Nell’inquietante vicenda della metropolitana qualcuno non sa perdere e, soprattutto, non vuole ammettere i macroscopici errori commessi in fase di progettazione. La propaganda dei manifesti, degli insulti e delle querele non rende più e il sogno di De Luca è destinato a rimanere piccolo e paesano.
Aldo Bianchini
SALERNO – In data 14 maggio 2011 in assoluta anteprima (vedasi Roma-Cronaca pag.4) posi l’accento su quello che verosimilmente era stato un errore progettuale e che rischiava di costare molto caro all’amministrazione comunale, ed in particolare al sindaco Vincenzo De Luca. Parlo della metropolitana di Salerno. Poche settimane dopo lo stesso Rosario Ternullo (che citavo nel precedente articolo) tenne una conferenza stampa per spiegare il madornale errore (vedasi Roma-Cronaca del 2 giugno 2011 pag.7). Tutta colpa di un binario e di due palazzi che ostruiscono l’allargamento del binario della metropolitana impedendone, di fatto, la sua elevazione da “metropolitana di paese” a metropolitana inquadrabile in un piano regionale e, quindi, soggetto ai flussi di contributi e finanziamenti. In pratica all’altezza di Via Zara c’è un vero e proprio tappo che blocca qualsiasi sviluppo a garanzia della linea nazionale (i due binari nord-sud) e che blocca anche lo sviluppo della linea Salerno-San Severino. E’ tutto qui il problema, la metropolitana se non trova sfogo e collegamento con la rete regionale passando per San Severino e l’università non può essere inserita nei piani di finanziamento delle grandi opere regionali, proprio perché a questo punto sarebbe destinata a rimanere una metropolitana di paese. La colpa, dicevo prima, è di quel binario che arriva da San Severino e che per accedere in stazione non può farsi spazio tra la linea nazionale e due stabili e un garage che, a questo punto, dovrebbero essere abbattuti per consentire la realizzazione di un allacciamento del metrò salernitano alla rete secondaria regionale. Il problema consiste anche nel fatto che qualche tempo fa, si pensa per ragioni politiche, proprio il Comune rilasciò permesso di costruire ai residenti di quei due stabili per la realizzazione di box interrati. Ora la frittata è fatta e difficilmente potrà essere riparata. E’ inutile, quindi, che De Luca, Cascone e il PD gridino allo scandalo e chiamino “cialtroni” tutti quelli che stanno evidenziando la quasi inservibilità della metropolitana. Del resto la mega opera di De Luca (si fa per dire!!) è già stata esclusa dalle cinque grandi opere regionali finanziate dallo Stato e nelle quali rientra la “metropolitana linea 6” di Napoli perché connessa al grande nodo ferroviario regionale. Salerno non c’è perché il suo tracciato non può essere collegato alla viabilità ferroviaria regionale per colpa del tappo di Via Zara provocato inauditamente dallo stesso Comune. Questa in sintesi l’unica ragione che impedisce all’assessore Vetrella di inserire la metropolitana di Salerno nel piano del ferro regionale. Semmai la metropolitana di paese fosse entrata in qualche progetto di finanziamento regionale ne è subito uscita a causa di questa descritta auto castrazione dello stesso comune di Salerno che adesso non può più prendersela con nessuno se non con se stesso e con il suo capo indiscusso. Tempo fa ci fu in Comune, almeno così si dice, una burrascosa riunione tra De Luca e gli ingegneri Achille Parisi e Lorenzo Criscuolo sul macroscopico errore messo in evidenza dal prof. Ternullo; ma il timore di Parisi e Criscuolo di contrariare il capo fece cadere ogni ricerca di soluzione, addirittura anche a causa di questo Criscuolo andò via preferendo la Provincia al Comune. Non so a questo punto se la metropolitana di paese sarà definitivamente completata, se sì De Luca dovrà farla soltanto con i soldi di cassa sperando che nessuno vada a scavare in quelle licenze edilizie concesse in maniera quanto meno estemporanea ed “unica” in tutt’Italia nelle condizioni di contiguità con la linea ferroviaria nazionale, come da relazione dei tecnici delle FF.SS. già consultati. Ma tanto si sa, Salerno è città europea che esula dal contesto nazionale. Per concludere val bene la pena di riportare testualmente la dichiarazione che l’avvocato Salvatore Memoli rilasciò alla stampa subito dopo la conclusione della conferenza stampa di Ternullo il 1° giugno 2011: ”Apprendo sgomento dell’esistenza di un fabbricato che impedisce l’attuazione del progetto della metropolitana di Salerno. Ricordo a me stesso che in passato dei signori che rispondono al nome di Giordano, Bonavitacola e Salzano per un problema di difformità nell’esecuzione del progetto del Trincerone andarono in galera, mentre oggi ,dopo le elezioni amministrative e dopo venti anni dalla progettazione che nascerà nel ventre dell’era di Conte Ministro delle aree urbane,ci si accorge che ci sono ostacoli alla realizzazione di un progetto atteso. Intanto c’è chi ha fatto inaugurazioni e speso soldi della collettività per una opera monca. Ho altresì aggiunto che Salerno non ha bisogno della metropolitana per come è prevista,anzi la città deve discutere un piano della viabilità e deve discutere una Mobilità sostenibile,auspicando l’idea di taxi collettivi che usano energia non inquinante (metano),dando opportunità di lavoro a molti giovani e aiutando i movers a vivere la città con più servizi a misura del territorio”.