riduzione degli infortuni mortali.

La prevenzione


Il problema degli incidenti domestici ha dimensioni inversamente proporzionali al grado di attenzione dedicata a questo problema. Infatti, mentre per gli incidenti stradali, giustamente, il dibattito è intenso e infinite sono le proposte di soluzione, per quanto riguarda gli incidenti in casa poco si sa e poco si dibatte. Qualcosa comunque da alcuni anni si sta muovendo, anche se il problema ha risvolti sia di politica sociale che  urbanistica. Oggi sta finalmente maturando la consapevolezza che il dramma dell’infortunistica nelle case e nei condomini debba essere affrontato a monte dell’evento, e cioè con il tentativo di arginare le cause che lo determinano. Ciò significa rimettere le mani nell’organizzazione degli spazi di un appartamento eliminando in sede di progettazione, costruzione e ristrutturazione, tutte le barriere e tutti i tranelli, reali e ipotizzabili. Vanno ripensati alla radice strumenti e oggetti della vita quotidiana e i modi di usarli, ripensare per intero il modo di stare in casa per evitare che ci si possa far male quando si usano le infinite cose del vivere quotidiano. Intervenire con il pensiero rivolto alle esigenze della sicurezza prima che a quelle dell’estetica o della comodità, tenendo bene a mente che il comfort è bello ma non vale quanto la sicurezza. Come tutti sanno, la vita è un viaggio e durante il viaggio, si possono fare degli incontri sia belli che brutti. Ci rendiamo conto, che nessuno può governare il corso della vita, però ci piace pensare che la conoscenza di semplici principi della sicurezza, da tener sempre in mente, durante la nostra vita quotidiana, possano essere determinanti  per limitare i danni prodotti da incidenti di varia natura. È importante, quindi che ognuno di noi, con il bagaglio delle proprie esperienze, cultura e professionalità si adoperi a contribuire alla diffusione di una moderna cultura della sicurezza. Ognuno di noi, con il proprio lavoro, può apportare un significativo contributo alla crescita delle persone, attraverso i valori fondanti dell’aiuto reciproco, per affermare i principi della prevenzione, della sicurezza. E’ la famiglia che deve riflettere sul tema della sicurezza domestica perché è difficile poter pensare a delle politiche che non abbiano come cardine la prevenzione. E ciò per almeno tre ordini di motivi: – innanzitutto, perché contrariamente ad altre dimensioni di vita (lavoro, contesto locale, salute) la sicurezza domestica è uno di quegli ambiti in cui è impossibile istituire forme di controllo, in quanto non si possono imporre all’individuo, alla propria libertà personale, nel proprio ambito di vita privata quelle forme di coercizione previste altrove; – in secondo luogo perché, come più volte segnalato, il rischio domestico nasce soprattutto da un problema di tipo culturale ed organizzativo, dettato dalla mancanza di strumenti di tipo conoscitivo, idonei ad individuare e valutare i pericoli presenti nelle abitazioni; – infine, perché la dimensione culturale è quella su cui oggi è avvertito il maggiore divario tra attese e comportamenti, tra domanda ed offerta di sicurezza. E pertanto il primo da cui occorre partire. Circoscrivere alla prevenzione il nocciolo delle strategie di intervento non significa tuttavia, limitarne la portata, dal momento che come riconosciuto, gli ambiti su cui agire sono molteplici e le ricette da mettere sul campo numerose.

Quindi la  LA PREVENZIONE COME ELEMENTO CARDINE DELLE POLITICHE PER LA SICUREZZA DOMESTICA.

La prevenzione sugli infortuni domestici è per forza di cose di tipo generale, poiché non può che agire sul versante culturale. Differentemente da quanto avviene per la sicurezza sul lavoro, è più difficile stabilire un nesso fra causa ed effetto dell’infortunio. Sull’andamento della sicurezza domestica pesa ancora fortemente l’impossibilità di istituire forme di controllo come quelle che il D. l.vo 626/94 e sue modificazioni, ha introdotto in ambito lavorativo, in quanto non si possono imporre all’individuo nella sfera della sua libertà personale, le stesse verifiche previste altrove. Senza contare che negli ambienti di lavoro sono ormai presenti figure preposte alla funzione di controllo e di promozione della sicurezza che in casa è quasi impossibile trasferire.  Alla luce di ciò è indubbio che la principale strategia preventiva non possa che partire dal far leva sui comportamenti individuali . Ancora oggi ci si fa male perché non si conoscono i rischi. La sicurezza è un problema culturale ed organizzativo, rispetto al quale bisogna mettere in campo tutti i tipi di strumenti che consentano agli utenti di valutare, volta per volta, i rischi cui vanno incontro. La prevenzione è quindi un elemento centrale; e deve essere realizzata fin dall’infanzia, fin dalle scuole: non solo perché i bambini sono più ricettivi e sensibili degli adulti, ma soprattutto perché finiscono per rappresentare il miglior canale di sensibilizzazione e comunicazione all’interno della famiglia. I controlli sulla sicurezza domestica non possono essere più di tanto prescrittivi, poiché otterrebbero solo il risultato di rendere le persone più insofferenti e meno attente alla sicurezza. La strada migliore allora è quella dell’informazione e della comunicazione che debbono trasmettere almeno le conoscenze di base per poter mettere in essere un  livello minimo di sicurezza. Da questo punto di vista, si potrebbe pensare a interventi mirati a sensibilizzare la popolazione italiana, e in particolare la più giovane, tramite campagne di sensibilizzazione e informazione, rispetto ai pericoli delle abitazioni, dei prodotti, da attuarsi tramite campagne di comunicazione, divulgazione di guide (del fabbricato ad esempio, o di informazione su marchi, prodotti nocivi, piante pericolosi, insidie domestiche, ecc.) formazione ai bambini nelle scuole. Peraltro è da sottolineare come sia il Ministero delle Attività Produttive ha pubblicato negli anni scorsi un opuscolo di informazione su “La sicurezza degli impianti domestici”, che la stessa ASL Salerno, nei vari ambiti in cui è divisa, ha fatto altrettanto. Nel nostro piccolo, attraverso questa rubrica e grazie all’attenzione e alla sensibilità del nostro direttore Aldo Bianchini, proveremo a fare altrettanto, ovvero: informare sui potenziali rischi che si possono correre nelle nostre case.

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